Ogni anno Gartner valuta le tendenze tecnologiche che promettono di trasformare il panorama digitale negli anni successivi. E proprio in occasione del Symposium/Xpo del 2024 nell’ultima decade di ottobre, gli analisti hanno presentato una lista di dieci tendenze tecnologiche che potrebbero guidare le trasformazioni strategiche nelle organizzazioni per il 2025. I trend solo in parte ripercorrono previsioni degli anni scorsi, di sicuro riflettono lo stato attuale dell’innovazione tecnologica, ed esplorano l’evoluzione dell’intelligenza artificiale, della sicurezza e dell’interazione uomo-macchina. Ogni trend poi si presenta con sfide e opportunità per le organizzazioni, che dovranno adottare approcci etici, responsabili e innovativi per mantenersi competitive, per questo nell’analisi dedichiamo lo spazio necessario ad evidenziare implicazioni e rischi.
Agentic AI
L’Agentic AI è progettata per agire autonomamente, senza intervento umano diretto, per raggiungere obiettivi definiti dall’utente. Può pianificare e prendere decisioni in modo indipendente, incrementando la produttività. Si prevede che i sistemi agentici diventeranno fondamentali per le operations aziendali e secondo Gartner, entro il 2028, almeno il 15% delle decisioni quotidiane nelle organizzazioni saranno prese autonomamente da questi sistemi. Agentic AI è utile in particolare quando in contesti aziendali complessi ci sono da prendere decisioni ripetitive o che richiedono calcoli molto complessi che possono essere automatizzate. Per esempio, nella gestione delle supply chain, l’AI potrebbe autonomamente gestire le risorse, prevedere le domande di mercato e ottimizzare i processi produttivi. L’uso diffuso di agenti solleva però anche questioni etiche e di governance. Le organizzazioni devono assicurarsi che queste intelligenze operino in modo trasparente, sicuro e in linea con i valori aziendali. Un utilizzo errato o una programmazione inadeguata potrebbero portare a conseguenze dannose, sia per i lavoratori che per i clienti. Non solo, queste tecnologie possano liberare i lavoratori da compiti monotoni e ripetitivi, ma è possibile che molte posizioni lavorative vengano sostituite, richiedendo ai lavoratori di aggiornare le proprie competenze per adattarsi a un mercato del lavoro in evoluzione.
Piattaforme per l’AI governance
Le piattaforme di governance AI stanno diventando una componente essenziale per garantire l’uso responsabile e trasparente delle tecnologie. La governance AI è un ambito emergente che mira a controllare e gestire l’etica, la sicurezza e le performance dei sistemi di intelligenza artificiale. Le piattaforme di governance AI sono un’estensione del framework di Gartner Trism, un acronimo (trust, risk and security management) che concentra l’attenzione proprio sulla gestione del rischio e della fiducia legati all’intelligenza artificiale. Questi strumenti tecnologici permettono alle organizzazioni di sviluppare e applicare politiche per un uso responsabile dell’AI, garantendo la trasparenza nelle decisioni prese dagli algoritmi e aumentando la fiducia nei sistemi e Gartner prevede che, entro il 2028, le organizzazioni che implementeranno piattaforme di governance AI vedranno una riduzione del 40% degli incidenti etici legati all’AI, rispetto a quelle che non adotteranno tali sistemi. Le piattaforme di governance AI non solo aiutano a prevenire errori etici, ma possono anche migliorare la performance dei sistemi AI, garantendo che operino in modo sicuro e conforme alle normative vigenti. Non solo, gli stakeholder possono comprendere meglio il funzionamento degli algoritmi e di intervenire quando necessario. Tuttavia, la sfida principale per le aziende sarà quella di bilanciare la necessità di innovazione con la responsabilità etica. L’introduzione di nuove normative e standard internazionali per l’AI richiederà alle aziende di essere agili nel loro approccio alla governance e di adattarsi rapidamente ai cambiamenti.
