L’edizione 2024 del report Human Capital Trends di Deloitte Consulting evidenzia alcuni trend chiave che stanno ridefinendo il mondo del lavoro. In particolare, la ricerca esplora come l‘AI stia trasformando il concetto di fiducia nelle relazioni lavorative e come le microculture aziendali influenzino le dinamiche organizzative.
Proposto come sondaggio 2024 Global Human Capital Trends coinvolge 14mila leader aziendali e delle risorse umane, nei diversi settori di diverse industry, distribuiti in 95 Paesi, Italia compresa. L’indagine è integrata inoltre con sondaggi su specifiche categorie di lavoratori, un approccio che permette di rappresentare il punto di vista della forza lavoro ed individuare eventuali divari tra la percezione dei leader e la realtà vissuta dagli impiegati.
Uno dei temi centrali emersi dal rapporto è la necessità di ridefinire i modelli di misurazione della performance. Solo il 17% degli intervistati dichiara che la propria organizzazione è molto efficace nel misurare il valore aggiunto generato dalle persone. Ma, in Italia, il 41% degli intervistati ritiene anche che la propria organizzazione stia migliorando in questo ambito e stia mettendo in campo un impegno concreto per sviluppare nuovi modelli di valutazione della performance.
E’ un elemento considerato cruciale nel rapporto tra organizzazione e dipendenti, la fiducia, specialmente in un contesto caratterizzato da disinformazione, scelte di outsourcing, fusioni, ridimensionamenti, trasformazione digitale e diverse modalità di approcciare il tema del “ritorno in ufficio”. In Italia, l’87% percento degli intervistati considera la fiducia e la trasparenza tra lavoratori e organizzazione molto importante (31,82%) o addirittura fondamentale (55,68%).
Competenze high-tech e sull’AI strategiche
In coerenza con i numeri di GenZ e Millennial Survey 2024, sempre di Deloitte, anche la nuova ricerca evidenzia che l’accelerazione dell’uso dell’AI nei prossimi cinque anni è prevista da ben tre organizzazioni su quattro. Ma solo il 13% dei lavoratori ha ricevuto formazione sulle competenze relative all’AI nell’ultimo anno.
Tra gli utilizzatori dell’AI generativa, 8 su 10 tra i lavoratori GenZ e l’84% dei Millennial ritiene che questa avrà un effetto migliorativo sul work-life balance, mentre il 79% della GenZ e l’86% dei Millennial pensa che l’AI consentirà di lavorare meglio.
Si aggiungono a questi rilievi i dati secondo cui solo il 43% delle organizzazioni ha avviato programmi di formazione e reskilling per integrare al meglio le competenze umane con quelle delle macchine.
Con il dato significativo secondo il quale il 76% degli intervistati desidera che la propria organizzazione li supporti nell’immaginare come utilizzare le loro competenze umane in un contesto sempre più tecnologico. Alessandro Ghilarducci, Human Capital leader di Deloitte Consulting: “La collaborazione tra uomo e tecnologia è tra le frontiere più interessanti del mondo del lavoro. Le organizzazioni che stanno introducendo l’intelligenza artificiale incoraggiano la creatività e la curiosità dei propri lavoratori. Consentendo ai dipendenti di sperimentare nuovi strumenti e di esplorare il potenziale dell’innovazione tecnologica, possiamo ottenere risultati aziendali migliori basati sull’integrazione tra competenze umane e competenze abilitate dalla tecnologia”.
Le microculture aziendali, performance e produttività
Interessante il capitolo della ricerca relativo alle “microculture“ all’interno delle organizzazioni, che sono sempre più rilevanti. Il 73% dei leader aziendali riconosce che la cultura può variare tra team e gruppi di lavoro, e oltre sette lavoratori su dieci ritengono che queste differenze influenzino significativamente il modo di lavorare quotidiano. Un rilievo evidenziato dal fatto che il 73% dei lavoratori che ha lasciato la propria organizzazione lo ha fatto per mancanza di un allineamento culturale.
Ridefinire i modelli di misurazione della performance, investire nella formazione e nel reskilling, e valorizzare le diversità interne sono quindi passi cruciali per costruire un’organizzazione resiliente e innovativa e le organizzazioni che riusciranno a bilanciare efficacemente le capacità umane e tecnologiche, promuovendo al contempo la fiducia e la trasparenza, saranno quelle che prospereranno nel futuro del lavoro.
Chiude e commenta Ghilarducci: “Mentre le organizzazioni cercano di plasmare e adattarsi al futuro del lavoro in rapida evoluzione, dare priorità alle human performance è la chiave per costruire un’organizzazione in grado di prosperare ]…[. Dando priorità a questo aspetto piuttosto che alla produttività intesa in senso tradizionale è possibile migliorare engagement, creatività, innovazione, benessere e risultati di tutta l’organizzazione”.
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