Il Ministero dello Sviluppo Economico ha aperto la selezione di 30 esperti “di alto livello” per avviare la strategia di sviluppo dell’intelligenza artificiale, preannunciata nelle linee programmatiche di fine luglio, che abbia come “priorità fondamentale per il Paese conoscere, approfondire e affrontare il tema dell’AI, nonché aumentare gli investimenti pubblici e privati in tale direzione e nelle tecnologie strettamente connesse”.

Un primo passo per l“elaborazione di una strategia nazionale sull’intelligenza artificiale”. Si parte, con obiettivi sfidanti, in una settimana impegnativa, tra l’approvazione della direttiva europea sul Copyright che ha diviso l’opinione pubblica e la gara per l’assegnazione delle frequenze per il 5G.

Perché è importante. Il percorso non è isolato, è parte di un lavoro più ampio coordinato dall’Unione europea, con lo scopo di elaborare policy e strumenti sui temi connessi allo sviluppo e all’adozione dell’AI.
Ha obiettivi precisi
: rafforzare la ricerca in AI, favorire gli investimenti facendo leva anche sui fondi comunitari, attrarre talenti e idee, spingere lo sviluppo della data-economy con standard di interoperabilità e cyber sicurezza, rivedere la normativa per gestire sistemi di AI, valutare l’impatto socio-economico, elaborare e risolvere le criticità legate all’intelligenza artificiale.

Potrebbe essere un’occasione perché si parta con un team di lavoro forte, tra ricercatori, ingegneri, sindacalisti, cittadini, manager, uomini di azienda esperti di AI, che possono assicurare un approccio organico e trasversale al tema delle intelligenze artificiali. Per i nostri lettori, l’AI è un tema caro, fatevi avanti, la domanda si può presentare entro il 15 ottobre 2018 sul sito del ministero.

Il gruppo che ne scaturirà, presieduto dal ministro o da un delegato, sarà composto da 10 esponenti del mondo imprenditoriale o delle associazioni di categoria di riferimento che operano in ambito AI, 10 esponenti di organismi e centri di ricerca, del mondo accademico o think-tank,10 esponenti delle organizzazioni sindacali, del terzo settore, dei consumatori o, in generale, della società civile. “La Strategia Nazionale AI, una volta elaborata, sarà poi sottoposta a consultazione pubblica” afferma il Ministero.

Il rischio evidenziato, da diverse fonti come una recente ricerca di McKinsey o uno studio di Ambrosetti, è che le imprese sottovalutino le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale, trattandola come uno strumento adatto esclusivamente all’automazione dei processi produttivi, senza capire appieno che l’interazione tra essere umano e macchina può favorire il supporto dei processi decisionali e lo sviluppo.

Il coordinamento con la Commissione Europea, che ha lanciato lo scorso aprile l’iniziativa sull’AI, fa da garante al progetto italiano e segue il triplice approccio di aumentare gli investimenti, di preparare i cambiamenti socio-economici e di assicurare un quadro etico e giuridico adeguato, tenendo conto che nessuno resti escluso nella trasformazione digitale (forte della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea). Oggi il progetto, che apre la call per i 30 esperti italiani, allarga l’opportunità di partecipazione ad esperti di ogni dove, anche alla società civile, non da poco.

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