Disinformation security
Uno dei trend più preoccupanti emersi negli ultimi anni è la crescente diffusione della disinformazione, spesso alimentata da strumenti di intelligenza artificiale. La disinformation security è una nuova categoria di tecnologie mirate a combattere la diffusione di informazioni false e dannose. Si tratta di un approccio sistematico per garantire l’integrità delle informazioni, valutare l’autenticità delle fonti, prevenire l’impersonificazione e tracciare la diffusione delle informazioni nocive. Gartner prevede che, entro il 2028, il 50% delle aziende adotterà prodotti e servizi specificamente progettati per affrontare i casi d’uso della sicurezza contro la disinformazione, rispetto a meno del 5% attuale. L’implementazione di tali tecnologie sarà fondamentale per proteggere la reputazione delle aziende e dei governi, nonché per mantenere l’integrità delle informazioni in un’era in cui le fake news possono diffondersi a una velocità senza precedenti. Le tecnologie di sicurezza contro la disinformazione potrebbero includere algoritmi di verifica delle fonti, sistemi di rilevamento delle alterazioni delle immagini e dei video, e piattaforme per tracciare l’origine e la diffusione di contenuti falsi. Sfide evidenti sono la velocità con cui le informazioni false possono diffondersi online, la difficoltà nel distinguere tra contenuti autentici e manipolati e la complessità di tracciare le fonti di disinformazione in tempo reale, ma queste tecnologie possono portare un effettivo miglioramento dell’integrità delle informazioni e della reputazione aziendale.
Crittografia postquantistica
Ne abbiamo già parlato in altri contributi e Gartner la qualifica come trend strategico per il 2025. Mentre la crittografia tradizionale, come Rsa e Ecc, si basa sulla difficoltà matematica di alcuni problemi, i computer quantistici potrebbero risolvere questi problemi con una velocità sufficiente a rendere necessaria l’adozione di nuove tecniche crittografiche che possano resistere agli attacchi quantistici. La previsione di Gartner è chiara: entro il 2029, i progressi nel calcolo quantistico renderanno la maggior parte delle forme di crittografia asimmetrica tradizionale non sicure. La transizione verso la crittografia postquantistica richiede ora un notevole sforzo da parte delle organizzazioni. E cambiare il metodo di crittografia non è un processo semplice: richiede la revisione dei sistemi esistenti, la migrazione delle chiavi di crittografia e l’aggiornamento di infrastrutture critiche. Ma è un tema da affrontare subito per garantire che le informazioni sensibili rimangano protette in un futuro in cui il calcolo quantistico diventerà una realtà.
Intelligenza ambientale invisibile
L’intelligenza ambientale invisibile rappresenta un altro importante trend tecnologico per il 2025, secondo Gartner. Si tratta di un tipo di intelligenza diffusa, abilitata da sensori e tag intelligenti a basso costo, che sarà integrata in diversi ambiti. Promette di rivoluzionare settori come la logistica, il retail e la gestione delle risorse, consentendo il monitoraggio in tempo reale di oggetti e beni a costi significativamente ridotti. In pratica, l’intelligenza ambientale si basa sull’utilizzo di reti di sensori intelligenti che possono tracciare e monitorare oggetti fisici in modo continuo.
Questo potrebbe includere, ad esempio, il monitoraggio di merci deperibili durante la spedizione per garantire che vengano mantenute alle temperature corrette, o il controllo dello stock in tempo reale in un negozio al dettaglio per migliorare l’efficienza della catena di fornitura. Nei prossimi anni, Gartner prevede che l’adozione di queste tecnologie si concentrerà inizialmente su applicazioni specifiche e immediate, come la gestione degli inventari nel retail o il monitoraggio logistico. Tuttavia, in futuro, l’intelligenza invisibile potrebbe avere un impatto molto più ampio, diventando una parte integrante di molteplici settori industriali. Privacy e sicurezza sono anche in questo caso le sfide principali e sarà quindi essenziale sviluppare normative e pratiche che garantiscano l’uso etico e sicuro di queste tecnologie.
