La trasformazione digitale in atto, l’evoluzione di ogni processo in questa direzione, la crescita dei carichi di lavoro collegati all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, delle diverse modalità di realtà aumentata e in futuro sì, anche del quantum computing… Sono tutte sfide importanti anche nell’indirizzare l’evoluzione dei data center destinati a crescere per numero e capacità. Data center che, per essere sostenibili, devono guadagnare in efficienza, prima di tutto dal punto di vista energetico.
Serve quindi capire, a 360 gradi cosa significa, già oggi, pensare a un DC di questo tipo, pronto per il futuro. Considerare ogni singolo aspetto per la sua sostenibilità vuol dire avere in mette le caratteristiche uniche di un data center. Con un riferimento certo: la gestione dell’energia è un aspetto strategico soprattutto alla luce della diffusione di nuove applicazioni AI.

Non si tratta quindi solo della decarbonizzazione, della riduzione del consumo di risorse idriche e di nuove tecnologie di cooling. Si tratta anche e sempre di più di riuscire a sfruttare gli stessi abilitatori digitali come l’AI generativa (che certo impatta sulla domanda di calcolo e quindi sull’aumento dei consumi) in modo virtuoso per migliorare l’efficienza energetica.

Entriamo nei dettagli per comprendere meglio, con alcuni riferimenti quantitativi: i ricercatori stimano che la creazione di GPT-3 da sola ha già consumato 1.287 megawattora di elettricità e generato 552 tonnellate di CO2. I carichi di lavoro AI oggi consumano 4,3 gigawatt di energia e si proietta una crescita annuale composta tra il 26% e il 36% entro il 2028, arrivando a un consumo dai 13,5 ai 20 gigawatt annuali (fonte: WP110 Energy Management Research Center Schneider Electric).

Allo stesso tempo serve evidenziare che la democratizzazione dell’AI, disponibile non solo per le grandi aziende ma anche per le Pmi porterà ad un suo utilizzo sempre più pervasivo anche nella gestione dell’infrastruttura IT e per il controllo, per esempio di reti, risorse di calcolo, storage e anche nell’ambito della sicurezza. Il tema della sostenibilità, quindi, è facile comprendere come riguarderà un numero sempre più elevato di realtà aziendali, di ogni verticale, e di qualsiasi dimensione. Non sarà una sfida solo per gli hyperscaler, ma sarà allo stesso tempo una sfida che l’AI stessa aiuterà a gestire, anche per quanto riguarda i consumi dei data center.  

Riuscire a tenere sotto controllo la domanda di energia prevista dipende certo da alimentazione elettrica, raffreddamento, rack ma anche e soprattutto da strumenti software dedicati. Sì, perché usare i software di gestione dell’infrastruttura (DCIM), i sistemi di gestione dell’energia elettrica (EPMS) e i sistemi di gestione dell’edificio (BMS) consente anche di creare dei digital twin del data center così da indirizzare meglio il tema della struttura, dell’operatività e della gestione degli asset, anche grazie all’utilizzo dell’AI.

Il framework di Schneider Electric, riferimento concreto

In questo contesto il DCIM supporta il raggiungimento di obiettivi sostenibili  presentando Schneider Electric come realtà di riferimento per tutti i CIO che già oggi vivono la sostenibilità come questione prioritaria a livello di board, anche perché, come stima Gartner, entro il 2025, il 50% dei CIO sarà valutato in riferimento parametri di performance specifici legati alla capacità di ridurre il “consumo energetico” e qualsiasi iniziativa di sostenibilità di successo deve iniziare con il monitoraggio del consumo energetico perché “ciò che non si può monitorare, non si può nemmeno gestire”, e questo significa pure che non si può “ridurre”. Non solo, i CIO sono chiamati a trovare i modi per ridurre il consumo energetico dei loro data center senza compromettere le prestazioni o la disponibilità dei dati.

Gli step per ottimizzare un data center che sia davvero sostenibile
Gli step per ottimizzare un data center che sia davvero sostenibile (fonte: Guide to Environmental Sustainability Metrics for Data Centers, Schneider Electric, II edition, 2023)

Schneider già risponde a questo bisogno con DCIM 3.0: la numerazione ha un senso specifico perché, dopo la proposta per i piccoli UPS su server PC degli anni ’80, Schneider l’ha estesa negli anni 2000 ai server montati su rack e ai primi data center, indirizzando le sfide di pianificazione dello spazio, di alimentazione e capacità di raffreddamento; ed ora con DCIM 3.0 vuole risolvere le sfide legate agli ambienti IT ibridi, quelle legate alla resilienza ed alla sicurezza informatica e certo quelle di sostenibilità prioritarie. Non solo: EcoStruxure IT di Schneider Electric permette di misurare puntualmente il consumo energetico in modo da poter visualizzare i progressi, identificare i problemi e migliorare.
La differenza e gli effetti benefici dell’approccio di Schneider al tema sono ben identificabili.

Non puoi raggiungere ciò che non puoi misurare concretamente, per questo  l’azienda offre un sistema di riferimento preciso per la misurazione ed il monitoraggio dei consumi con tutti gli strumenti e servizi per misurare il consumo energetico di tutti i componenti del data center, tra cui server, storage, reti e climatizzazione; oltre a questo prevede anche tutti gli strumenti di analisi per identificare le aree in cui può essere ridotto ed identificare le opportunità di risparmio e di incremento della sostenibilità. Ed in ultimo fornisce ai clienti servizi di consulenza e implementazione per aiutarli a ridurre il consumo energetico dei loro data center.

Si tratterà quindi poi di adottare una serie di soluzioni specifiche per migliorare l’efficienza energetica dei componenti del data center, come server, storage e climatizzazione, così come per ottimizzare il layout del data center che può avere un impatto significativo sul consumo energetico. E con Schneider lo si può fare attraverso i servizi di consulenza dedicati. In ultimo, il calore generato dai server può essere riutilizzato per alimentare altri componenti del data center, come gli impianti di climatizzazione e Schneider offre soluzioni anche in questo senso. Poiché parliamo di una proposta modulare ecco che il programma, completo e modulare, può essere adattato alle esigenze specifiche di ogni cliente.

Vogliamo però in particolare raccogliere il significato di un approccio, quello di Schneider, che è di valore proprio perché si presenta con una visione di ampio respiro e ragiona sulla sostenibilità del data center pensando all’intero suo ciclo di vita da quando si prendono le prime decisioni infrastrutturali fino al raggiungimento dei target di decarbonizzazione ecc.. Il data center è infatti un ecosistema composto da sistemi IT, di alimentazione e di raffreddamento ed è più complicato che comprendere un singolo prodotto.

Data Center Lifecycle CO2e Calculator
Data Center Lifecycle CO2e Calculator

Schneider tra gli altri strumenti mette a disposizione, infine, anche Data Center Lifecycle CO2e Calculator che consente la misurazione dell’intero ciclo di vita del data center sull’ambiente. E’ possibile trarre vantaggio da questo strumento come guida proprio nell’impostazione dei propri sistemi e strumenti per la misurazione e il reporting, ma anche i dati completi e granulari per individuare dove intervenire e come per coniugare agli sforzi necessari l’effettiva soluzione.
Schneider quindi propone framework di riferimento adeguato agli obiettivi e in grado di offrire tutte le metriche necessarie correttamente rapportate alle risorse utilizzate.

Per saperne di più scarica il whitepaper: Guide to Environmental Sustainability Metrics for Data Centers 

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