Per anni, nonostante gli sforzi della comunità digitale, l’evoluzione della relazione medico paziente grazie al supporto delle tecnologie è stata lenta e controversa. Ma il Coronavirus ha sparigliato le carte e, per necessità, di colpo la situazione si è sbloccata.
Medici e pazienti hanno imparato a parlarsi via telefono, mail, chat, a vedersi con foto, film, videochiamate; si è visto che questo “surrogato” dell’incontro di persona non è poi così scadente, molti dei pazienti positivi al coronavirus sono stati gestiti così, da remoto. Anche molti medici in quarantena hanno fatto uso delle tecnologie digitali per continuare ad essere d’aiuto.
Il modello ha funzionato a maggior ragione per tutti i problemi non-Covid 19, perché chiunque avesse un problema di salute si è guardato bene dall’andare in ospedale e ha cercato di risolvere via telefono, chat o altro.
Se un’eredità ci verrà da questo difficile periodo sarà di aver portato i professionisti a toccare con mano che anche la televisita, il teleconsulto, in una parola la telemedicina hanno un ambito di applicabilità significativo.
E’ chiaro però che spesso si sono usate soluzioni emergenziali, facendo tesoro delle tecnologie già disponibili presso i pazienti. Ora, per non annegare nelle mail e nelle chat, per dare un po’ di ordine a questa comunicazione, serve operare all’interno di piattaforme, che facilitino la vita agli uni e agli altri e che garantiscano di più anche sul piano della sicurezza. In questo sono state illuminanti le linee guida uscite tempestivamente dal centro telemedicina di ISS (Indicazioni ad interim per sevizi assistenziali di telemedicina durante l’emergenza Covid-19 , 13 aprile 2020), in cui si identificano modelli operativi d’urgenza e se ne incoraggia l’uso, ma se ne mettono a fuoco anche i limiti.
La normativa
Spinta dalle soluzioni emergenziali, anche la politica nazionale e regionale ha preso atto del ruolo effettivo della telemedicina e, più o meno tempestivamente, ha normato alcuni servizi di telemedicina, televisita e teleconsulto in testa. Lazio, Veneto e provincia di Trento si sono mosse per prime, seguite poi da Toscana, Lombardia, Piemonte e altre; è stata normata, in particolare, la televisita specialistica, definendone anche l’aspetto tariffario. Al momento le soluzioni scelte sono forse un po’ rozze (il costo della televisita, se valutato analiticamente è sicuramente inferiore a quello della visita in presenza, ma al momento nella maggior parte dei casi la tariffa definita coincide) ma l’aver riconosciuto una tariffa è un passo essenziale.
La tariffabilità era infatti il vero “anello mancante” già dal 2014, quando uscirono le Linee guida per la Telemedicina, unico riferimento finora sulla materia.
Progetti di oggi
Di Telemedicina si è parlato a lungo durante la recente manifestazione Digital Health Summit, tradizionalmente a Milano e quest’anno in modalità full digital. E’ stata presentata da Francesco Gabbrielli dell’Istituto Superiore di Sanità una interessantissima panoramica sulla Telemedicina in Italia, proprio a partire dal 2014, che ha dato la netta sensazione che anche pre-Covid la telemedicina fosse praticata ampiamente e su tutto il territorio nazionale, ma sempre nei limiti del concetto di sperimentazione.
Il Digital Health Summit ha registrato varie testimonianze di progetti e soluzioni legati alla Telemedicina. Alcune esperienze, previste nel programma, sono state dettagliatamente illustrate, per altre invece si è avuta solo una breve esposizione: si tratta dei progetti presentati da parte dagli e-leader, premiati dal concorso W.In.e.
Avendo avuto il privilegio di partecipare alla giuria del concorso, ho potuto leggere le descrizioni analitiche relative a questi progetti.
Di particolare interesse, un progetto di integrazione ospedale territorio, realizzato all’Ospedale Santobono Pausilipon, in cui si utilizza il teleconsulto tra pediatri di libera scelta e pediatri ospedalieri; un progetto di assistenza domiciliare all’Ospedali Grassi di Ostia, per portatori di defibrillatore automatico; il progetto Hcasa di Regione Puglia, nato proprio nell’emergenza Covid per monitorare i malati a domicilio; i progetti Vispa e Contactless, per le visite da remoto di adulti e bambini del Policlinico Gemelli.
