L’utilizzo dell’intelligenza artificiale pone sfide non solo tecnologiche ma anche etiche, legate alle implicazioni di tipo economico, sociale e culturale che comporta, consapevoli che servono regolamentazioni, strategie comuni e maggiore conoscenza.
Sta nascendo su questi presupposti Rethic.AI, una rete italiana di imprese dedicata all’adozione etica dell’artificial intelligence, su iniziativa di S2E Solutions to Enterprises, che opera in ambito business technology per la trasformazione digitale delle aziende. Ne parliamo con Andrea Cappelletti, direttore della divisione Digital Transformation & Hyperautomation, incontrato di recente a Milano. “Ritengo che I’AI sia un’alleata per migliorare la produttività e la vita degli individui, rafforzare il pensiero critico e l’efficienza organizzativa – esordisce Cappelletti, partendo dallo scenario italiano –. Se consideriamo le potenzialità dell’AI all’interno del contesto economico e sociale, il nostro Paese appare paradossalmente privilegiato. Come italiani abbiamo infatti la peculiarità di essere dinamici e creativi nel trovare la strada per arrivare all’obiettivo, per accelerare la produttività, mantenendo quelle caratteristiche culturali che rendono alcune delle nostre aziende delle eccellenze mondiali”.
Ma le complessità non mancano e l’utilizzo dell’AI in modo etico non è affatto scontato, sostiene Cappelletti. “L’AI può aiutarci ad arrivare più velocemente alle decisioni, raccogliendo informazioni, fornendo materiale a supporto e non solo, ma è necessario che sia l’uomo ad avere la responsabilità della decisione finale. L’AI prepara il lavoro e l’uomo lo controlla e lo accetta. In questo modo la persona è più produttiva, mantiene la propria capacità intellettiva, lo stimolo di lavorare, di migliorarsi”.
Le persone devono essere al centro è la sintesi di Cappelletti: “Se usiamo la tecnologia solo come strumento per tagliare i costi e scarichiamo sulle persone responsabilità e burocrazia, le aziende avranno sempre meno capacità e competenze, guidate da macchine che faranno il lavoro in maniera poco illuminata”.
Genesi del progetto
Le basi del progetto Rethic.AI sono proprio culturali con “l’obiettivo di supportare tutte le aziende che vogliono adottare l’AI a far crescere i loro team e le loro strutture”, spiega Cappelletti raccontando il percorso di sviluppo della rete intrapreso da S2E, azienda italiana nata nel 2008 nell’ambito della consulenza che dal 2019 lavora sui temi dell’AI in diverse aree. Ma è a inizio 2023, quando scoppia il fenomeno OpenAI e ChatGpt, che S2E decide di voler diventare con Rethic.AI un punto di riferimento in questo ambito.
“Avevamo le competenze e quello era il momento giusto – sottolinea Cappelletti -. Abbiamo avviato una struttura di ricerca e sviluppo e concentrato i nostri sforzi sul tema dell’AI governance e delle complessità delle aziende nell’adottare l’AI, e lo abbiamo fatto quando ancora non esistevano le regole di oggi e non c’era un AI Act“.
Tra gli strumenti messi a disposizione S2E Generative Shield che aiuta le aziende a mitigare i rischi dell’adozione degli agenti AI sia a livello di governance sia sul fronte della sicurezza, poiché agisce come firewall sul mondo delle AI con un controllo in tempo reale per identificare anomalie e rischi. A supporto del mercato anche la piattaforma Galene.AI che consente di sfruttare le conoscenze aziendali attraverso agenti personalizzati. Piattaforme di governance AI che sono un’estensione del framework di Trism (acronimo di trust, risk and security management). “Riuscendo ad abbinare questa dotazione di agenti AI con le nostre capacità specifiche in termini di compliance e governance, abbiamo lavorato con diversi clienti e realizzato progetti che oggi siamo in grado di replicare in poco tempo. Le aziende possono acquistare e customizzare i nosti agenti, nel rispetto del Gdpr e delle normative europee”.
“La nostra missione – incalza Cappelletti – è unire persone e aziende che condividono la nostra visione, per costruirne insieme le fondamenta della rete e consolidarla, trasformandola in uno strumento che amplifica le capacità delle imprese, superando i limiti individuali, per generare benefici ed efficienza anche a lungo termine”.
Il progetto Rethic.AI, lanciato a ottobre 2024, sta iniziando a concretizzarsi con una decina di aziende che stanno completando l’iter burocratico per poter essere accreditate. “Si tratta di aziende di proprietà o di gestione italiana – spiega Cappelletti – che vogliono innovare utilizzando l’AI ma mantenendo i propri valori”. Cappelletti è presidente, coadiuvato dal comitato etico presieduto da Gianfranco Basti, al lavoro sulla realizzazione di comunicazione ed eventi per la condivisione del tema. A fattor comune infine le competenze, attraverso la collaborazione con enti formativi. “Abbiamo siglato una convenzione con l’Università di Salerno per un master di primo livello sull’adozione etica dell’AI, una materia di cui Basti è professore emerito alla Pontificia Lateranense”.
Oltre a confermare una decina di aziende affiliate entro l’anno, Rethic.AI sta definendo un evento divulgativo per la presentazione del board e nuovi canali di divulgazione per allargare il raggio di azione.
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