Marzo incalzante come non mai, sia in Italia che nel mondo. Mentre si alzano il toni della guerra commerciale tra Usa e Cina e si dibatte in Europa di Brexit, WebTax e Copyright, lo show della tecnologia continua, post Mobile World Congress di Barcellona dove tutto ruota attorno alle potenzialità commerciali, tecnologiche, di partnership legate al 5G.
Un tema che rientra nei piani di sviluppo di tutti i Paesi, non ultima l’Italia che ha presentato nel corso del mese due documenti legati allo sviluppo delle nuove tecnologie: il Fondo per l’Innovazione (lanciato dal Ministero della Sviluppo Economico) con una dotazione finanziaria iniziale di circa 1 miliardo di euro (prevista dalla Legge di Bilancio 2019) e la Relazione sulla Politica di Informazione per la Sicurezza (presentata dal Consiglio dei Ministri). Un documento in cui 5G, sicurezza e innovazione sono fortemente correlati tra di loro perché “la sfida è destinata a giocarsi sul piano tecnologico, in cui gli sviluppi attesi ed in parte già in atto – 5G, Intelligenza Artificiale, IoT– sono da considerarsi oltreché straordinari volani di sviluppo, altrettanto appetibili contesti su cui si appuntano mire di dominio” con la necessità di mettere in sicurezza il “perimetro nazionale cyber e il procurement Ict”.
Per fortuna si alza la consapevolezza che sono temi tra loro correlati ed è un bene che si continui a parlare di innovazione in molte piazze italiane – dalla Digital Week di Milano (dove il Team per la Trasformazione Digitale guidato da Attias ha presentato la prima App per i cittadini) agli eventi dei vendor che ribadiscono quanto l’innovazione non possa prescindere dalla centralità dell’uomo, alzando l’attenzione su etica e sostenibilità. “Occorre portare al centro dello sviluppo tecnologico l’uomo con tutti i principi etici che questo comporta” sostiene l’economista Lucrezia Reichlin, professoressa di economia alla London Business School al Sap Executive Summit di Cernobbio, facendo notare come nonostante i progressi tecnologici la crescita economica rallenti e si assista a una polarizzazione delle imprese, che premia da una parte le aziende più innovative e le persone con elevata formazione, dall’altra fa sì che la lenta diffusione dell’innovazione verso la fascia più debole del mercato ampli il divario tra ricchi e poveri. “L’innovazione senza crescita crea un problema molto forte, ma si può uscire da questo stallo ripartendo dall’uomo, con molte potenzialità: dobbiamo reinventare il lavoro non mettendo in competizione l’uomo con la macchina ma creando sinergie uomo-macchina”.
Crescita. E online da metà marzo il sito legato agli incentivi alle imprese (incentivi.gov.it) definito un breve “vademecum ragionato degli incentivi per lo sviluppo”, nel quale gli imprenditori potranno valutare l’incentivo corretto a seconda di esigenze, dimensione dell’azienda e territorio di appartenenza: per avviare una nuova impresa, investire in innovazione, crescere, rafforzare l’aspetto patrimoniale, investire in macchinari, impianti e software, internazionalizzare, investire in formazione, ricerca e sviluppo, in efficienza energetica, in nuove assunzioni, fino agli sgravi fiscali.
Argomenti questi ripresi da molti incontri – come quelli avviati dai Club di Torino, Roma o Milano nel mese di marzo – o come il neonato Inno3PartnerClub, che raccoglie attorno a un tavolo imprenditori con l’intento di confrontarsi su mal di pancia e sfide. La necessità di confronto su qualsiasi piazza (con l’uomo, l’imprenditore, il cittadino al centro) sembra essersi risvegliata con la primavera, stanata fuori dall’inverno. Marzo finito (con tre Memorandum d’Intesa appena firmati tra Italia e Cina e il Piano Triennale per la PA da pochi giorni svelato, ma questo sarà oggetto di un’altra storia).
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