Cloud, ormai il messaggio è chiaro. Non a caso l’Oracle Cloud Show, che si è tenuto a Milano a novembre, ne ha ribadito l’efficacia ma anche la determinazione di Oracle a traghettare partner, clienti, mentalità verso quello che Mark Hurd, Ceo di Oracle, aveva sottolineato all’Oracle Openworld 2017 di San Francisco: “Lo spostamento verso il cloud è inevitabile. Questa sarà la tendenza dei prossimi anni. La crescita economica stagnante e il ritmo serrato del cambiamento di tutti i settori aumenta la pressione sui Ceo che sentono di dover produrre più valore per i clienti, per gli investitori, a un costo ridotto. L’unione di questi fattori sta spingendo le aziende verso il cloud, una soluzione che permette di liberare risorse da investire in prodotti innovativi per i clienti a un ritmo in continuo aumento”.
Un viaggio verso il cloud iniziato in sordina per Oracle, con qualche titubanza, ma che ora è al centro di ogni strategia e che ha fatto “tre passi da gigante e un grande salto” in questi anni, come dichiara Fabio Spoletini, country manager di Oracle Italia, sul palco dell’Oracle Cloud Show.
Il punto non è più chiedere ai clienti se vogliono o non vogliono traghettare la loro tecnologia verso il cloud. E capire solo il quando, scelta obbligata, sia che vogliano affidare il cloud totalmente nelle mani di partner esperti per la parte Saas, Iaas o Paas, sia che vogliano portarsi il cloud in casa propria, nel proprio data center (cloud@custormer site). Una trasformazione che non riguarda solo l’approccio dell’IT ma è pervasiva in tutte le linee di business delle aziende. Non a caso le testimonianze di grandi realtà premiate con il Cloud Hero Award parlano di trasformazioni abilitate dal cloud in aree diverse, con strumenti diversi. Ma andiamo per punti.
Gartner prevede ancora un anno di attesa
Il mercato in cui Oracle si posiziona è raccontato da Bianca Granetto, research vice president Technology & Service Provider Group di Gartner, che sottolinea il cambiamento radicale di approccio al cloud. “Cambia la visione dell’IT, che per un decennio era concepita come un costo necessario per l’azienda, in ottica di renderla più efficiente. Oggi, invece, l’approccio del Ceo è diverso: si aspetta che la tecnologia crei un vantaggio competitivo e porti maggiore fatturato alla sua aziende. Questo approccio sarà pervasivo per i prossimi 15 anni ed impone un cambio radicare di visione”.
I budget scarseggiano ed è quindi fondamentale per Granetto che le aziende stesse autofinanzino questo cambiamento attraverso spinte innovative proprio create dal digitale. Insomma, una sorta di circolo che si autoalimenta: se si investe nel digitale, cresce il giro d’affari che permette di autofinanziare progetti di trasformazione digitale ancora più ambiziosi, affinando la capacità di bilanciare vecchi sistemi legacy con nuovi sistemi innovativi, che vedono nel cloud un boost per crescere. “Ma è ancora presto per vedere il salto verso una visione unica in azienda: c’è oggi molto entusiasmo verso le nuove tecnologie – continua Granetto – ma non è vero che le aziende stiano realmente facendo la vera trasformazione digitale. Stanno facendo al momento progetti in linee di business diverse ma non ancora coordinati a livello aziendale. Credo che serva ancora un anno perché i consigli di amministrazione delle aziende capiscano che sia necessario fare questo salto coordinato tra le varie linee di business”.
Entro la fine del 2018 si inizierà a vedere il primo impatto della digitalizzazione sulle aziende perché crescerà la pressione degli stakeholder e nello stesso tempo cambieranno le metriche di valutazione interne. In questo viaggio il cloud va visto come un “abilitatore” di offerte che non sarebbero possibili con altri approcci, ma nello stesso tempo come un “distruttore” che mette in discussione i processi dell’azienda anche quelli che sembrano punti di forza indiscutibili.
