Negli ultimi anni, automazione e robotica hanno trasformato l’industria manifatturiera e il settore dei servizi. La densità globale di robot nelle fabbriche è raddoppiata in soli sette anni, mentre le vendite di robot di servizio hanno registrato un incremento del 30% a livello mondiale. Sono i numeri dell’analisi basata su World Robotics 2024, report pubblicato dalla Federazione Internazionale di Robotica (Ifr), a documentare la crescita del comparto. 
Secondo lo studio la densità globale di robot ha raggiunto il nuovo record di 162 unità ogni 10mila dipendenti nel 2023, rispetto alle 74 unità del 2016, un dato importante, considerato come la densità dei robot sia considerata un indicatore chiave del livello di automazione industriale. In particolare nell’Unione Europea la densità media è di 219 unità per 10mila dipendenti, con una crescita del 5,2% rispetto all’anno precedente con Germania, Svezia, Danimarca e Slovenia che riescono a rientrare nella top 10 mondiale (vd. infografica).
Nel Nord America, invece, la densità ha raggiunto il numero di 197 unità per 10mila dipendenti, con un incremento del 4,2%, un dato che conferma la zona come tra le più automatizzate, ma è il continente asiatico a distinguersi per la rapida adozione tecnologica, trainata da economie come Corea del Sud, Singapore, Cina e Giappone che fa registrare il numero di 182 unità per 10mila dipendenti con un incremento del 7,6%.

La densità dei robot industriali nel mondo
La densità dei robot industriali nel mondo (fonte: World Robotics 2024, International Federation of Robotics) 

Lo sguardo più di dettaglio evidenzia che è la Corea del Sud a guidare le classifiche con 1.012 robot per 10mila dipendenti perché la sua avanzata industria elettronica e automobilistica sostiene la domanda di robot industriali. Secondo posto per Singapore con 770 unità per 10mila dipendenti, nonostante una forza lavoro limitata nel settore manifatturiero e solo a seguire la Cina con 470 robot per 10mila dipendenti nel 2023.

Takayuki Ito
Takayuki Ito, presidente Federazione Internazionale di Robotica

Con una nota però: la Cina ha superato Germania (429 robot per 10mila dipendenti e crescita annua del +5% dal 2018) e Giappone (419 unità per 10mila dipendenti e +7% annuo dal 2018), grazie a una strategia aggressiva di automazione iniziata nel 2019.  Gli Stati Uniti, con 295 robot per 10mila dipendenti, si collocano solo al decimo posto nella classifica mondiale. Proprio quest’ultimo spaccato è ripreso da Takayuki Ito, presidente della Federazione Internazionale di Robotica, che commenta: “La densità dei robot funge da barometro per tracciare il grado di adozione dell’automazione nell’industria manifatturiera in tutto il mondo. Interessante vedere che il secondo Paese classificato di quest’anno sia la Cina, che si classifica al terzo posto a livello mondiale dietro Corea e Singapore, e preceda Germania e Giappone”.

Cresce la robotica di servizio 

L’aumento della densità robotica nelle fabbriche è in verità accompagnato dal boom dei robot di servizio con numeri che riflettono una crescente dipendenza dalla tecnologia per affrontare sfide come la carenza di manodopera, la necessità di maggiore efficienza e la transizione verso pratiche più sostenibili. I robot industriali aumentano la produttività riducendo gli errori umani, mentre per quelli di servizio cresce la flessibilità e possono essere adattati a molteplici compiti, migliorando l’agilità operativa. La rapida adozione di tecnologie avanzate richiede però anche l’utilizzo di forza lavoro qualificata e serve ridurre i costi iniziali degli investimenti per rendere la tecnologia user-friendly sono fattori chiave per una diffusione più ampia.
Lo spaccato dell’analisi relativa ai robot di servizio conclude quindi un interessante quadro.

L'utilizzo dei robot di servizio
L’utilizzo dei robot di servizio

Il settore della robotica di servizio si conferma tra quelli più dinamici, con vendite che hanno raggiunto oltre 205mila unità nel 2023, registrando una crescita del 30%. Anche in questo caso è la regione Asia-Pacifico a guidare il trend con quasi l’80% delle vendite complessive (oltre160mila unità), segue l’Europa (quasi 34.000) che precede però gli Usa (meno di 9mila). Trasporto e logistica rappresentano oltre il 50% delle vendite globali, con quasi 113mila unità vendute (+35%): i robot stanno rivoluzionando il settore della logistica e contribuiscono in modo sostanziale all’automatizzazione delle attività come il carico e scarico di merci. Per l’hospitality sono stati venduti invece 54mila robot (+31%) per applicazioni come guida, informazione e telepresenza. Cresce del 21% la domanda di robot per l’agricoltura con quasi 20mila unità vendute perché la carenza di manodopera e la necessità di un’agricoltura più sostenibile spingono l’adozione di soluzioni robotiche. Segue il settore delle pulizie professionali, con circa 12mila unità vendute (+4%) e i robot per la pulizia dei pavimenti dominano questa categoria.

Interessante in senso assoluto sono proprio i numeri dell’ultimo comparto sotto la lente ovvero quello dei robot medici, considerati una categoria separata: hanno visto un aumento delle vendite del 36%, raggiungendo 6.100 unità.
Tra questi, i robot per la riabilitazione e la terapia non invasiva hanno registrato una crescita del 128%. Svela risvolti interessanti anche in questo caso una sintetica analisi geografica. La produzione di robot di servizio e medici è dominata da tre Paesi. Gli Stati Uniti con 199 aziende, rappresentano il maggior numero di produttori a livello globale. Il 66% delle aziende ne produce per il servizio professionale, il 27% robot per consumatori e il 12% robot medici; segue la Cina con 107 aziende, l’80% delle quali si concentra sui robot di servizio professionale, ma solo il 5% robot medicali. E sul terzo scalino del podio c’è la Germania con 83 aziende, di cui il 79% specializzate in robot di servizio professionale. A livello regionale, l’Europa guida con una quota del 44% di produttori, seguita dall’Asia (29%) e dalle Americhe (25%). I report della Federazione Internazionale chiudono con una riflessione che è quasi un auspicio. Con l’espansione continua di queste tecnologie, “è ora fondamentale bilanciare innovazione e sostenibilità, garantendo che l’automazione non solo migliori la produttività, ma contribuisca anche a un futuro equo e inclusivo”.

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