In un mondo digitalizzato, dove l’offerta di servizi e prodotti cresce a dismisura, la possibilità di cadere vittima di frodi è sempre più alta. Se infatti, le nuove modalità di pagamento più flessibili e veloci con l’incremento esponenziale delle transazioni digitali da un lato hanno ridefinito le aspettative dei consumatori migliorandone la customer experience, dall’altro offrono al cybercrime nuove opportunità di guadagno sfruttando non solo il social engineering ma anche nuovi tipi di truffe, come quelle “sentimentali“, le false opportunità di lavoro o programmi di investimento fasulli, tattiche ormai ricorrenti.
Questo scenario di crescenti vulnerabilità preoccupa molto i clienti, andando anche ad incidere sulle loro decisioni di acquisto e sulle modalità di gestione dei pagamenti o dei servizi digitali. Timori che riguardano in particolare gli utenti italiani, come evidenziano i risultati di un’indagine realizzata da Sas in collaborazione con 3Gem sulla diffusione della “Global Scam Economy”, che vede coinvolte 13.500 persone in tutto il mondo.
Italia, crescono i crimini finanziari
Nel nostro Paese, l’attenzione al tema è molto alta, anche perché alcuni fenomeni sembrano più marcati che altrove. La maggior parte degli attacchi avviene generalmente online, anche se non mancano metodi più comuni, come le telefonate, le e-mail e anche le visite a domicilio. Proprio in Italia, in particolare, il contatto sul cellulare e attraverso la mail sono le modalità maggiormente impiegate (il 66% e 72% rispettivamente) e hanno come obiettivo principale la sottrazione di dati bancari o personali.
Secondo l’analisi, oltre il 60% degli italiani è stato vittima di una truffa almeno una volta, circa un terzo crede che il numero delle frodi sia cresciuto in maniera consistente nel 2022 e quasi l’80% teme di diventare una vittima in futuro. E’ anche forte la richiesta di intervento a livello governativo e imprenditoriale; 9 italiani su 10 ritengono infatti che le istituzioni e le aziende dovrebbero impegnarsi maggiormente nel proteggere i consumatori.
Il tema è dunque chiaramente sentito nel nostro Paese, dove in cambio di una maggiore tutela dei propri dati sensibili, il consumatore è disposto a fare dei passi aggiuntivi o a pagare un prezzo superiore. Il 90% è considerevolmente più preoccupato e consapevole che in passato ed è propenso a rivolgersi a nuovi fornitori in cambio di una migliore forma di protezione e vigilanza. In particolare, il 74% cambierebbe il provider dei propri servizi se questo offrisse un sistema anti-frode migliore. Oltre il 70% è anche disposto a tollerare ritardi o giustificare controlli aggiuntivi al fine di evitare furto di identità o di denaro. Il 63% ricorre già a un metodo di autenticazione piuttosto che a una password durante le transazioni. Non si opporrebbe all’uso di sistemi di rilevazione biometrici l’82% circa degli utenti e ad utilizzare metodi di pagamento peer-to-peer il 78% circa.
Sas, strumenti evoluti per il contrasto
A fronte di quanto emerso dall’analisi, servono strumenti per combattere le frodi dell’era digitale, sottolinea Sas. Un impegno attivo nella prevenzione dello scam può infatti dimostrarsi per le aziende un vantaggio competitivo fondamentale. Per questo, nella settimana internazionale di sensibilizzazione sulle frodi, Sas ha stilato alcune raccomandazioni indirizzate alle imprese per contrastare il fenomeno. Tra queste, migliorare l’individuazione delle frodi sui sinistri con l’analisi predittiva e il processo decisionale in tempo reale; rafforzare le capacità di antiriciclaggio e di sorveglianza delle frodi; intensificare la lotta all’evasione fiscale nel trasporto merci.
In generale, l’atteggiamento da adottare non deve essere l’abbandono delle nuove tecnologie per paura di subire le frodi ma puntare su tali tecnologie, proteggendo adeguatamente le singole persone che ne usufruiscono.
In particolare, il rilevamento delle frodi basato sull’intelligenza artificiale può aiutare le organizzazioni a individuare un maggior numero di truffe, in anticipo e molto più rapidamente, migliorando sia l’efficienza che l’accuratezza delle strategie di rilevamento e prevenzione delle frodi in tempo reale. A differenza delle regole, che sono facili da testare e aggirare per i truffatori, l’applicazione del machine learning supporta le aziende nell’identificazione delle anomalie in tempo reale e ad anticipare le minacce. “La fiducia dei consumatori nell’ecosistema globale dei pagamenti digitali, in continua espansione, è un imperativo, che si basa sull’uso efficace da parte delle aziende di tecnologie avanzate di autenticazione dei clienti e antifrode, tra cui l’intelligenza artificiale, il machine learning e la biometria, per rilevare e prevenire le frodi attraverso i diversi canali”, dichiara Stu Bradley, senior vice president Fraud & Security Intelligence di Sas.
Poste Italiane, l’AI riduce i tassi di frode
L’AI generativa sta diventando uno strumento tanto di offesa quanto di difesa nell’ambito della scam economy. L’AI è infatti oramai fondamentale per essere produttivi e rappresenta un enorme potenziale degli investimenti antifrode delle aziende, dichiara Sas che incrementa gli investimenti in questa direzione, destinando 1 miliardo di dollari in ricerca sull’AI per i prossimi tre anni.
Sono molti i clienti che già si avvalgono delle analisi avanzate e dell’intelligenza artificiale di Sas. Tra questi, un esempio è rappresentato da Poste Italiane che utilizza Sas Viya per la protezione di 11 milioni di clienti che interagiscono con l’azienda, per individuare le frodi in modo più preciso. “Le tecniche di machine learning forniscono quello strato di intelligenza che ci permette di identificare le situazioni di rischio, analizzarle molto rapidamente e intervenire quando necessario“, dichiara Raffaele Panico, responsabile Fraud Management e Security Intelligence di Poste Italiane. Grazie all’adozione della soluzione Sas, aggiunge: “abbiamo ridotto i falsi positivi del 40% e aumentato la nostra capacità di gestire le anomalie di oltre il 20%”. E per la moneta elettronica, il tasso di frode di Poste Italiane è diminuito del 50% in tre mesi dal lancio del servizio antifrode. “È un dato sorprendente, soprattutto se consideriamo che negli ultimi due anni le frodi sono aumentate del 90% a livello mondiale“, conclude Panico.
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