Calcolo a basso consumo energetico
Il consumo energetico legato a operazioni IT, in particolare per le applicazioni ad alta intensità di calcolo come l’addestramento dell’intelligenza artificiale e la simulazione, è uno dei fattori principali che contribuiscono all’aumento delle emissioni di carbonio. E Gartner sottolinea che dal 2024, la riduzione dell’impatto ambientale sarà una priorità per le organizzazioni IT. Ecco che le tecnologie emergenti, come il calcolo ottico e neuromorfico, potrebbero fornire soluzioni per ridurre significativamente il consumo di energia per applicazioni specifiche, come l’AI e l’ottimizzazione. Queste tecnologie, ancora in fase sperimentale, potrebbero permettere di migliorare l’efficienza energetica senza compromettere le prestazioni computazionali. Il calcolo a basso consumo energetico non rappresenta solo una risposta alle preoccupazioni ambientali, ma anche un’opportunità per le organizzazioni di ridurre i costi operativi. La capacità di eseguire calcoli complessi con un minore consumo energetico può offrire un vantaggio competitivo significativo, in un contesto in cui i costi dell’energia stanno aumentando in molte regioni del mondo.
Calcolo ibrido
Il calcolo ibrido è una nuova frontiera nell’informatica che unisce diversi paradigmi di calcolo, tra cui quelli assicurati da Cpu, Gpu, edge computing, e calcolo quantistico e ottico. Questa convergenza consente di risolvere problemi computazionali complessi che superano i limiti delle tecnologie tradizionali, e rappresenta una delle tendenze più promettenti per il futuro. L’idea di base del calcolo ibrido è di utilizzare il miglior paradigma di calcolo per ogni specifico compito. Per esempio, per l’addestramento di modelli di intelligenza artificiale potrebbe essere più efficiente utilizzare GPU, mentre per la simulazione quantistica si potrebbe fare affidamento sul calcolo quantistico.
Questa sinergia tra diverse tecnologie computazionali permette di ottenere risultati più efficienti e di sfruttare al meglio le risorse disponibili. Gartner prevede che il calcolo ibrido diventerà una componente essenziale nelle architetture IT aziendali nei prossimi anni. Le organizzazioni che adotteranno queste tecnologie potranno affrontare problemi complessi in modo più rapido ed efficiente, aprendo la strada a innovazioni transformative in settori come la ricerca scientifica, la finanza e l’ottimizzazione industriale. Serve però una revisione significativa delle architetture IT esistenti. Le aziende dovranno investire in nuove infrastrutture, formare personale qualificato e adottare nuovi approcci alla gestione delle risorse computazionali e la complessità di questo paradigma richiede anche un alto livello di coordinamento tra diversi team tecnologici e operativi.
Calcolo spaziale, sinergie fisico e digitale
Il calcolo spaziale rappresenta una tendenza tecnologica emergente che ha il potenziale di trasformare il modo in cui si interagisce con il mondo fisico e digitale. Questa tecnologia sfrutta la realtà aumentata (AR) e la realtà virtuale (VR) per migliorare l’interazione tra utenti e macchine, creando esperienze immersive e interattive. Il calcolo spaziale non è semplicemente una fusione del mondo digitale con quello fisico, ma una nuova forma di interazione in cui gli oggetti fisici e le informazioni digitali si intrecciano per migliorare l’efficienza e la produttività. Ecco, secondo Gartner, il calcolo spaziale crescerà rapidamente nei prossimi anni, con previsioni che stimano un mercato globale di 1,7 trilioni di dollari entro il 2033, rispetto ai 110 miliardi del 2023.
La crescita sarà alimentata principalmente dall’adozione di tecnologie AR e VR in ambiti come il design industriale, l’ingegneria, la formazione e la collaborazione a distanza. Ingegneri e designer potrebbero collaborare su progetti complessi in tempo reale, visualizzando modelli 3D in uno spazio condiviso e manipolandoli come se fossero oggetti fisici. Nella produzione, potrebbe essere utilizzato per formare i lavoratori, riducendo tempi e costi di addestramento, migliorando al contempo la qualità del lavoro. Evidenti le implicazioni: il calcolo spaziale può migliorare l’efficienza dei flussi di lavoro, aumentare la produttività e ridurre gli errori operativi. Tuttavia, per sfruttare appieno il potenziale del calcolo spaziale, sarà necessario investire in nuove tecnologie hardware e software, oltre a formare i dipendenti per gestire e utilizzare questi strumenti. E la sfida più significativa sarà l’integrazione del calcolo spaziale con le piattaforme esistenti e il superamento delle barriere di costo. Le organizzazioni dovranno investire notevoli risorse finanziarie per adottare queste tecnologie, e sarà necessario un impegno coordinato per garantire che i benefici superino i costi.
