Concluso il Council Meeting At Ministerial Level (CM22), che si è tenuto nell’ultima settimana di novembre a Parigi, è tempo di bilanci. I Consigli Ministeriali Esa sono appuntamenti triennali nei quali si decidono le attività e gli stanziamenti finanziari per i programmi obbligatori e opzionali dei successivi anni. E durante l’ultimo appuntamento l’Agenzia Spaziale Europea (Esa) ha deciso il rafforzamento della posizione europea a livello internazionale per consentire all’Europa di competere per quanto riguarda le attività nello spazio. Un ambito in cui il nostro Paese non manca di eccellenze, a fronte di un mercato il cui valore supera a livello globale i 300 miliardi di euro all’anno (per quasi il 40% legato ai servizi satellitari). Sono poi eccellenze che sappiamo esprimere non solo attraverso i grandi gruppi industriali (basterebbe citare Leonardo), ma anche le nostre Pmi tanto che il nostro Paese è terzo per i contributi che apporta (segue la Francia e la Germania), ma primo per quanto riguarda i programmi opzionali. 

Adolfo Urso
Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy

A Parigi, la delegazione italiana guidata da Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, con delega al coordinamento delle politiche dello spazio e dell’aerospazio, accompagnato da Luca Sabbatucci, ambasciatore e rappresentante permanente dell’Italia presso le organizzazioni internazionali e da Giorgio Saccoccia, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), ha lavorato sui principali dossier proposti da Esa ed in particolare sulla ripresa del programma di esplorazione marziana, denominato ExoMars, che è a guida italiana e permetterà all’Europa di atterrare su Marte dopo lo stop forzato dovuto alla aggressione all’Ucraina e alla conseguente interruzione dei rapporti con la Russia per questa missione. CM22 è stata inoltre l’occasione per la sottoscrizione italiana dell’avvio di un nuovo programma, Moonlight, mirato allo sviluppo di un sistema di telecomunicazioni e navigazione lunari con i servizi associati, come nuovo contributo europeo al programma Artemis della Nasa, con una forte convergenza con il Regno Unito.

“La strategia di investimento adottata dall’Italia in questa ministeriale – spiega Giorgio Saccoccia, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) – è stata orientata ad un consolidamento del posizionamento complessivo nazionale in Europa e ad un incremento delle opportunità per l’Italia per competere nei settori a forte crescita dello spazio, quali, tra l’altro, l’osservazione della terra, l’esplorazione umana e la robotica, il trasporto spaziale”. E su questi spunti riportiamo quanto ha espresso la due giorni parigina. 

Giorgio Saccoccia
Giorgio Saccoccia, presidente Asi

Per quanto riguarda il trasporto spaziale si è confermata la sottoscrizione dedicata al programma Vega. Ricordiamo che Vega è acronimo di Vettore Europeo di Generazione Avanzata, e concretamente è un vettore operativo in uso dalla Arianespace, sviluppato in collaborazione dall’Agenzia Spaziale Italiana e l’Agenzia Spaziale Europea per il lancio in orbita di piccoli satelliti. La sottoscrizione supporta sia attività di miglioramento dell’attuale versione Vega C, che la continuazione dello sviluppo di Vega E fino al completamento e rappresenta una quota importante del nostro contributo ai programmi Esa per i prossimi anni. Inoltre sono state gettate le basi di un importante contributo italiano ai lanciatori riutilizzabili del futuro.

L’Italia infine ha un peso importantissimo a livello nazionale, europeo e internazionale nel settore dell’Osservazione della Terra, ed è stato sottoscritto tra gli altri il programma Future EO, che prepara alle prossime missioni e sviluppa i nuovi strumenti tecnologici di osservazione europei.
Lo sforzo economico complessivo dei Paesi (22 sono gli stati membri) che hanno partecipato a CM22 è di 16,9 miliardi di euro, e l’Italia vi contribuisce per oltre tre miliardi di euro sui prossini cinque anni (dietro Germania e Francia), con un incremento superiore al 20% rispetto alla precedente ministeriale del 2019. Tale ammontare rappresenta circa 18,2% del contributo globale.

A conclusione della due giorni di lavoro e di consultazioni bilaterali con i partner per la definizione degli investimenti sui programmi già in essere come su quelli futuri, la soddisfazione di Urso: “Abbiamo tutelato gli interessi della ricerca, dell’innovazione e dell’intera filiera industriale fatta sia di grandi imprese, player mondiali, ma anche, e ne siamo consapevoli e orgogliosi, delle nostre Pmi, particolarmente innovative. Siamo inoltre fiduciosi che, anche sulla base della dichiarazione congiunta firmata ieri con i miei omologhi di Francia e Germania e dei colloqui con diversi ministri europei, nostri significativi partner ]…[ si è imboccata la strada giusta per costruire il futuro dello spazio in Europa, nel quale l’Italia avrà un ruolo da protagonista”.

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