Oggi siamo talmente immersi in una realtà iper-connessa da sembrarci quasi impossibile ricordare come fosse il mondo dieci anni fa, prima dell’avvento di internet e di tutto ciò che ne è conseguito. La trasformazione epocale in atto ci vede tutti fruitori di tecnologia e al tempo stesso giocare un ruolo da protagonisti con le scelte che facciamo quotidianamente attraverso i device, che ci supportano in moltissime attività per informarci, acquistare, vendere e socializzare. Il fenomeno vede centinaia di milioni di connessioni alla rete in tutto il mondo ed una potenzialità economica, culturale e sociale che ha ancora potenziale da esprimere.
Al centro di questa rivoluzione digitale convivono e viaggiano insieme ad internet due mondi paralleli, social media e l’e-commerce, i grandi driver che vedono protagoniste le colossali piattaforme tecnologiche che dominano la scena, assieme alla miriade di attori minori che gli ruotano attorno e compongono questa galassia.
L’incontro del 13 febbraio organizzato da The Ruling Companies è stato l’occasione per ripercorrere questi dieci anni, con un overview sul fenomeno ed il suo impatto sulla società, grazie alle testimonianze di esperti e rappresentanti di alcuni tra i principali nomi di aziende-piattaforma, che hanno formulato alcune previsioni sui possibili sviluppi futuri.
Il mondo è cambiato e nulla sarà mai più uguale a prima
Come evolveranno queste tecnologie e quale impatto avranno sulla società è in realtà impossibile da prevedere. Lo sottolinea Giancarlo Capitani, Presidente, NetConsulting cube: “Possiamo solo fare la fotografia del presente, che rappresenta il fotogramma di un film che accelera sempre più e che è difficile cristallizzare in un’immagine”. Un “fenomeno non reversibile” a “diffusione quasi epidemica”, dove “il digitale sta annodando tutti i fili”.
L’entrata in gioco dei device mobili – spiega Capitani – ha consolidato e accelerato la trasformazione in atto, dove “il nuovo paradigma sta passando da velocità a simultaneità”, una realtà cui tutti gli attori in campo devono confrontarsi. “E questo nuovo mondo digitale ha posto al centro una nuova «merce» che sono i dati e le informazioni che, in un mondo sempre più interconnesso, individui e aziende e pubbliche amministrazioni scambiano tra loro”.
Uno sguardo ai numeri per capire la portata del fenomeno
Oggi nel mondo ci sono 4 miliardi di utenti internet, il 53% della popolazione totale, mentre 5 miliardi il numero deggli utenti mobile, pari al 68% della popolazione. Impressionanti anche i ritmi di crescita, se si considera che nel 2009 erano circa 1,5 miliardi gli utilizzatori di internet e la base installata di smartphone non raggiungeva i 500 milioni. Oggi 1,6 miliardi di persone acquistano on-line e 3,2 miliardi sono attive sui social media. E’ ancora Capitani ad illustrare con i numeri la portata rivoluzionaria del digitale, che delinea anche uno scenario futuro.
“Il digitale è una rivoluzione in rapido movimento che sta già gettando le premesse per i prossimi 10 anni”, che saranno dominati sempre più dall’IoT, Fabbriche 4.0, Smart city, Robotica. “Avremo un mondo dove tutti i pilastri della nostra vita quotidiana diventeranno intelligenti e interconnessi attraverso l’Internet delle cose. L’imponente contaminazione digitale con protagonista il software darà infatti vita a nuove aziende-piattaforme disruptive”, come è stato per il caso più esemplare di Alibaba. E proprio rimanendo in Oriente, in quest’area del globo è prevista un’ulteriore forte espansione del digitale, con la nascita di nuovi mercati e nuove realtà operative nei settori più all’avanguardia tra cui fin-tech e machine learning.
Le testimonianze dei “digital champion”
Fondamentale per capire le dinamiche in atto e interpretare i prossimi anni, l’esperienza portata dai “digital champion” con i loro giganteschi numeri. A partire da Facebook, che insieme a Google detiene il 75% del mercato pubblicitario online a livello globale.
Luca Colombo, Country Manager di Facebook, ha raccontato gli ultimi 10 anni di rivoluzioni digitali partendo dall’avvento dell’iPhone che nel 2007, che ha stravolto il mondo della telefonia accelerando lo sviluppo di nuove app. “Una cultura aziendale orientata all’innovazione continua ma anche alla capacità di assumersi il rischio di scelte azzardate” – spiega Colombo “con idee coraggiose che hanno cambiato le regole del gioco”, interpretate in quel caso da Steve Jobs che puntando sul nuovo device rischiò di cannibalizzare l’iPod, allora il prodotto di punta di Apple.
