Il potenziale del digitale per l’evoluzione del nostro sistema sanitario nazionale non è in discussione, ma ne ‘costituisce‘ solo la premessa, in un contesto in cui serve razionalizzare le risorse, ripensare con razionalità i canali di accesso del paziente/utente alle strutture/professionisti della sanità e rimodulare i mix della spesa con la flessibilità necessaria a non trascinare nel tempo in modo ‘rigido’ le categorie di costo. Ancora prima, e comunque insieme, bisogna realizzare l’ideale di un network e di piattaforme in grado di fare incontrare domande e offerta, di mettere in rete gli attori della sanità, le soluzioni, le risorse. Ne parliamo con Cesare Guidorzi, VP Hospital & Public Business Doctolib

La sanità sta vivendo una forte fase di accelerazione (e attenzione) legata anche ai fondi del Pnrr dedicati alla Missione Salute. Dal vostro osservatorio, quali sono le urgenze che devono essere ancora sanate e quanto è stato fatto in questo ultimo anno.

Il Pnrr ha dato una spinta al tema del digitale nel nostro sistema sanitario, basti pensare agli investimenti previsti per la telemedicina e Fascicolo Sanitario Elettronico, ma si tratta comunque di capitoli di spesa di gran lunga inferiori alla mole economica complessiva, focalizzata prevalentemente su infrastrutture materiali. Crediamo fermamente che l’innovazione digitale sia la premessa per un Sistema Sanitario Nazionale moderno ed efficiente, ma anche che questa transizione sia accompagnata da un ripensamento dei processi. Alla luce della decisione di ridurre il numero di Case della Comunità previste, ad esempio, sarà necessario definire con maggiore razionalità i canali di accesso del cittadino alle strutture di assistenza territoriale, con un forte investimento a supporto del digitale per favorire l’accesso ai cittadini e per i professionisti nelle loro attività quotidiane. Ad esempio, perché non fare il triage infermieristico in televisita prima che il paziente si rechi fisicamente al pronto soccorso? Al termine dei progetti Pnrr dovremo però avere la lungimiranza di cambiare il mix di spesa a favore di tecnologia e servizi informatici, evitando la logica di trascinamento dei budget con percentuali di spesa costanti per categoria di costo. In altre parole: più intelligenza e meno mattoni.

Un ecosistema complesso ruota attorno al mondo della Sanità. In che modo è possibile facilitare, grazie alle tecnologie digitali, la relazione tra tutti gli interlocutori (pazienti, medici, presidi, enti)? Quali competenze servono e in che modo accrescerle?

Cesare Guidorzi, VP Hospital & Public Business di Doctolib
Cesare Guidorzi, VP Hospital & Public Business di Doctolib

Se pensiamo all’evoluzione del sistema sanitario negli ultimi 20-30 anni osserviamo come gli attori che si inseriscono nel patient journey sono aumentati in modo considerevole. Da un sistema originariamente binario, ospedale – medico di medicina generale, abbiamo oggi sul territorio specialisti, infermieri di famiglia e comunità, farmacie, hospice, centri di riabilitazione, etc., con la conseguenza che si viene a creare una grande esigenza di coordinamento ed integrazione. Questo implica la necessità di estendere i network di interazione, che nascono storicamente ristretti a singole strutture, aprendoli e collegandoli a network allargati che possano integrare tutti gli attori. Per fare ciò è necessario ripensare gli strumenti necessari a cittadini e professionisti, per rendere più agevole l’interazione e migliorare l’outcome clinico nei diversi percorsi assistenziali. Questi strumenti devono assicurare inevitabilmente i più alti livelli di sicurezza, interoperabilità, ma soprattutto di facilità di utilizzo e velocità di adozione per venire incontro alle diverse necessità.

Quali sono le strategie della vostra azienda in questo scenario complicato di trasformazione? Come si rimodella la vostra offerta?

Doctolib porta con sé il Dna di piattaforma di incontro della domanda e dell’offerta di servizi sanitari. Realizza pertanto una rete allargata che consente di sviluppare l’ecosistema sanitario digitale a cui deve tendere il Paese. Questa visione è nuova per il nostro mercato, che ha generato soprattutto ecosistemi digitali “chiusi”, per quanto con visioni spesso anche molto innovative, che tuttavia faticano a collaborare fra loro. Pertanto noi portiamo soluzioni pronte, in cloud, in grado di essere adottate rapidamente e che di fatto sono già utilizzate da pazienti e professionisti e sulle quali è possibile costruire le connessioni e i processi che servono alla nuova sanità integrata sul territorio. Ad esempio in questi giorni abbiamo lanciato SIILO, piattaforma di collaborazione sicura fra clinici che consente a qualunque professionista sanitario di essere identificato e certificato e di entrare in contatto e collaborare in sicurezza e in modo Gdpr compliant con qualsiasi altro professionista sanitario d’Italia e d’Europa. E’ una visione assolutamente innovativa che ci aspettiamo porti un forte contributo alla trasformazione del nostro sistema sanitario e una spinta all’accelerazione della digitalizzazione dei processi sanitari.

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