“il cloud sposterà sempre più le voci di costo di un’azienda, che si tratti di una grande azienda o di una pmi. I Ceo non avranno più la possibilità di ignorarlo, non si potrà lavorare fuori dal cloud. Questo modello non ha ancora preso piede in Italia, ma è già consolidato all’estero”
Bianca Granetto, Gartner
Missione compiuta, ora spetta agli utenti
Per Spoletini la strada verso il cloud è “una missione compiuta” e permette ad Oracle di aver una proposizione di Enterprise Cloud completa, sia in modalità cloud puro sia a casa del cliente. Una missione che ha avuto tre passi cruciali di avvicinamento (soluzioni di offerta in ambito SaaS, Paas, Iaas), la possibilità di portare il cloud@customer site “dal momento che per una decina di anni i clienti continueranno ad avere un loro data center” e l’apertura verso la community open source, fondamentale per allargare competenze e sviluppare su un codice sorgente condiviso. Queste componenti viaggiano di pari passo. “Un percorso inarrestabile verso il cloud oggi trova nuova forza con la rivoluzione che arriva dall’intelligenza artificiale e dal machine learning: strumenti potenti che con il cloud possono essere nativamente integrati in piattaforme, dati e servizi, con una semplicità altrimenti impossibile” precisa Spoletini.
Il tema dell’ open innovation è centrale anche per Emanuele Ratti, key accounts leader di Oracle Italia, non solo per raccogliere feedback tecnologici ma anche per la relazione con gli utenti: “Il nostro approccio all’innovazione segue tre punti: il prodotto tecnologico, le persone e il go-to-market, tre pilasti che poggiano la loro relazione sulla collaborazione e che devono tendere a comprendere nuovi bisogni degli utenti. L’interazione e la contaminazione tra tutti i protagonisti in campo credo portino una serie di vantaggi per tutti i soggetti coinvolti”. I partner hanno un ruolo fondamentale in questo processo, non solo per le competenze e la realizzazione dei progetti, ma anche per aiutare il cambiamento culturale nell’azienda cliente.
“L’accelerazione nella capacità di innovazione dei nostri partner e la crescente consapevolezza da parte delle aziende italiane delle potenzialità del cloud fa nascere progetti sempre più ambiziosi e in grado di trasformare in profondità il business e i servizi in ogni settore” anticipa Spoletini prima di premiare le sette aziende che per Oracle rappresentano i Cloud Hero, realtà che hanno saputo cogliere per tempo i vantaggi del cloud, ma soprattutto sono state capaci di investire in competenze e tecnologie per alzare il proprio livello di competitività.
“Il viaggio di Oracle verso il cloud non può prescindere dall’open source fondamentale per riuscire a creare innovazione”,
Fabio Spoletini, Oracle
Salgono sul palco
Cabel Holding, con il partner Var Group, ha affrontato la trasformazione digitale dei processi per il core-banking (con Oracle Flexcube Universal Banking) e nel rinnovamento dei processi front-end e delle applicazioni volte all’utente finale.
Danieli Officine Meccaniche ha promosso il proprio progetto di HR Digital Transformation, innovando la gestione delle risorse umane in un contesto di crescita aziendale, nazionale e internazionale (con Oracle HCM Cloud).
Formez PA, primo cliente della pubblica amministrazione, si è affidato alle soluzioni Oracle ERP Cloud, in completa modalità as a service, integrando nel governo dei processi anche nuove applicazioni per il reporting e l’analisi in tempo reale e per la mobile e social collaboration.
ICE-Agenzia e RetItalia Internazionale, con il partner Deloitte Digital, hanno realizzato un percorso di trasformazione digitale nell’ambito della PA per accelerare la creazione di opportunità per le aziende italiane intenzionate a guardare all’estero (Oracle CX Cloud)
MediaWorld, con il partner Sopra Steria, ha realizzato un progetto di e-commerce omnichannel – grazie a Oracle Order Management Cloud –, in cui online e offline convivono, ottenendo vantaggi operativi, logistici e commerciali.
SIRAM, con il partner Business Reply, ha alzato il proprio livello di agilità, efficienza e standardizzazione di processi (Oracle ERP Cloud).
Tecnocasa, con Red Reply, ha intrapreso un progetto di cloud transformation del proprio data center, facendo leva su innovative tecnologie IaaS e PaaS, coordinando tutti i diversi attori coinvolti e ottenendo flessibilità, erogazione di servizi per la propria infrastruttura, soluzioni aggiornate, riduzione di costi di esercizio.
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