Entro un orizzonte di 3-5 anni saranno disponibili le prime applicazioni commerciali per il quantum computing ma già un’azienda su quattro sta utilizzando le tecnologie quantistiche, o ha in programma di farlo, ed una su cinque afferma di voler intensificare gli investimenti in queste tecnologie a partire dall’anno prossimo.
Lo dicono i numeri della ricerca Quantum Technologies, How To Prepare Your Organization For a Quantum Advantage Now. Tra novembre e dicembre 2021 Capgemini ha intervistato rappresentanti di 857 organizzazioni in merito al loro utilizzo di tecnologie quantistiche o all’intenzione di farlo, e ha condotto un’indagine su 200 dirigenti che lavorano o prevedono di lavorare con tecnologie quantistiche. Ad integrazione dell’indagine sono state effettuate 30 interviste a professionisti di enterprise, startup, esponenti del mondo accademico, venture capitalist ed esperti della community che si dedicano alla tecnologia quantistica.
E nei risultati non mancano le sorprese. Si pensa infatti quasi sempre alle discipline quantistiche per il mondo IT riferendosi esclusivamente ai calcolatori.

Elham Kashefi
Elham Kashefi, docente di quantum computing alla School of Informatics dell’Università di Edimburgo

Lo studio evidenzia invece che sì il quantum computing presenta il più alto potenziale tra tutte le applicazioni quantistiche, ma è il comparto meno maturo, anche se raccoglie l’interesse degli investitori e importanti capitali. “Potrebbe essere necessario un altro decennio per costruire un computer quantistico universale perfettamente funzionante – spiega Elham Kashefi, docente di quantum computing alla School of Informatics dell’Università di Edimburgo, director of Research al Centre national de la recherche scientifique (Cnrs) dell’Università Sorbona e co-fondatore di Veriqloud – : ma già nei prossimi anni potremo sviluppare applicazioni di grande impatto basate su dispositivi quantistici, purché si riescano a ottimizzare e adattare i relativi algoritmi all’hardware in corso di sviluppo, dotato di processi di verifica su misura”.

Comunicazioni quantistiche e sensori quantistici sono da considerare almeno con il medesimo interesse. Nel primo caso – le comunicazioni quantistiche – è possibile indirizzare i nuovi requisiti legati alla sicurezza delle informazioni, per proteggerne gli scambi, così come le infrastrutture critiche abilitate da IoT e cloud all’interno delle organizzazioni e i data center in cloud. Già oggi queste tecnologie sono in fase di implementazione e la loro scarsa diffusione è piuttosto riconducibile alla mancanza ancora nella definizione degli standard (per il 58% delle aziende operative in questo ambito).

Per quanto riguarda i sensori quantistici si può parlare invece di una maturità ancora maggiore, anche se più di nicchia. Si prevede in questo caso che mano a mano diventeranno più piccoli, i sensori saranno anche più economici ed efficienti dal punto di vista energetico, come per quanto riguarda le misurazioni così da poter essere utilizzati negli ambiti più svariati (healthcare, difesa, automotive, oil&gas, telco, etc.).

Quantum Technology Adoption
Quantum Technology Adoption (fonte: Capgemini)

I Paesi in cui maggiore è il numero di aziende che utilizzano tecnologie quantistiche o prevedono di farlo a breve, a sorpresa, sono Cina (43%) e Olanda (42%), seguono Germania e Regno Unito con una percentuale sensibilmente inferiore (26%), molto vicina alla media globale (23%). Poco meno del 30% delle aziende lo fa da appena due anni, mentre la maggior parte di esse è operativa sul campo già da oltre due anni. 
Sulla base di questa expertise, le tecnologie quantistiche stanno passando dall’essere esclusivamente oggetto di ricerca ad avere implementazioni nel mondo reale, è così in un’azienda su cinque che dichiara di aver raggiunto la fase di trial o proof of concept, casi d’uso interessanti sono dichiarati da un’azienda su quattro ed un ulteriore 23% delle realtà si sta preparando per la fase di implementazione.

Ecosostenibilità, lo studio di materiali per le batterie, cybersecurity, sensori medici e sistemi di riduzione delle emissioni di gas nocivi sono tra gli ambiti di utilizzo più indagati dalla ricerca perché già nelle corde delle aziende, mentre le organizzazioni attive nel settore dei servizi finanziari sfruttano le tecnologie quantistiche per il benchmarking sui rischi dei portafogli finanziari e la relativa ottimizzazione, ed in ambito life science il quantum computing è utilizzato per accorciare i cicli di sviluppo dei farmaci.

Pascal Brier
Pascal Brier, Cio Capgemini

“Prepararsi oggi – commenta Pascal Brier, Chief innovation officer e membro del Group Executive Committee di Capgemini – è fondamentale per poter sfruttare il potenziale di queste tecnologie nel momento in cui le loro applicazioni commerciali diventeranno mainstream: ecco perché il nostro team internazionale di esperti nel campo della tecnologia quantistica è al lavoro per svilupparne il potenziale e metterlo a disposizione dei nostri clienti”.

La ricerca Capgemini, infatti, evidenzia anche le difficoltà. Sette aziende su dieci tra quelle che utilizzano tecnologie quantistiche ritengono che, a causa dei lunghi cicli di sviluppo dei prodotti nel loro business, sia necessario tempo per acquisire competenze, identificare problemi e casi d’uso, sperimentare in laboratorio, avviare collaborazione e integrare le tecnologie quantistiche nei processi, anche se il 58% delle realtà afferma che i board, nell’ultimo anno, abbiano supportato lo sviluppo di iniziative quantistiche.

La ricerca non lesina quindi consigli: è necessario cominciare a prepararsi per cogliere i vantaggi offerti dalle tecnologie quantistiche, e, una volta definiti i casi d’uso, le organizzazioni dovrebbero effettuare test con il supporto di un piccolo team di esperti. Da qui è necessario trasformare i casi d’uso più interessanti in test quantistici su piccola scala, lavorare in partnership con i technology provider e pensare ad una strategia per portare in scala le competenze in ambito quantistico.

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