Un ospedale che sia sempre più luogo di intensità di cura grazie a soluzioni digitali specialistiche, data-driven e capaci di divenire parte dei team di cura e di entrare nel territorio, con la telemedicina e i sistemi a supporto dei modelli di servizio della nuova medicina di prossimità. Questa la proposta a valore di Engineering, costruita sul binomio “Tecnologia-Organizzazione”, raccontata da Antonio Delli Gatti, Healthcare Director di Engineering.

I fondi del Pnrr dedicati alla Missione Salute rappresentano un’opportunità anche per la transizione digitale della sanità. A che punto siamo con la trasformazione digitale del settore e quali sono i passi più urgenti d fare per accelerare nuovi modelli digitali per la sanità?

Allo slancio emergenziale registrato durante la pandemia, segue ora il moto strutturale che il Pnrr ha inteso innescare: elementi che fanno respirare un’aria nuova, propizia, per la trasformazione digitale della sanità.

Affinché gli investimenti in digital health resi finalmente possibili dal Pnrr possano generare l’attesa trasformazione digitale, è tuttavia necessario comprendere che quest’ultima avviene nella saldatura fra potenziali IT e miglioramento organizzativo; e che i primi senza il secondo producono semplice “informatizzazione”, ma non l’auspicata trasformazione digitale.

Non a caso, infatti, la ricerca e la promozione di questa saldatura permeano tutta la Missione Salute del Pnrr:

  • fondi per la telemedicina sì, ma solo perché quest’ultima è intesa come asset IT in grado di abilitare il nuovo modello organizzativo e di servizio della medicina di prossimità, anch’esso voluto dal Pnrr;
  • risorse per l’ammodernamento digitale degli ospedali sì, ma solo perché esso è necessario a rendere questi ultimi il polo dell’assistenza e cura acuta e specialistica;
  • investimenti in “infrastrutture” di data management sì – a partire dal nuovo FSE 2.0 data-driven –, ma solo perché esse sono viste quali soluzioni a sostegno del potenziamento della capacità di governo dei percorsi di salute delle persone e del sistema sanitario tutto; ecc.

In questi binomi strategici si rivela l’essenza della trasformazione digitale: usare la tecnologia per abilitare e rendere finalmente possibili nuovi modelli organizzativi di valore per la sanità, che vanno concepiti, modellizzati e messi in moto sfruttandone in modo sapiente i potenziali.

Per concludere, mi piace affermare con forza che l’accelerazione della trasformazione digitale passa proprio dal riconoscimento dell’importanza di investire, non in soluzioni IT in sé, ma in modelli di assistenza e cura abilitati dal digitale, modelli la cui attuazione deve essere al centro del disegno di iniziative in cui il binomio fra digitale e organizzazione è continuamente considerato, ricercato e valorizzato.

Le competenze sulle tecnologie digitali sono fattori indispensabili per la trasformazione digitale della sanità: quali sono gli ambiti tecnologici in cui servono maggiori competenze per sviluppare la sanità digitale?

Antonio Delli Gatti, Healthcare Director di Engineering
Antonio Delli Gatti, Healthcare Director di Engineering

Nel ricollegarci alla domanda precedente, possiamo certamente affermare che l’importanza da assegnare alle competenze deriva anch’essa dalla consapevolezza che la formula della trasformazione digitale è data dalla sommatoria fra tecnologie ed organizzazione, di cui le persone – e, quindi, le loro competenze – sono la componente decisiva. Se le persone non dovessero dominare le competenze necessarie alla trasformazione digitale, la “readiness” del sistema sanitario tutto risulterebbe inadeguata ad intraprendere ed a portare a compimento il moto strutturale di digital transformation che è sotteso al Pnrr ed a cui si è già fatto cenno in precedenza.

Di nuovo, il Pnrr “lo sa” ed aziona specifiche leve per promuovere l’accrescimento delle competenze digitali dei professionisti del sistema salute, in un Paese in cui esse – ad onor del vero – sono carenti non solo in sanità.

Ma a queste leve ne andrebbero affiancate altre, che sono sin d’ora nella disponibilità delle organizzazioni sanitarie, come anche dei loro partner nella digital health, e che possono essere forza motrice per creare e far progredire le competenze necessarie a “fare trasformazione digitale”.

Innanzi tutto, una nuova concezione del dipartimento IT delle organizzazioni sanitarie: multidisciplinare, aperta e collaborativa, ed in tal modo in grado di interpretare il ruolo di leader interno della trasformazione digitale che, come è evidente, richiede competenze “di business” oltre che “tech”, e la capacità di creare connessioni stabili con il mondo clinico, che non può essere visto come semplice “cliente-utente”, ma come attore protagonista nell’analisi delle esigenze, nella progettazione/selezione delle soluzioni e nella loro introduzione e miglioramento continuo. In altri termini, occorre introdurre nei dipartimenti IT competenze di fatto già disponibili (cliniche, assistenziali, organizzative, ecc.) e ruoli (i.e. Chief Medical/Nursing Information Officer, business analyst, ecc.) che permettano alle organizzazioni sanitarie di percorrere il proprio digital transformation jouney nella sua interezza e con efficacia.