Affrontati anche i temi complessi legati alla privacy e ai contenuti, come quello attualissimo delle Fake news, e i risvolti a volte negativi dell’uso della rete. “Ma il modo per difendersi c’è – spiega Colombo -. Si pensa che il virtuale non sia soggetto regolamentazione, ma non è così. Il mondo dei social è in questo senso pari al mondo reale e se una persona è accusata, può segnalare la cosa e avere giustizia”.
Ma ci sono per contro anche molti esempi positivi, come ad esempio la campagna virale di fund raising di ALS, a sostegno della cura della malattia degenerativa, che ha avuto successo e raccolto 200 milioni di dollari di donazioni a livello globale.
La navigazione si sposta sempre più su mobile, con la crescita di video e piattaforme di instant messaging. Lo conferma anche il Country Manager di Facebook: sono 25 milioni gli utenti che usano ad oggi il social network da mobile, oltre il 50% del totale, ed il vantaggio rispetto al pc di casa aumenta costantemente. Fa riflettere anche un altro dato: 150 è la media delle volte che guardiamo il cellulare in una giornata… Per le aziende sarà sempre più fondamentale conoscere le esigenze degli utenti, garantire delle ottime UX e analizzare i dati provenienti dagli insight.
Federico Zambelli Hosmer, General Manager, PayPal Italy, racconta la storia di come ha fatto l’azienda a diventare la piattaforma globale che è oggi (13,09 miliardi di dollari di ricavi nel 2017 e 227 milioni di consumatori) partendo dalla startup con due persone in cantina che hanno creato un algoritmo per consentire lo scambio di denaro tra palmari. Le date cruciali: il 2002 con l’acquisto da parte di eBay grazie al quale PayPal diventa il metodo di pagamento online per definizione; il 2009 che apre agli sviluppatori globali con l’integrazione in altre piattaforme che fa esplodere i volumi dal 2006 al 2016. Oggi questo sistema di pagamento è integrato praticamente i tutti i siti e in tutte le app. “La direzione in cui investire si basa su tre assi: commercio online, digitalizzazione del denaro e mobile, con quest’ultimo elemento da cui proviene oggi il 30% delle entrate, per una nuova strategia “mobile first” – spiega il general manager -. Amazon rappresenta oggi un tipico esempio di digital e customer disruption, dove abilitare il business degli altri e semplificare le transazioni sono i must alla base del business”.
A rappresentare il gruppo Amazon, Francois Nuyts, President & Managing Director, Amazon Italy & Amazon Spain, che ripercorre la storia dell’azienda dalla vendita del primo libro nel 1994. La ”Customer disruption operational” sembra essere il segreto del successo. “Pensare sempre: qual è il valore per il consumatore? Prima ancora della tecnologia. Ascoltare e analizzare i feedback del cliente è infatti fondamentale per capire cosa ha valore per il consumatore”. Da qui la nascita di Kindle e servizi come Amazon Prime e Prime Video, la cui implementazione avviene in modo graduale attraverso piccoli miglioramenti al sito e alla piattaforma mobile. Le nuove idee ruotano principalmente attorno al concetto di semplificazione, ad esempio la consegna veloce di Prime Now, con Milano a rappresentare un caso di immediata riuscita del progetto. Il cliente mobile compra sempre di più, più velocemente ed è sempre più esigente”, un concetto espresso nel “one touch” spiega Nuyts.
Le imprese devono evolvere e il governo deve supportarle
Questi esempi dimostrano di come l’e-commerce e i social media sono gli strumenti che ogni azienda dovrà imparare integrare correttamente nelle proprie attività per riuscire a competere.
Maggiori sforzi e più consapevolezza sono richiesti anche da parte di governi e istituzioni, in special modo nel nostro paese che è in ritardo rispetto all’Europa e dove servono digital skill e un nuovo mindset che ci faccia sentire “cittadini digitali”.
A porre l’accento su queste necessità è Capitani, che dichiara: “Nonostante il successo del piano Industria 4.0, l’Italia ha ancora molto da recuperare dal punto di vista delle infrastrutture, della connettività e delle competenze digitali. Recuperare questo ritardo è imprescindibile per il nostro Paese. In questa triste campagna elettorale nessuno ne parla e mi auguro che le nuove elezioni non cancellino la parziale sensibilità che la nomina di un nuovo Commissario Digitale ha portato”.
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