La propensione all’uso di strumenti di pagamento innovativi è in aumento e gli e-shopper utilizzano ormai in media due modalità di pagamento online per i loro acquisti. Il trend porterà il numero di acquirenti online nel mondo da 1,66 miliardi del 2016 a quasi 2 miliardi nel 2018, con un valore di acquisti che salirà nel 2021 a 4.878 miliardi di dollari, con una crescita del 18%. La Cina rappresenta oggi il primo Paese per volume di vendite online, seguito da USA e UK. Il business dell’online è stato fra i principali acceleratori delle big tech company, che nel 2017 hanno raggiunto oltre 648 miliardi di dollari di fatturato occupando le prime cinque posizioni nel mercato azionario.
Sono questi alcuni dei principali dati del fenomeno emersi durante Netcomm Forum 2018, il principale evento italiano dedicato al commercio digitale.
Editoria, fashion ed elettronica i preferiti
Anche in Italia l’e-commerce continua la sua crescita a doppia cifra e la sua penetrazione raggiunge il 6,5% del totale dei consumi retail; e il trend proseguirà anche nel 2018 con un valore degli acquisti online che arriverà a quota 27 miliardi di euro, il 15% in più rispetto al 2017.
La domanda di e-commerce è trainata dai prodotti e in particolare dai settori ormai definiti storici, che crescono con un ritmo più vicino alla media mondiale: informatica ed elettronica (+18%) con 4,6 miliardi di euro; abbigliamento (+21%) con circa 3 miliardi di euro; editoria (+25%) con 1 miliardo di euro. Tra i settori emergenti, con performance superiori alla media: food & grocery (+34%) con 1,1 miliardi di euro; beauty (+29%) con 430 miliardi di euro; arredamento e home living (+44%) con 1,26 miliardi di euro; auto e ricambi (+26%) che sfiora i 610 milioni di euro. I settori turismo e trasporti (9,7 miliardi di euro) e assicurazioni (oltre 1,3 miliardi di euro) crescono a ritmi più ridotti, con un +5%.
Ripensare i processi in ottica omnicanale
La crescita dell’e-commerce ha come conseguenza il graduale cambiamento del comportamento d’acquisto degli italiani, che si spostano sempre più sul canale digitale; e il ruolo dello smartphone diviene sempre più centrale: se nel 2017 si rilevava un’incidenza del 5,6% sul totale degli acquisti retail, nel 2018 ci si aspetta che l’incidenza possa raggiungere il 6,5%. Con una quota di oltre il 90%, i negozi fisici rimangono in Italia l’assoluta prevalenza, ma questo dovrà portare sempre più le aziende a ripensare il proprio processo di vendita in ottica di omnicanalità.
Il contesto nazionale incide anche sulle motivazioni che spingono ad acquistare online: in Italia, per esempio, chi sceglie il canale online per acquistare lo fa soprattutto in virtù dei prezzi ritenuti più convenienti. Ma anche la logistica gioca un ruolo fondamentale: per tre quarti dei consumatori, qualità e ampiezza dei servizi di consegna e di gestione del reso sono cruciali nelle scelte di acquisto. I servizi attuali soddisfano la quasi totalità (98,2%) degli utenti, ma le sfide del futuro riguardano lo sviluppo dei servizi di prossimità, l’accrescimento della velocità di consegna, i servizi di gestione dell’ultimo miglio e il recapito attraverso droni e robot.
“Siamo nel mezzo della tempesta perfetta dell’e-commerce, uno tsunami tecnologico che cambia e accelera continuamente il quadro competitivo – commenta Roberto Liscia, presidente di Netcomm -. L’omnicanalità è diventata il centro della strategia per gran parte delle imprese, a prescindere dal settore e dalla tipologia di prodotto. Collegare e integrare il web con il mondo fisico è prioritario per i retailer, ma anche per gli intermediari della filiera e per le aziende produttrici, che devono far fronte a una nuova tipologia di consumatore sempre connesso, l’onlife consumer. I dati 2018 ci rivelano che il digitale è entrato nella sua fase di rivoluzione, con impatti importanti sullo scenario di mercato e sugli assetti competitivi”.
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