Il tema della sicurezza è uno di quegli ambiti che vede in prima fila tutti i governi mondiali e nel testa a testa tra le aziende Tlc cinesi e il governo americano prendono via via posizioni i governi internazionali.
Oggi il Ministero dello Sviluppo Economico ha diramato un comunicato in riferimento a un articolo apparso sulla Stampa e ripreso con risonanza mondiale, secondo il quale “fonti qualificate della Difesa e della Farnesina chiudono ‘definitivamente’ all’ipotesi di affidare ai due colossi cinesi delle tlc lo sviluppo delle infrastrutture su cui viaggerà la tecnologia 5G. Per farlo, Palazzo Chigi è pronta a utilizzare il golden power”.

Subito è arrivata la smentita dal Mise.

“Con riferimento agli articoli di stampa su una presunta messa al bando delle aziende Huawei e ZTE dall’Italia in vista dell’adozione della tecnologia 5G, il Ministero dello Sviluppo Economico smentisce l’intenzione di adottare qualsiasi iniziativa in tal senso” precisa il testo, ribandendo che la sicurezza nazionale è una priorità e nel caso in cui si dovessero riscontrare criticità – al momento non emerse – il Mise valuterà l’opportunità di adottare le iniziative di competenza”.

Due aziende che hanno fatto investimenti notevoli in Italia (nuove sedi, tra cui il quartier generale italiano di Huawei inaugurato presso il Vodafone Village questa settimana) ma soprattutto in questi anni in ambito 5G (Zte ha inaugurato lo scorso febbraio il centro di innovazione sul 5G a L’Aquila), finanziando la ricerca (Huawei ha aperto a Catania un nuovo Hub sull’IoT insieme a TIM e Fastweb) oltre che  progetti avviati in diverse città, con le quali le principali telco stanno lavorando per approntare le reti del futuro.
Gli Stati Uniti e alcuni paesi europei hanno deciso o stanno valutando di non utilizzare le reti Huawei temendo casi di cyber spionaggio ma in Italia la partita è ancora aperta e il Mise valuterà come comportarsi “nel caso si dovessero riscontrare delle criticità”.

Nei giorni scorsi era stata avanzata l’ipotesi di definire una nuovo sistema di certificazione per le reti, al fine di renderle più affidabili, una strada già intrapresa dal governo tedesco che con le competenze della Dipartimento di Sicurezza Informatica (Bsi) ha steso regole di certificazione più severe.

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