Liste d’attesa, fuga dei talenti dalla sanità pubblica, diseguaglianze nelle possibilità di accesso alle cure, ma anche un eccessivo appesantimento del carico burocratico per i medici di famiglia sono alcuni dei problemi della nostra sanità che invece grazie alle tecnologie potrebbe beneficiare di una serie di semplificazioni importanti anche e proprio nelle interazioni che non aggiungono valore come le prenotazioni, le pratiche amministrative, le prescrizioni. E’ l’ambito in cui opera MioDottore e ne parliamo con Luca Puccioni, Ceo e Co-Founder di MioDottore che fa parte del Gruppo Docplanner ed è la piattaforma in Italia dedicata alla sanità privata e pubblica che connette i pazienti con medici specialisti, medici di medicina generale, centri medici e ospedali come IRCCS Humanitas, IEO, Istituto Auxologico Italiano, Ospedale San Raffaele, Ospedale Israelitico, Gruppo Mantova Salus, Gruppo GVM e Gruppo PSH. 

La sanità sta vivendo una forte fase di accelerazione (e attenzione) legata anche ai fondi del Pnrr dedicati alla Missione Salute. Dal vostro osservatorio, quali sono le urgenze che devono essere ancora sanate e quanto è stato fatto in questo ultimo anno. 

C’è un sistema di urgenze, che sono strettamente correlate tra loro, e che vanno affrontate. Un primo tema è quello delle liste d’attesa. Oggi si possono aspettare anche nove mesi per una tac, una mammografia o un’operazione. In secondo luogo, la fuga dei talenti dagli ospedali pubblici. Secondo una ricerca che abbiamo fatto lo scorso anno, trattamento economico insoddisfacente e scarso equilibrio vita-lavoro sono ciò che allontana i giovani dal lavoro nel settore della sanità pubblica. Ma oggi ci sono le cooperative: i medici lasciano il lavoro in ospedale e tornano tramite cooperativa, con uno stipendio molto più alto. Questo comporta un grande costo per la sanità. C’è poi il tema dei medici di medicina generale: un terzo di loro è destinato ad andare in pensione nei prossimi anni, e non verranno sostituiti: tra non molto, oltre 3 milioni di cittadini si troveranno senza medico di famiglia. La soluzione attuale è di ampliare il bacino di pazienti dei medici ancora in attività: alcuni di loro si trovano così a passare da 1.500 a 2.000 pazienti, ma ciò comporta difficoltà nella gestione ottimale dei casi.
Questa situazione incide direttamente sul sistema sanitario pubblico e sulla salute dei cittadini, che si rivolgono ai Pronto Soccorso per qualsiasi necessità, in mancanza di accesso ai medici di medicina generale. Un contraltare di questa situazione è una forte crescita del settore privato, perché le persone non hanno scelta se non rivolgersi al privato laddove non hanno accesso al pubblico, mentre prima c’era un maggiore equilibrio tra i due settori, il paziente aveva quantomeno possibilità di scegliere.

 Luca Puccioni, Ceo e Co Founder di MioDottore
Luca Puccioni, Ceo e Co Founder di MioDottore

Al momento è stato fatto ancora troppo poco per ovviare a questi problemi, ma almeno si sta prestando molta più attenzione all’argomento, sui media e nel dibattito pubblico. L’attenzione è alta e sta accelerando la proposta e implementazione di soluzioni, perché i fondi del Pnrr – se non vengono allocati – andranno persi.

La digitalizzazione è uno dei punti chiave del Pnrr Salute, e credo che, quindi, possa essere un’opportunità per arrivare a un sistema che sia efficace ed efficiente sia per i medici che per i pazienti. Per far sì che ciò accada, è necessaria una stretta collaborazione tra istituzioni, aziende esperte in questo settore e Sistema Salute, così da avviare processi innovativi a beneficio di medici e pazienti.

Un ecosistema complesso ruota attorno al mondo della sanità. In che modo è possibile facilitare, grazie alle tecnologie digitali, la relazione tra tutti gli interlocutori (pazienti, medici, presidi, enti)? Quali competenze servono e in che modo accrescerle?