Su questi e su altri progetti, partiti pre-pandemia, è stato possibile “innestare” varianti che garantissero maggiore vicinanza ai pazienti e ciò che mi ha colpito è stata, in tutti i casi visti, la flessibilità e capacità di riorganizzare processi e tecnologie per far fronte alle problematiche Covid.
Progetti per il futuro
Un punto di osservazione che ci permette di guardare in avanti è quello fornito dal Premio eHealth4all, giunto quest’anno alla 4° edizione. Anche in questo caso si è trattato di una presentazione di progetti al pubblico, il 30 settembre presso l’Università La Sapienza. Questa volta, però, i progetti presentati sono i finalisti di un premio sulla prevenzione che ha la caratteristica di “monitorare” tali progetti per un anno; pertanto, oltre allo stato corrente, per ogni progetto sono stati presentati gli obiettivi 2021, la relativa pianificazione e gli indicatori che si utilizzeranno per valutare esiti e risultati.
Tra questi finalisti, alcuni progetti interessanti dal punto di vista della Telemedicina:
Adigest, un Progetto Sperimentale di Adi, in corso dal 2017 all’Asl di Brindisi. Coinvolge 2.500 assistiti, consiste in un sistema web-based nato per assolvere a tutti i compiti ricoperti dai vari attori del servizio di assistenza domiciliare integrata, fruibile anche via smartphone ed app.
Ora il progetto è in una nuova fase di revisione sistematica dei processi, che prevede, ad esempio percorsi formativi e di empowerment per pazienti e caregiver, perfezionamento del sistema di monitoraggio Covid-19 per Adi, realizzazione di un assistente virtuale e molte altre funzionalità.
Il progetto si prefigge obiettivi di efficacia misurabili, quali l’aumento degli assistiti a domicilio e il miglioramento dello standard di qualità percepita.
Elifecare, una piattaforma di Telemedicina che fornisce servizi per il Teleconsulto, la Televisita e il Telemonitoraggio a supporto di tutti gli operatori coinvolti nella cura e monitoraggio del paziente a domicilio. Elifecare fornisce servizi e infrastrutture tecnologiche necessarie alla gestione completa e integrata dei servizi di assistenza, disponibili e fruibili da tablet e smartphone. Il progetto sta ora entrando nella fase di adozione e per valutarne l’impatto sono stati definiti anche gli indicatori che permetteranno di misurarne l’efficacia sia verso gli assistiti che in termini di evoluzione di processo, nonché gli indicatori economici. Allo studio anche indicatori di tipo epidemiologico, legati all’area Covid.
Progetto regionale di Telemedicina – un progetto di Regione Emilia Romagna rivolto alle persone affette da patologie croniche residenti nelle zone disagiate e geograficamente meno accessibili della Regione. Il Progetto prevede l’implementazione di servizi di Telemonitoraggio per il trasferimento dei dati sanitari dal domicilio dei pazienti alla Casa della Salute grazie alla messa in produzione di una piattaforma tecnologica in fase di ultimazione.
Sono stati individuati specifici indicatori di processo e di esito per la valutazione e verifica finale delle attività realizzate con il progetto.
Save, un progetto che intende realizzare un applicativo software che raccolga su smartphone, e simultaneamente archivi in cloud in tempo reale, molteplici dati sanitari dell’utente (parametri vitali e non), rendendoli disponibili al medico di Medicina Generale e al team di medici specialisti. L’obiettivo è valutare precocemente instabilizzazioni del quadro clinico.
Il progetto si propone di utilizzare l’App su di un campione significativo di utenti. Per questo è stata coinvolta Federfarma Lombardia che proporrà alle farmacie associate di coinvolgere i cittadini con patologie croniche sospette o acclarate. L’obiettivo è arruolare almeno 1.000 utenti che verranno monitorati per un anno con finalità di prevenzione primaria.
Saranno gestiti questionari per valutare la soddisfazione degli utenti.
Questi 4 progetti, insieme agli altri finalisti, si contenderanno il premio eHealth4all – 4° edizione, che verrà attribuito alla fine dell’anno di osservazione, a ottobre 2021.
Più in generale, ora che anche sugli aspetti normativi abbiamo registrato dei passi avanti, ci aspettiamo che i progetti di Telemedicina si moltiplichino e che ci dimostrino, dati alla mano, come la prevenzione secondaria e terziaria, garantita con i servizi di telemedicina, porti non solo a migliorare la salute degli assistiti ma anche ad ottimizzare l’uso delle risorse sanitarie.
A cura di Ornella Fouillouze – vice presidente e coordinatore Gruppo Sanità, coordinatore eHealth4all, Club TI Milano
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