Negli ultimi due anni, i confini del mondo digitale si sono ulteriormente dilatati e con essi le minacce online. La nuova normalità generata dalla pandemia produce oggi una connessione continua legata a didattica a distanza, smart working, streaming e gaming. A preoccupare sono soprattutto i giovani, che nel periodo di lockdown hanno dovuto, loro malgrado, trascorrere più tempo interconnessi in rete, studiando, chattando, condividendo sui social, giocando, guardando serie tv e tutorial. In particolare questo vale per i bambini della “generazione Alpha“, figli dei già tecnologici “millennials“, nati dopo Facebook, Instagram, Youtube e Twitter, che non conoscono un mondo senza internet e social media, con cui hanno imparato a giocare, studiare, pensare e relazionarsi.

La strada verso un internet sicuro si conferma piena di sfide e serve sensibilizzare al corretto uso della rete, per generare consapevolezza su temi come cyberbullismo, social network, identità digitale, privacy online. Una missione ribadita oggi, come ogni anno a febbraio, dal Safer Internet Day 2022, la giornata mondiale per la sicurezza in rete, istituita e finanziata dalla Commissione Europea e promossa dalla rete dei centri “Internet più sicuro” negli stati membri. L’evento coinvolge giovani, genitori, assistenti, insegnanti, istituzioni e rappresentanti di imprese, chiamati a collaborare per la creazione di un mondo online migliore. 

I dati, cresce la consapevolezza dei rischi

Nello scenario delle crescenti minacce non manca qualche dato positivo, anche nel nostro Paese. Dopo il lockdown che ha segnato per i giovani il record di ore passate davanti a pc, tablet e telefonini, negli ultimi mesi con il graduale ritorno alla normalità, diminuisce il tempo trascorso in rete. Se infatti, tra il 2019 e il 2020, la percentuale dei giovani connessi dalle 5 alle 10 ore al giorno era passata dal 23% al 59%, nell’ultimo anno il dato inizia a tornare sui livelli pre-pandemia e si attesta al 42%. Anche i ragazzi che si dichiarano sempre connessi, scendono dal 18% del 2021 al 12% della prima rilevazione del 2022. I giovani hanno anche maggiore consapevolezza dei rischi del Web, chiedono loro stessi più sicurezza e sono più motivati a condividere le informazioni per una corretta gestione della rete. Fondamentale in questo caso il ruolo della scuola; il 55% degli studenti sostiene di aver ricevuto indicazioni sulla sicurezza online soprattutto dai docenti, un dato quasi doppio rispetto a dodici mesi fa, segno dei passi avanti fatti dal Paese anche nella didattica. Ad attestare tali trend sono i dati della ricerca effettuata da Generazioni Connesse su un campione di quasi 2.500 studenti di scuole secondarie di primo e secondo grado, nell’ambito del programma di iniziative organizzate dal Ministero dell’Istruzione, e presentata nel corso del Sid 2022.

Patrizio Bianchi, Ministro dell'Istruzione
Patrizio Bianchi, Ministro dell’Istruzione – Safer Internet Day 2022

Non solo, negli ultimi due anni si osserva un uso più consapevole dei social network da parte dei giovani. I dati 2021 confrontati con il 2019 mostrano infatti che 7 ragazzi su 10 (11-30 anni) temono che l’eccessiva visibilità possa compromettere la loro sicurezza in casa. Per questo, sempre in meno raccontano sui social network dettagli su cosa fanno e quando. Scende del 5% la quota di giovani che si geolocalizza (ricerca Verisure-Skuola.net).

Ulteriori segnali positivi arrivano dall’edizione 2022 del Microsoft Digital Civility Index. Il Web è percepito oggi come un luogo più civile e sicuro rispetto a un anno fa e scende lievemente a livello globale l’esposizione di giovani e adulti ai rischi online. In particolare, l’Italia sale di due posizioni e si classifica al 10° posto su 22 per l’esposizione ai rischi della rete. In cima alla classifica i Paesi Bassi, seguiti da Germania e Regno Unito. Per contro, sono le donne le più esposte ai rischi online: il 57% contro il 43% degli uomini, sia in età adolescenziale sia in età adulta, seppure la percentuale scenda lievemente in Italia. Il protrarsi della pandemia unito a quella che è definita “Covid fatigue” produce poi un peggioramento del livello di civiltà online, in netta crescita per il 40% degli italiani rispetto al 23% dello scorso anno. Contatti indesiderati, fake news e sexting indesiderato restano i rischi più comuni; discriminazioni, false notizie, hate speech i rischi online che crescono di più negli ultimi cinque anni. Confermata la maggior consapevolezza sui comportamenti incivili online e la fiducia nella gestione dei rischi, anche in Italia. Pratiche come meeting online e didattica integrata digitale, sempre più comuni e pervasive, vi contribuiscono maggiormente. Tutti si dichiarano infine concordi sulla necessità di portare avanti programmi di education e formazione sui corretti comportamenti da tenere online.

“In un momento storico come quello attuale, che ci ha portato a trascorrere più tempo della nostra vita online rispetto al passato, è confortante vedere crescere la consapevolezza nei confronti degli atteggiamenti incivili e la capacità di gestione del pericolo – commenta Matteo Mille, chief marketing and operations officer di Microsoft Italia. Resta preoccupante il fatto che le donne siano le più esposte. Appuntamenti come il Safer Internet Day restano quindi indispensabili per sensibilizzare tutti a un uso più consapevole delle nuove tecnologie. Il digitale può generare opportunità straordinarie per migliorare la qualità della nostra vita, saper usare i nuovi strumenti in modo sicuro è fondamentale per un cambiamento positivo”.

Il ruolo di scuola e istituzioni 

“Il digitale ci offre la possibilità di aprire la scuola, di allargarla sempre di più per condividere progetti di studio e di vita – dichiara Patrizio Bianchi, Ministro dell’Istruzione -. Le competenze digitali che trasmettiamo alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi non riguardano solo la capacità di conoscere gli strumenti, ma di governarli. E il mio invito è a farlo con responsabilità. In questo, la scuola svolge un ruolo fondamentale: ha il compito di fornire gli strumenti per navigare nel nostro tempo. Le parole sono pietre, spesso vengono lanciate in rete con poca attenzione, ma ogni parola conta e la scuola deve insegnarlo”.

Come impegno immediato, parte contestualmente a Safer Internet Day 2022 la nuova campagna “Il Mese della Sicurezza in Rete” promosso dal Ministero dell’istruzione e da Generazioni Connesse. Durante tutto il mese di febbraio le scuole possono partecipare ad attività formative e di sensibilizzazione relative all’uso consapevole degli strumenti digitali. 

“La rete ormai è la proiezione virtuale della nostra vita reale ed è pertanto importante dare ai ragazzi la percezione dei rischi – dichiara in tv Ivano Gabrielli, direttore della Polizia di Stato. Il minimo comune denominatore dei comportamenti sbagliati sta proprio nella scarsa percezione dell’importanza della propria identità digitale, dei propri dati e di quanto gravi possono essere le conseguenze di un’azione sbagliata anche del mondo virtuale. Dobbiamo educare i nostri ragazzi ad andare progressivamente da soli del mondo del Web, non lasciarli subito con un oggetto in mano che gli dà l’ingresso in un mondo sconosciuto e far capire loro quanto sia importante non fornire i propri dati e diffidare da sconosciuti, da chi chiede foto, immagini. Essere prudenti, prenderli per mano e controllandoli, magari navigando un po’ con loro per far comprendere il rischio di un incontro virtuale”.

“Ogni giorno nel mondo 175mila bambini e ragazzi si connettono per la prima volta a Internet: uno ogni mezzo secondo – fa sapere Carmela Pace, presidente dell’Unicef Italia. A seconda delle loro età hanno bisogno di forme diverse di supporto, consapevolezza e libertà. Per questo lanciamo oggi la versione italiana del Commento n. 25 del Comitato Onu sui Diritti dell’Infanzia, con l’obiettivo di fornire uno strumento utile alla protezione dei minorenni in rete, affinché vengano rispettati i loro diritti – come ricevere informazioni corrette sui rischi e i pericoli online – e per facilitare un adeguamento delle politiche e delle normative che li vedono protagonisti in relazione all’ambiente digitale”.

Nell’universo virtuale servono diritti reali – sottolinea Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro –. La grande sfida di oggi per noi adulti è di accompagnare i più giovani nella rete: scuola, genitori, istituzioni e aziende sono tutte chiamate a ripensare regole e approcci al mondo digitale – problematiche emergenti quali metaverso, gaming, big data e intelligenza artificiale -, come parte integrante del processo formativo e di socializzazione dei minori. Dobbiamo comprendere il cambiamento in atto per seguire i nostri bambini e adolescenti; ecco perché è fondamentale creare momenti di approfondimento e confronto sulla materia, trovando risposte concrete”.

Guardando oltre i confini italiani, la Commissione europea propone da questa primavera una nuova strategia per sostenere le competenze digitali, garantire esperienze adeguate all’età e stimolare la partecipazione dei minori. Aule ben attrezzate e insegnanti dotati di competenze digitali, ambienti digitali sicuri per i minori, fanno parte dei diritti e dei principi digitali proposti a gennaio in una dichiarazione che guiderà la trasformazione digitale nell’Ue.

Thierry Breton, commissario europeo per il Mercato interno

La strategia, che ha influenzato le politiche nazionali nella maggior parte degli Stati membri dell’Unione europea e le azioni su temi quali le notizie false, il bullismo online o l’esposizione a contenuti nocivi, tocca ogni anno migliaia di scuole e giovani, ma anche genitori e insegnanti. Il portale Better Internet for Kids, la piattaforma paneuropea di risorse, è lo strumento che vuole fornire a minori, loro genitori ed educatori una serie di informazioni, orientamenti e risorse su questioni connesse a internet.

“La rete dovrebbe essere un ambiente positivo e sicuro per i bambini e i giovani, dove i loro diritti siano tutelati e rispettati – è il messaggio di Thierry Breton, commissario europeo per il Mercato interno. Così come forniamo ai nostri figli le competenze di base per poter andare in bicicletta in sicurezza, li dobbiamo dotare collettivamente delle competenze necessarie per navigare in sicurezza nel mondo online“. 

Impegno delle aziende, interpreti del cambiamento

In questo scenario, i player del mondo della cybersecurity sono chiamati a fare la loro parte per rendere internet più sicuro per tutti oltre che per garantire la continuità aziendale dei loro clienti. Nel corso dell’evento, si apre il confronto e si condividono le strategie.

“I rischi cui possono incorrere bambini ed adolescenti, durante la navigazione online, ed in particolare nell’uso quotidiano dei dispositivi tecnologici, sono in continua evoluzione, ed è per questo importante che gli adulti si tengano aggiornati dimostrando un interesse condiviso e buone competenze riguardo alle attività online dei loro figli – dichiara Cesare D’Angelo, general manager Italy di Kaspersky –. Il modo migliore per gli adulti di proteggere i più piccoli dai rischi della navigazione online, è infatti quello di rafforzare la propria competenza digitale, conoscere il mondo del Web, essere in grado di individuare e sfruttare le opportunità che offre, ma anche saper valutare in modo obiettivo e critico i potenziali pericoli che vi si nascondono”

“Tenere i più giovani lontani dal Web non è pensabile – interviene Fabio Cislaghi, business development manager di Kinston Technology Italia . Quello che invece possiamo e dobbiamo fare è educare i ragazzi a un utilizzo sano della rete e, più in generale, dei sistemi digitali. Complice anche la pandemia, negli ultimi anni l’intrattenimento online e il consumo di giochi digitali è dilagato tra i ragazzi ed è dunque fondamentale prestare attenzione al tipo di contenuto che i giovani vanno a fruire. Anche parlando nello specifico di videogiochi, è bene precisare che non tutti sono indicati per una fascia di età bassa. Noi di Kingston desideriamo portare avanti il nostro impegno nell’educazione alla sicurezza del gaming per tutte le fasce d’età”. Con questo obiettivo, Kingston ricorda quanto sia fondamentale per un genitore comprendere le classificazioni assegnate secondo il Pan European Game Information (Pegi), il metodo di classificazione dei videogiochi in base all’età in 38 paesi europei. 

Sul tema della sensibilità dei dati, commenta Cristina Parigi, country manager di CM.com Italia: “Le organizzazioni bancarie e sanitarie, ma anche coloro chi si occupano di finanza ed assicurazioni, risorse umane e immobili, si trovano oggi a gestire un importante numero di informazioni confidenziali che devono essere altamente sicure e facilmente accessibili. La sicurezza dei dati e dei documenti sono importanti per la  nostra azienda e le nostre soluzioni (in particolare, Sign, la soluzione di firma digitale) aiutano i nostri clienti nel cammino verso un mondo digitale più sicuro e affidabile. CM.com ha il pieno controllo di tutti i dati, inclusi trasporto, crittografia e accessibilità e la sua priorità è di garantire la disponibilità, l’integrità e la riservatezza della nostra piattaforma”. 

Dynabook sottolinea l’importanza di una formazione trasversale: “Lo smart working è una delle principali cause degli aumenti degli attacchi registrati dall’inizio della pandemia. Sensibilizzare i team sulle procedure di cybersecurity per la protezione dei dati può fare la differenza. La formazione non dovrebbe però concentrarsi solo sullo sviluppo e sul miglioramento delle hard skill, ma anche delle competenze. Le policy di sicurezza dovrebbero essere parte integrante della cultura aziendale e non un ostacolo in termini di produttività o generazione di servizi. È importante infine rafforzare il messaggio che la sicurezza è parte di un sistema complessivo e che deve essere applicata in modo condiviso e partecipativo”.

Da Avm alcuni suggerimenti basilari per una navigazione sicura che ricordare non è mai inutile. La password è la nostra prima protezione: scegliere password difficili da individuare, con almeno otto caratteri, con simboli, numeri ed evitare sequenze banali. Differenziare le password in modo da non usare la stessa per più account. Prestate sempre molta attenzione a messaggi email e link che si ricevono, anche se sembrano provenire da una persona fidata o da un’azienda conosciuta. Attenzione agli errori grammaticali e alle richieste urgenti, controllare sempre l’indirizzo del mittente e non fornite mai informazioni personali. Ricordarsi di uscire dagli account utilizzati e di cancellare i cookie e la cronologia della navigazione; un account attivo può tracciare il traffico internet e far sapere quali siti stiamo visitando. Disattivare il wi-fi quando non utilizzato, ad esempio durante la notte. Controllare e aggiornate con regolarità i software e le app.

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