Alfieri Voltan, presidente di Siav, non si stanca di guidare una azienda nata negli 1990, con 200 dipendenti oggi, che punta a superare i 20 milioni di euro fatturato nel 2018, incrementando il giro di affari dagli attuali 18 milioni.
La nuova piattaforma di Enterprise Information Management (EIM) di riferimento del gruppo padovano è Silloge, strumento di classe enterprise, pensata da zero in modo innovativo, orientata al cloud e all’open source. “Un nome che oltre a indicare uno strumento che custodisce informazioni importanti è un nome che evoca raccolte medioevali di testi poetici e ha al suo interno circa mille poesie per gli utenti, perché la cultura non fa certo male” scherza Voltan, ribadendo che la scelta di sviluppare un nuovo strumento software cloud e open risiede nel mondo che sta cambiando e nella capacità delle imprese di darsi “un modello unico di vita digitale”.
Il filone di Siav è quello della dematerializzazione dei documenti “un must strategico” per Voltan, componente chiave del processo di digital transformation che ragiona con una logica di utilizzo dei bene, non più di possesso. “La rivoluzione digitale accelera: le tre grandi parole d’ordine – Industria 4.0, IoT e cloud – portano a un modello di fruizione dell’ IT as a service che cambia il mondo, con la convergenza di piattaforme diverse. Il tema della dematerializzazione non è passato di moda, ma mette in condizione l’organizzazione di domani di dover essere più veloce ed efficiente, e in questo campo le aziende italiane devono ancora recuperare in competitività.”
Una riflessione di Voltan che spinge alla fruzione diversa delle informazioni da parte delle aziende: “Il cloud è fortemente legato allo svecchiamento del nostro mondo e molte sollecitazioni per ringiovanire le aziende vengono dalle funzioni di business”.
Nel mondo enterprise l’ approccio di Siav è quello di indirizzare i cambiamenti che spesso la normativa archivistica introduce, per migliorare sia l’operatività sia la mentalità delle aziende: “C’è una spinta molto forte da parte della PA ad adottare software open source – sostiene Leonardo Bernardi, general manager di Siav – e questa attitudine è parte integrante del nuovo prodotto. Siav ha deciso due anni fa di investire i propri soldi in una piattaforma nuova di Enterprise Information Management, interamente sviluppata da noi e oggi rilasciamo un prodotto per il mercato italiano con tecnologie open source, configurabile on premise e in cloud. E’ un software di document management, collaboration e gestione dei workload, con una completezza di funzionalità per la PA e per le aziende, inglobando anche funzionalità legate alla fattura elettronica”.
Nel cuore del prodotto
La piattaforma nasce per essere accessibile dal top manager come dalla persona con compiti più operativi, senza la necessità di formazione articolata. “Silloge è interamente sviluppato a microservizi cloud ready e contenerizzati, con spasmodica attenzione ai temi della sicurezza grazie anche allo controllo di una azienda esterna che periodicamente ci esegue assestment per la sicurezza. Multicompany, multitenant, con funzioni per servizi complessi. Tutto sviluppato in modalità devops e agile” dettaglia Alessandra Morelli, software development e R&D manager di Siav, specificando che è un sistema monitorabile e scalabile, con una piattaforma facilmente gestibile anche in esercizio. Tra le macro funzioni: gestione documenti e fascicoli, workload management, protocollo informatico con nessun limite al numero di meta dati associabili alla ricerca avanzata, task collaborativi, PEO/PEC, anagrafiche, interazione con office attraverso specifici add-in.
L’azienda segue con proprie figure la Pubblica Amministrazione e la fascia alta del mercato, precisa Bernardi, e indirizza invece la media impresa (da 50 a 259 addetti) attraverso un canale di partner e una rete “in costruzione” con un’azione forte di recruitment ricercando partner che indirizzino mercati specifici, sia per area geografica sia per competenze verticali, lungo tutto lo Stivale. “Ad oggi abbiamo una presenza importante nella Pubblica Amministrazione Centrale, molto meno nella PAL, e la PA è responsabile del 45% del nostro fatturato. I partner qualificati sono oggi circa una decina ma sempre con un modello 1 tier perché non ha senso per noi passare in distribuzione: lo abbiamo valutato ma il software applicativo di fascia enterprise, tramite distribuzione, non attecchisce”.
Silloge si affianca alle altre soluzioni di Siav, senza sostituire lo storico Archiflu. L’interesse per il mercato internazionale c’è e si guarda agli USA, ma non da subito. “Per ora abbiamo registrato il marchio Silloge in tutta Europa, Svizzera e Usa, ma anche in Europa dovremo costruire una rete di partner che ci apra il mercato. Il prodotto nasce multilingua ma è un po’ prematuro fare il passo oltreoceano nel 2018” conclude Bernardi.
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