Apple – che ha annunciato a inizio giugno durante la Wwdc 2024 la propria piattaforma di AI battezzata Apple Intelligence con impatti sullo sviluppo del sistema operativo iOS – ha deciso nei giorni scorsi di non introdurre le sue funzionalità di AI nel mercato europeo.

Una decisione che ha comunicato la stessa Apple dall’headquarter di Cupertino, legata alle misure imposte dalla normativa europea Digital Markets Act (Dma) che frena il potere delle big tech sul mercato europeo. In particolare, il ripensamento di Apple sarebbe legato al tema dell’interoperabilità pretesa dal Dma, per timore di compromettere l’integrità dei propri sistemi e di mettere a rischio la privacy degli utenti e la sicurezza dei loro dati.

La legge, approvata a marzo dai 27 Paesi dell’Unione Europea, sta facendo il suo dovere. E oggi – 24 giugno – la Commissione Europea ha ribadito la sua opinione preliminare nei confronti di Apple, secondo la quale le regole dell’Apple Store violerebbero il Digital Markets Act, impedendo agli sviluppatori di app di indirizzare liberamente e gratuitamente i consumatori verso canali alternativi per offerte e contenuti. E’ il terzo avvertimento della UE nei confronti di Apple: già il 4 marzo scorso, l’Antitrust europea le aveva inflitto una multa record da 1,8 miliardi di euro per violazioni delle regole sulla concorrenza per i servizi di streaming musicali, per poi aggiungere lo scorso 2 maggio un’ulteriore opinione preliminare su abuso di posizione dominante per il sistema di pagamento mobile Apple Pay.

Ha dichiarato Margrethe Vestager, Evp Commissione Europea con delega all’Antitrust:Oggi è un giorno molto importante per l’efficace applicazione del Dma: abbiamo inviato i risultati preliminari ad Apple. La nostra posizione preliminare è che Apple non consente completamente lo steering (cioè la possibilità di indirizzamento degli utenti verso canali alternativi, Ndr). La direttiva è fondamentale per garantire che gli sviluppatori di app siano meno dipendenti dagli app store dei gatekeeper e che i consumatori siano consapevoli di offerte migliori. Abbiamo anche aperto procedimenti contro Apple in relazione alla sua cosiddetta commissione tecnologica di base e a varie regole per consentire app store di terze parti e sideloading. La comunità degli sviluppatori e i consumatori sono desiderosi di offrire alternative all’App Store. Indagheremo per assicurarci che Apple non mini questi sforzi”. 

Il riferimento alla commissione tecnologica richiesta da Apple (Core Technology Fee) riguarda il modello per cui gli sviluppatori di app di terze parti e App store devono pagare un fee di 0,50 euro per ogni app installata e il percorso ad ostacoli che gli utenti della casa di Cupertino devono intraprendere se vogliono scaricare e installare app alternative sui propri device. Tutte procedure contrarie al Dma secondo Bruxelles, tenendo conto che ad oggi Apple non consente canali di distribuzione alternativi.

Nel frattempo Apple procede per la sua strada, desiderosa di recuperare terreno sul mondo dell’AI, dopo avere accumulato anni di ritardo rispetto alle altre big tech che stanno cavalcando l’intelligenza artificiale dal dicembre 2022. E lo fa stringendo amicizia per la sua Apple Intelligence con concorrenti e terze parti più avanti sul terreno dell’AI, con un approccio aperto rispetto al proprio Dna.

Oltre alla partnership annunciata alla Wwdc 2024 con OpenAI per portare ChatGpt nei propri sistemi operativi, Apple sta già lavorando con Google, Anthropic e Perplexity per integrare funzionalità di AI nella propria intelligenza. E oggi si vocifera (Wall Street Journal) che è prossima la partnership con Meta, nonostante la visione di Mark Zuckerberg e quella di Tim Cook siamo molto diverse in tema privacy. Meglio essere amici che competitor in questa fase di sviluppo. Poi si vedrà.

PS: Per dovere di cronaca, Nvidia – di cui abbiamo seguito la scalata in questi mesi sorpassando via via tutte le big tech del settore, ha scalzato anche Microsoft dal gradino più altro del podio la scorsa settimana. E’ oggi la prima azienda sul mercato per capitalizzazione (3.300 miliardi di dollari), seconda Microsoft (3.320 miliardi di dollari), terza Apple (3.280 miliardi di dollari).

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