Si parla di cloud, in crescita anche in Italia, nonostante il ritardo di adozione. Ma il momento è propizio: lo si percepisce da diversi fattori, come il fatto che AWS abbia in Italia il cliente più grande europeo (Enel) e che la stessa AWS abbia annunciato un investimento in data center da noi nei prossimi anni, non solo per assecondare meglio la compliance alle normative locali, ma anche perché considera il nostro paese un mercato con potenziali di crescita sul cloud, che vale un investimento sulla parte di IaaS.

Mauro Bonfanti, che gestisce il business di Pure Storage in Italia focalizzato sullo storage all-flash, fa della migrazione al cloud un punto della strategia 2019, pur ribadendo un approccio al cloud ibrido, che permetta ai clienti di tenere applicazioni su storage on premise o archiviate in cloud. Ma, secondo il manager, è il momento “giusto” per spingere la migrazione, soprattutto sui clienti enterprise. Una migrazione che inizia verso il mondo AWS, grazie alla recente acquisizione di StorReduce, che lavora con AWS in modo nativo.

Mauro Bonfanti
Mauro Bonfanti, country manager Pure Storage Italia

“Vogliamo estendere la nostra data platform e portarla nel cloud pubblico” esordisce Bonfanti, annunciando di fatto la partnership mondiale con Amazon Web Services che si concretizza nell’offerta Pure Storage Cloud Data Services, una suite di soluzioni che operano all’interno di Amazon Web Services (AWS) composta da tre elementi (“un nuovo prodotto, una funzionalità e una tecnologia”).
In sintesi il nuovo prodotto, che abilita lo spostamento dello storage all-flash verso il cloud di AWS, si chiama Cloud Block Store for AWS, la nuova funzionalità è CloudSnap for AWS e permette la copia sul cloud dei prospect, con maggiore rapidità, facilità e semplicità, mentre la nuova tecnologia StorReduce permette la deduplica cloud-nativa, con compressione e replica dei dati non strutturati sullo storage AWS S3, con l’obiettivo di favorire la trasformazione e lo spostamento al cloud dei clienti enterprise.

“Le aziende hanno bisogno di accedere in tempo reale a tutti i propri dati, il che rende necessario che le applicazioni si possano muovere liberamente tra ambienti on-premise e cloud. Storicamente, la mancanza di integrazioni strategiche tra lo storage on-premise e il cloud ha rappresentato il principale ostacolo alla mobilità delle applicazioni” precisa Bonfanti, da qui l’apertura a AWS.

Inizio di un percorso

Ma la scelta di entrare nel cloud con AWS è solo l’inizio di un percorso aperto anche agli altri fornitori di IaaS. “La strategia non si ferma qui – precisa Bonfanti -. Microsoft Azure e Google Cloud rientreranno in futuro nelle nostre partnership, con grado di adozione differenti. Oggi parliamo dei servizi dentro il portafoglio di AWS. Lavorare con un cloud provider può essere complesso ma anche divertente, StorReduce nasce nativamente dentro AWS, parla il suo linguaggio e ci permette di riconoscere che IaaS è una piattaforma tanto valida quando quelle che il cliente può portarsi a casa”.

Il modo in cui i cloud provider entrano dai clienti è diverso: AWS e Azure sono come la luna e sole – sostiene Bonfanti -. Azure ha punti di accesso vicini a chi lo utilizza, AWS ha il punto di accesso più vicino alle applicazioni. Nel 2019, la tecnologia sarà matura per essere multicloud, ma ad oggi vogliamo lavorare più sulla nostra maturità interna, o meglio sul processo di maturazione verso il cloud, solo quando saremo pronti allargheremo il raggio di azione ad altri cloud provider”.

Alfredo Nulli, EMEA Cloud Architect di Pure Storage
Alfredo Nulli, EMEA Cloud Architect di Pure Storage

La roadmap 2019 è centrata sull’implementazione della strategia multicloud, per far fronte alle richieste dei clienti che vogliono migrare, ma in ogni caso l’approccio sarà fornire una gestione dello storage univoca ai clienti, sia essi con infrastrutture on premise sia in cloud, attraverso una stessa piattaforma di gestione delle applicazioni, “senza guerra tra vecchio e nuovo” spiega Alfredo Nulli, EMEA Cloud Architect di Pure Storage.. “Pure Storage offre cloud ibrido unificato e fornisce una serie di servizi dati on-premise e in-the-cloud che consentono capacità di storage, API e resilienza, così che le applicazioni possano essere configurate una sola volta e usate dappertutto”

Il cliente continuerà ad acquistare attraverso il canale tradizionale, ma pagherà a consumo il servizio erogato da AWS. “Il canale rimane così protetto – precisa Bonfanti -. Il patrimonio dei partner è da preservare e dobbiamo continuare a farlo crescere. Non c’è nessuna distrazione da parte nostre, ma c’è una forte determinazione di adattarsi a un fenomeno che è in evoluzione, di cui non se ne può fare a meno. Pure Storage ha trovato il modo di farlo attraverso il nostro software disponibile sulla piattaforma di AWS”.
Il supporto ai clienti va nella direzione di aiutarli a costruire diversi tipi di cloud in un approccio storage-as-a-service che sia efficiente anche in termini di costo.

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