Si è chiusa da pochi giorni la settimana europea della mobilità sostenibile, occasione anche per ancorare ai numeri le riflessioni sul tema. In particolare quelli della Fondazione per la Sostenibilità Digitale, contenuti nel rapporto Sustainable Mobility 2023 che sottolinea, soprattutto, come sia proprio il digitale a trainare la trasformazione della mobilità urbana nelle 14 città metropolitane italiane campione oggetto della ricerca: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia.
In particolare, l’indagine coinvolge un campione rappresentativo di cittadini italiani diversi per età, istruzione e opinioni (sulla sostenibilità) e si basa sul DiSI City Index, l’indice nato dalla partnership della Fondazione per la Sostenibilità Digitale con l’Istituto di Studi Politici S. Pio V.
L’indagine arriva tra l’altro in un momento di urgenza per la trasformazione dei trasporti che sono il secondo settore più inquinante in Europa (con valori ancora in crescita); serve capire come i cittadini si comportano rispetto a questo tema in relazione al raggiungimento dell’obiettivo europeo di emissioni-zero di gas serra entro il 2050, come stabilito dal Green Deal europeo.

Alcuni numeri evidenziano il ruolo centrale delle tecnologie digitali nella trasformazione della mobilità urbana, ma anche alcune ambivalenze significative. Per esempio, il 77% degli intervistati ritiene che l’AI possa avere un impatto positivo sul settore ma poco meno di un italiano su quattro (23%) non condivide questa visione: una percentuale tutt’altro che trascurabile. Opinione tra l’altra condivisa tra i diversi segmenti del campione, tanto che anche il livello di competenza digitale, in questo specifico caso, non sembra essere un fattore di influenza – solo 4 punti è lo scarto tra coloro che sono attenti alla sostenibilità e fortemente digitalizzati, i Sostenibili Analogici (l’80%), e gli Insostenibili Digitali, non digitalizzati e non sensibili ai temi della sostenibilità (il 76%).

La classifica delle città secondo l'indice Disi City
La classifica delle città secondo l’indice DiSI City

A questo spunto dai tratti “interlocutori”, se si tratta di dimostrare la fiducia nei digital enabler più recenti, si aggiunge quello relativo alla percezione degli utenti sui reali effetti del digitale nelle esperienze di mobilità urbana. Tutt’altro che ottimista. Quasi un italiano su tre ritiene che “l’esperienza utente non migliorerà attraverso l’utilizzo delle tecnologie digitali”, un dato però che in questo caso registra lo sbilanciamento verso quegli utenti che sono meno digitalizzati e meno sensibili ai temi della sostenibilità. E, tuttavia, l’81% del campione ritiene che le tecnologie digitali siano fondamentali per migliorare la mobilità urbana (non necessariamente l’esperienza).

Stefano Epifani, presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale: “Il digitale può avere un ruolo di primo piano nell’evoluzione, sostenibile, del settore della mobilità e dei trasporti. Una parte significativa del cambiamento passerà però dalle scelte dei cittadini, ed è per questo motivo che conoscere i loro punti di vista in merito è un obiettivo di fondamentale importanza anche e soprattutto per le nostre Istituzioni”.

Stefano Epifani
Stefano Epifani, presidente Fondazione per la Sostenibilità Digitale

Se si entra un poco di più nel dettaglio, ecco emergere il ruolo delle auto ibride e/o elettriche nel contesto della sostenibilità ambientale dal punto di vista dei cittadini: oltre sette su dieci ritengono da una parte che abbiano un impatto positivo sull’ambiente ma la metà concorda anche con l’affermazione opposta, secondo cui queste auto inquinano tanto quanto le auto a benzina o diesel. I ricercatori spiegano come “il 77% dei Sostenibili Digitali, digitalizzati e sostenibili, e il 76% dei Sostenibili Analogici, che non utilizzano il digitale e non sono attenti alla sostenibilità, credono nell’efficacia ambientale di queste auto”.
Ma quasi sei su dieci degli Insostenibili Digitali – cioè non sostenibili e digitalizzati -, e sette su dieci degli Insostenibili Analogici – non attenti alla sostenibilità e non digitalizzati – condividono l’affermazione contraria. Del tutto comprensibile è anche il rilievo per cui oltre quattro cittadini su dieci non sono disposti a spendere di più per un’auto ecologica, il cui costo ancora oggi e nonostante gli incentivi è in modo importante e ‘insostenibile’ rispetto alle auto alimentate esclusivamente con sistemi a combustione interna. Anche in questo caso il livello di sostenibilità incide sulle convinzioni dei cittadini.

Una nota: ad aumentare la consapevolezza circa i possibili vantaggi della tecnologia a beneficio della sostenibilità, non sono le competenze digitali ma, ancora una volta, è la sensibilità delle persone verso i temi della sostenibilità. Un tratto che emerge ancora analizzando car sharing e il bike sharing. In questi casi l’80% degli intervistati riconosce il loro potenziale positivo ma il 20% comunque ritiene che le reali applicazioni non abbattano i costi e non influiscano positivamente sui consumi energetici. Sono i giovani in questo caso a credere nel loro potenziale positivo.

Il digitale incontra le esigenze di mobilità delle persone soprattutto in relazione all’utilizzo delle applicazioni per quanto riguarda l’orientamento con il Gps e la ricerca dei percorsi (65%), molto meno quando si tratta di utilizzarle per l’acquisto di titoli di viaggio per i mezzi pubblici, per il monitoraggio del consumo e dell’impatto ambientale dei mezzi di trasporto, per la condivisione dei mezzi. Car e bike sharing sono sistemi utilizzati solo da un italiano su cinque ed addirittura appena il 5% ne fa un utilizzo regolare.

In particolare i servizi di car pooling, come Blablacar, sono usati appena dal 16% del campione, e l’assenza di competenze digitali per una fascia della popolazione rappresenta un limite, che ostacola la conoscenza e l’utilizzo di servizi che consentirebbero di realizzare scelte più sostenibili di mobilità. Le app per l’acquisto dei biglietti sono invece utilizzate da poco meno di un italiano su tre e le app per la mobilità integrata appena da un cittadino italiano su quattro. Prosegue Epifani: “La mobilità urbana sostenibile è un obiettivo ambizioso, ma il digitale rappresenta una risorsa fondamentale per raggiungerlo. La transizione verso una mobilità più sostenibile richiederà un impegno congiunto di istituzioni, aziende e cittadini. È essenziale, infatti, garantire che tutti possano beneficiare appieno delle opportunità offerte dalle tecnologie digitali per migliorare la qualità della vita nelle città italiane e per far fronte agli impegni presi dal nostro Paese in Europa”

È interessante notare come gli utenti più attenti ai temi della sostenibilità rinuncino alla possibilità di mettere in atto i migliori comportamenti sostenibili poiché si rifiutano di sviluppare adeguate competenze digitali. Percentuali di utilizzo che salgono leggermente nell’area metropolitana per scendere di poco sotto la media nel territorio del comune.

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