A questo dovrebbe abbinarsi la capacità, da parte dei player di mercato della digital health, di fare proprio questo stesso modello multidisciplinare, aperto e collaborativo, in cui le soluzioni:

  • sono progettate con gli utenti, a partire dalla comprensione delle loro esigenze “di business”, e dosando le migliori “tech” per soddisfarle;
  • sono implementate con un grande coinvolgimento degli utenti, affinché divengano essi stessi promotori della loro progressiva adozione e diffusione.

Pratiche che, oltre a massimizzare il valore delle soluzioni e dei progetti IT, sono in grado di creare le condizioni anche per un più efficace trasferimento di competenze tecniche e funzionali dai player IT verso le organizzazioni sanitarie.

Come sta evolvendo la strategia e l’offerta per la sanità della vostra azienda in questo scenario di trasformazione?

In Engineering, stiamo continuando a dispiegare un percorso evolutivo della nostra proposizione che riteniamo essere totalmente in linea che i trend più contemporanei e che è stato concepito, disegnato ed avviato in tempi non sospetti, ovvero ben prima delle sollecitazioni originatesi dalla pandemia e dal Pnrr. E questa considerazione riguarda sia i temi su cui verte tale percorso, sia la postura con cui lo stiamo realizzando.

Sui temi, la nostra proposizione di valore per un ospedale sempre più luogo dell’intensità di cura grazie anche a soluzioni digitali specialistiche, data-driven ed in grado di divenire “parte del team di cura” si sta ora ampliando per “entrare nel territorio”, con la telemedicina ed i sistemi a supporto dei modelli organizzativi e di servizio della nuova medicina di prossimità.

Ma è soprattutto la postura a contraddistinguere la nostra proposizione e la sua evoluzione: quella tensione verso il binomio “Tecnologia-Organizzazione” che da sempre forma la nostra stessa identità. Ci piace dire che Engineering è il posto “where business meets technology”; questo non è uno slogan, ma l’essenza di quanto continuiamo a fare tutti i giorni, da ormai molti anni, a tutti i livelli del Servizio Sanitario Nazionale: considerare la tecnologia – tradizionale, innovativa e di frontiera – di cui siamo leader di competenza come il mezzo per far progredire l’organizzazione sanitaria ed i suoi processi, dove siamo “immersi” tutti i giorni, al fianco dei professionisti della salute, e che – di conseguenza – conosciamo profondamente.

Da questo traiamo il know-how – e l’energia – che ci consente di proporci come consulenti delle organizzazioni sanitarie per comporre soluzioni che hanno il carattere che serve in questo tempo, tempo di investimenti per la trasformazione digitale della Sanità del Paese, tempo per la costruzione del suo futuro.

Quali sono i principali progetti in corso per il 2022-2023?

In Engineering, siamo impegnati in iniziative strategiche che, ai livelli nazionale, regionale e locale della sanità, mirano tessere, lungo l’ordito delineato dalla Missione Salute del Pnrr, la trama della trasformazione digitale attesa per il nostro sistema sanitario.

Solo per menzionare le più rilevanti fra tali iniziative, inizierei con il versante della nuova medicina di prossimità.

In tale ambito, Engineering è il partner della digital health scelto dalla Regione Lombardia per la realizzazione del proprio Sistema per la Gestione Digitale del Territorio (SGDT); quest’ultimo è l’asset IT mediante il quale la Regione, prima in Italia, intende sostenere il processo di riforma del proprio SSR che, seguendo di fatto le linee strategiche sottese al DM77, mira a potenziare il piano dell’assistenza territoriale, riequilibrandolo rispetto a quello dell’assistenza ospedaliera.

Sempre in questo ambito, Engineering fa parte del costituendo RTI scelto da Agenas quale soggetto proponente relativamente alla partnership pubblico-privato per l’affidamento della concessione per la progettazione, realizzazione e gestione dei Servizi Abilitanti della Piattaforma Nazionale di Telemedicina.

Cambiando versante, sulla direttrice del potenziamento digitale delle strutture ospedaliere, Engineering – anche in qualità di mandataria di uno degli RTI aggiudicatari della gara Sanità Digitale 1 – è protagonista di molteplici iniziative di “crescita” dei sistemi informativi ospedalieri in aziende che hanno scelto la nostra soluzione proprietaria ellipse per trasformare i propri processi di accoglienza e di assistenza e cura, spesso nel contesto di progettualità ricche di interventi “digital”: cloud, advanced analytics, cybersecurity, ecc.

Una menzione conclusiva merita proprio il tema della cybersecurity. In uno scenario di crescente digitalizzazione dei processi e dei dati del sistema sanitario, riserviamo grande attenzione alle tematiche della sicurezza informatica, con iniziative nelle quali affianchiamo i nostri clienti, in ottica consulenziale, per “proteggere” saldamente i loro percorsi di trasformazione digitale.

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