Il risultato del business cloud di Ibm, nel 2017 e nell’ultimo quarter dell’anno scorso, conferma il cloud come elemento trainante del giro d’affari di Ibm e quanto possa essere motore di crescita per il 2018.
I dati mostrano per il 2017 un fatturato cloud pari a 17 miliardi di dollari (di cui 5,5 miliardi nell’ultimo trimestre, +30%) con una crescita del +24% anno su anno. E se fino a pochi anni fa, il peso del cloud sui ricavi era pari al 10%, oggi è del 21%, così come è del 10,3% il peso dell’offerta SaaS (con ricavi di 10,3 miliardi di dollari, +24% rispetto al passato). Una logica di cloud ibrido, con un’ offerta di cloud unificata, che trarre vantaggio da servizi di AI, Blockchain, IoT e Security, e dalle partnership con altri vendor (recenti con Vmware o Nvidia).
Anche se la logica del cloud di Ibm (riassumibile nei tre mantra AI Ready, Designed for Data e Secure to the Core) sposa gli imperativi strategici dell’intero business – cloud, sicurezza, mobilità e analisi di dati – i numeri vanno letti in contesto più ampio.
Ritorno all’utile trimestrale dopo 22 trimestri
Ibm ritorna all’utile per la prima volta dal 2012 nell’ultimo quarter 2017 (dopo 22 trimestri negativi), a conferma che la trasformazione voluta cinque anni a dalla Ceo, Ginni Rometty, sta portando risultati.
Per la prima volta infatti nell’ultimo quarter 2017, i ricavi sono stati in rialzo, con un fatturato di 22,54 miliardi, +4% rispetto allo stesso periodo del 2016 (superiore di 490 milioni rispetto alle aspettative degli analisti).
Se si guarda a tutto il 2017, i ricavi sono però scesi dell’1% (attestandosi a 79,1 miliardi di dollari) con una perdita di 1,05 miliardi di dollari, dovuta principalmente a una tassa una tantum di 5,5 miliardi di dollari, per un’operazione di rientro dei capitali esteri.
I quattro settori fondamentali (analisi, cloud, mobile e sicurezza) rappresentano il 46% del fatturato, contro il 35% di due anni fa (Cloud + 30%, Analisi dei dati +9%, Mobile +23%, Sicurezza +132%) e crescono complessivmante dell’11% (36,5 miliardi di dollari).
Tornando al cloud
Gli investimenti sul cloud nel 2017 hanno permesso di ampliare le funzionalità del data center europeo a Francoforte e di realizzare 8 nuovi cloud data center a Londra, Sydney, San José, Dallas e Washington, che hanno portato a 60 il numero complessivo di data center Ibm, presenti in 19 paesi.
Si annoverano tra i clienti che stanno passando al cloud di Ibm, American Airlines (progetto per snellire le procedure interne e migliorare la gestione del traffico durante i periodi di picco), l’Esercito degli Stati Uniti (progetto di cognitive computing a supporto del sistema di logistica del Governo Federale, un investimento da 135 milioni di dollari per 33 mesi), Lloyds Banking Group (sicurezza nei servizi bancari, per 10 anni), Walgreens (definizione del supporto in ogni sede sulla base della cronologia dei servizi richiesti).
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