Robot polifunzionali
La robotica è in continua evoluzione, e uno dei principali trend individuati da Gartner per il 2025 è l’ascesa dei robot polifunzionali. A differenza dei robot tradizionali, progettati per svolgere compiti specifici in ambienti industriali, i robot polifunzionali sono in grado di adattarsi a una vasta gamma di attività, interagendo in modo sicuro e collaborativo con gli esseri umani. Questi robot possono essere programmati per eseguire più funzioni all’interno di ambienti dinamici, offrendo un maggiore ritorno sugli investimenti rispetto ai robot tradizionali. La previsione di Gartner è che, entro il 2030, l’80% degli esseri umani interagirà quotidianamente con robot intelligenti, rispetto a meno del 10% di oggi. Questo salto tecnologico sarà reso possibile dalla crescente capacità dei robot di percepire l’ambiente circostante, di adattarsi a situazioni impreviste e di collaborare in modo sicuro con gli esseri umani in ambienti complessi.
Un esempio di applicazione dei robot polifunzionali è nel settore manifatturiero, dove possono essere utilizzati per eseguire attività diverse come l’assemblaggio, la movimentazione dei materiali e la manutenzione. In questo contesto, i robot polifunzionali possono ridurre i tempi di inattività e migliorare l’efficienza complessiva della produzione. Un altro ambito di applicazione rilevante è la logistica. I robot polifunzionali possono essere utilizzati per automatizzare la gestione dei magazzini, il picking e il packaging, migliorando la velocità e la precisione delle operazioni. Inoltre, questi robot sono progettati per lavorare in ambienti con esseri umani, riducendo i rischi di incidenti e permettendo una collaborazione sicura. La sfida principale nell’adozione di robot polifunzionali sarà la gestione dell’interazione tra macchine e esseri umani anche sviluppando protocolli di sicurezza avanzati e il costo iniziale per implementare questi robot potrebbe rappresentare una barriera significativa per molte aziende, soprattutto per quelle di piccole e medie dimensioni.
Potenziamento neurologico
E’ tra i trend tecnologici più affascinanti e potenzialmente dirompenti previsti per il futuro. Questa tecnologia si basa sull’uso di interfacce cervello-macchina, sia unidirezionali che bidirezionali, per migliorare le capacità cognitive e fisiche degli esseri umani. Secondo Gartner, entro il 2030, il 30% dei lavoratori della conoscenza sarà potenziato o dipendente da tecnologie come le interfacce cervello-macchina (Bbmi), rispetto a meno dell’1% nel 2024. Il potenziamento neurologico ha potenziali applicazioni in tre aree principali: il miglioramento delle capacità umane (upskilling), il marketing di nuova generazione e l’ottimizzazione delle prestazioni cognitive. Ad esempio, i BBMI potrebbero permettere ai lavoratori di acquisire nuove competenze più velocemente.
Lato marketing, le tecnologie di potenziamento neurologico potrebbero consentire ai marchi di comprendere meglio le emozioni e i desideri dei consumatori, creando campagne pubblicitarie del tutto personalizzate e mirate. Per questo si parla anche di marketing neurocognitivo. Infine, il Neurological Enhancement potrebbe essere utilizzato per ottimizzare le capacità cognitive umane, migliorando la memoria, la concentrazione e le capacità decisionali. In un mondo in cui l’intelligenza artificiale e l’automazione stanno diventando sempre più pervasive, le persone potenziate neurologicamente potrebbero avere un vantaggio competitivo significativo rispetto ai loro pari non potenziati. Rischi? Evidenti: per esempio la creazione di nuove forme di disuguaglianza, con individui e aziende che hanno accesso a queste tecnologie in vantaggio rispetto a coloro che non possono permettersi di utilizzarle, oltre alla dipendenza eccessiva dalle tecnologie di potenziamento, che potrebbe portare a problemi di salute mentale e fisica.
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