Da diversi anni, Internet e le nuove tecnologie hanno modificato irrevocabilmente il modo di comunicare e i comportamenti di tutti. La tecnologia ha migliorato tutti i settori nei quali è entrata, e può dunque essere un asset vincente per migliorare anche il settore della sanità, dove ha il potere di avvicinare le due principali parti coinvolte – medico e paziente – e rendere più efficiente l’intero sistema.

In primis, la tecnologia è in grado di alleggerire il carico burocratico dei medici, di semplificare le interazioni cosiddette “a basso valore” (come prenotazioni, prescrizioni online, pratiche amministrative), liberando quindi tempo per le interazioni “ad alto valore”, come consulenze, ascolto, costruzione del rapporto di fiducia col paziente.

Allo stesso tempo, le tecnologie digitali possono avere un ruolo cruciale per eliminare le disuguaglianze nell’accesso alle cure, permettendo di superare i tradizionali limiti spazio-temporali e abbattendo le distanze. Pensiamo al tema dei teleconsulti o dei “secondi pareri”, importantissimi per molti pazienti: grazie alla tecnologia è possibile richiederli anche a medici lontani, mentre prima sarebbe stato necessario viaggiare, con un’aggiunta notevole di costi da sostenere per i cittadini.

Si tratta ovviamente di un processo graduale: molti pazienti, ma anche medici, hanno ancora delle resistenze per quanto riguarda il ruolo della tecnologia nel mondo della salute, col timore che questa possa compromettere, e non rafforzare, il rapporto. Al contrario, avviare un percorso di digitalizzazione graduale, che parta dalla prenotazione online delle visite mediche, può avere ricadute positive per tutti gli attori: da un lato, offre all’utente un maggiore coinvolgimento, rendendolo parte attiva ed esponendolo a una tecnologia con cui ha già familiarità poiché simile ad altri sistemi di prenotazione online; dall’altro lato, riesce a ottimizzare il sistema di gestione di ambulatori e studi medici, rendendoli più efficienti.

Quali sono le strategie della vostra azienda in questo scenario complicato di trasformazione? Come si rimodella la vostra offerta?

Per portare il sistema sanitario a un livello di modernità ed efficienza superiore, è necessario che le istituzioni collaborino con realtà che possano portare strumenti ed expertise necessarie a compiere questi passi. MioDottore, che lavora già da molti anni in Italia con la sanità privata, da due anni è entrato anche nel settore della sanità pubblica, in primis quello della medicina generale. Abbiamo recentemente creato un dipartimento che si occupa di lavorare con questo segmento sia dal punto di vista consulenziale che di rapporti con le istituzioni. Vogliamo contribuire a rivoluzionare il settore pubblico proprio come abbiamo già fatto col privato, perché sono due ecosistemi interconnessi e come pazienti usufruiamo di entrambi. E questi due ecosistemi vanno ricongiunti, grazie al digitale. Pensiamo ad esempio all’odierna incomunicabilità delle banche dati esistenti, che comporta la moltiplicazione dei task burocratici dei professionisti e obbliga i pazienti a conservare documenti e referti cartacei. La tecnologia può avviare una transizione verso un ecosistema digitale unificato, fatto di piattaforme che dialogano tra loro, con ricadute positive tanto sui percorsi di prevenzione, diagnosi e cura quanto sulla ricerca scientifica. Grazie ai dati, inoltre, possiamo passare dalla dimensione individuale della cura a investimenti in prevenzione e salute collettiva: il vissuto di un singolo paziente – quando monitorato – può migliorare la condizione di altri pazienti.

La nostra esperienza maturata nel settore privato – coi dovuti adattamenti – è replicabile con successo anche nel settore pubblico, soprattutto per quanto riguarda l’aumento dell’efficienza dei processi, e stiamo già lavorando fianco a fianco con le ASL, con le istituzioni a livello locale e regionale, e con le associazioni di categoria, per partecipare a questa trasformazione e far sì che ciò accada in tempi rapidi. Il nostro impegno è indirizzato a unire i mondi sanitari pubblico e privato, migliorando complessivamente l’efficienza e la qualità dei servizi offerti.

Leggi tutti gli approfondimenti del Digital Health Summit 2023 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Condividi l'articolo: