In uno scenario fluido, di instabilità e incertezze, per un’azienda è oggi un imperativo strategico rispondere rapidamente ai cambiamenti di mercato e assicurare il time to market.
Nei piani di digital transformation delle imprese, l’edge computing rappresenta in quest’ottica un elemento di frontiera, un fattore abilitante e decisivo per garantire resilienza e flessibilità del business. Le aziende hanno bisogno di reattività per il trattamento di grandi volumi di dati, spesso fondamentali per la sicurezza e la produttività. È essenziale, pertanto, raccogliere e trattare i dati alla fonte. A che punto siamo oggi in termini di propensione verso l’adozione di servizi e modelli di edge computing e quali gli impatti per le aziende?
È questo il tema oggetto dell’ultima Executive Roundtable del ciclo Cio Innovators, dedicata ad un gruppo selezionato di Cio e C-Level, organizzata da NetConsulting cube in collaborazione con TIM e Google Cloud.

Le opportunità per le aziende

L’edge computing è un modello di infrastruttura informatica che decentralizza una parte di architettura dedicata all’elaborazione dei dati. Si tratta di sistemi e dispositivi che operano ai “confini” (edge) dell’organizzazione, riducendo l’enorme quantità di dati che confluiscono al data center e alleggerendo così il traffico di rete.

Una tecnologia che offre una serie di vantaggi per le aziende di tutti i settori che oggi, nella maggior parte dei casi, non hanno ancora un’infrastruttura in grado di processare in tempo reale la quantità di dati che i dispositivi IoT generano, a causa sia delle limitazioni di banda che del tempo di latenza.

L’edge computing, dunque, rappresenta allo stesso tempo un’opportunità e una sfida. Un’opportunità perché consente di elaborare in periferia alcuni dati significativi per il business e questo è particolarmente utile su alcune applicazioni legate ai sistemi IoT e all’analisi delle informazioni, e una sfida perché ci si trova a dover gestire un numero crescente di sistemi distribuiti in ambienti non ottimizzati per l’IT, dove non è sempre presente personale specializzato pronto ad intervenire quando serve.

Lo stato dell’arte

Il mercato dell’edge computing crescerà in modo esponenziale nei prossimi anni, a livello globale: gli analisti internazionali stimano una crescita annuale tra il 2022 e il 2030 ad un Cagr del 38,9% (fonte: Grand View Research).

Nonostante siano evidenti i vantaggi e le opportunità derivanti dall’adozione di questa tecnologia, soprattutto a fronte dell’aumento di progetti IoT e in ambito Industria 4.0, gli investimenti delle aziende sono ancora in una fase iniziale. Come evidenziato dalla Cio Survey 2021, indagine di NetConsulting cube sui Cio delle principali grandi aziende italiane, nel 2021 il 25,7% delle aziende intervistate stava già investendo in progetti di edge computing.

Tecnologie Emergenti
Le tecnologie emergenti oggetto di investimenti da parte delle aziende italiane 2020 – 2021 (Fonte: NetConsulting cube, Cio Survey 2021)

L’edge computing rappresenterà quindi l’architettura IT di riferimento per le applicazioni IoT e tutte le sue derivazioni: dalla fabbrica intelligente ai veicoli a guida autonoma, dal fintech alla customer experience nel retail, dalla smart home alle smart city.

Il futuro dell’edge computing

L’edge computing non va inteso come uno dei principali componenti del mondo delle cosiddette tecnologie emergenti, ma come un potente strumento di disrupting dei modelli consolidati di organizzazione e gestione delle aziende”, afferma Giancarlo Capitani, presidente di NetConsulting cube, durante l’apertura l’incontro.

Quando parliamo di edge computing come di un’architettura IT distribuita e aperta con potenza di elaborazione decentralizzata predisposta per le tecnologie di mobile computing e IoT, dove i dati raccolti sono elaborati dal dispositivo periferico collegato in cloud con il centro, stiamo in realtà dicendo che l’edge computing va rappresentato come una filiera che comprende IoT, edge e cloud connessi tra loro da una piattaforma di connettività evoluta, in cui il 5G giocherà un ruolo fondamentale”.

Le aziende dovranno tenere conto degli impatti di natura strategica derivanti da un uso consapevole e intensivo dell’edge computing, in sintesi:

  • la necessità di dotarsi di una vera strategia data driven;
  • la rottura dei confini tradizionali dell’azienda che avrà una presenza sempre più distribuita e diffusa nei luoghi dove i dati vengono prodotti, sia all’interno del sistema azienda stesso sia all’esterno nell’ambito di ecosistemi intersettoriali o territoriali più ampi;
  • la diffusione epidemica del paradigma del real-time su tutto il tessuto aziendale, a partire dalle aree elettive di utilizzo dell’edge computing;
  • l’applicazione possibile dell’edge computing in diversi settori (sanità digitale, smart city, smart building, mobilità intelligente, connected car, digital factory, smart building) potrà favorire la diversificazione innovativa del business dell’azienda.

Se questo rappresenta il potenziale dell’edge computing – ciò che è stato definito come “mito” nel titolo dell’incontro – si tratta oggi invece di capire quali siano i fattori e le condizioni, anche non tecnologici (visione strategica, competenze, creatività) affinché l’edge diventi Intelligent Edge – ovvero “realtà” – intelligenza distribuita con un approccio olistico che esercita tutto il suo potenziale sui processi aziendali coinvolti e trasforma l’intera azienda”, conclude Capitani.

Non perdere tutti gli approfondimenti sul tema nella Room Partnership strategica: TIM & Google cloud

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