Il 2018 è un anno chiave: il nostro Sistema Sanitario Nazionale compie 40 anni. Tempo quindi di bilanci e riflessioni che rappresentano un’imprescindibile base di partenza per la costruzione del futuro del sistema Salute in Italia. Ma facciamo il punto della situazione attuale. Quali sono oggi i trend della Sanità nel nostro Paese e quale ruolo gioca il digitale in questo ambito?

Questo è il leit-motiv attorno cui ruota EHealth Lab, l’osservatorio elaborato da NetConsulting cube con AISIS e GGallery presentato lo scorso mese a Milano durante il Digital Health Summit. Il report nasce dalla volontà di cogliere i segnali forti e deboli che a ogni livello (globale, europeo, italiano, regionale) si stanno concretizzando nei modelli sanitari emergenti, volti a garantire la sostenibilità nel tempo in contesti di incremento demografico, aumento dell’età media e delle multicronicità. E indirizzati a comprendere quale ruolo possa avere l’innovazione e il digitale nel cambio di paradigma in corso a livello globale, da sanità come costo da tenere sotto controllo a sanità come asset da valorizzare grazie alla prevenzione e all’empowerment del cittadino.

Per analizzare la situazione – specifica Annamaria Di Ruscio, Amministratore Delegato di NetConsulting cube – partiamo dai dati. Oggi la spesa sanitaria in ambito digitale si aggira intorno all’1,6 miliardi di euro, circa il 2,4% dell’intero mercato digitale. Si tratta di una cifra davvero irrisoria. Per dirla con una metafora, se il mercato digitale pesasse un chilo, la tecnologia per la sanità digitale peserebbe solo 24 grammi. In più, distribuendo questa spesa sui 60 milioni di abitanti presenti in Italia, si otterrebbe un valore di 27,3 euro che è addirittura 50 centesimi in meno del costo orario del lavoro in Italia”.

Risorse insufficienti ad innescare la crescita

Non è però tanto e solo una questione quantitativa, anzi. Si tratta infatti di una spesa frammentata in numerosi centri di costo sparsi tra 21 sistemi regionali e provinciali, con una quota destinata alla gestione dell’esistente che porta via tra il 75-80% del budget e una spesa in Information and communication technology che non raggiunge l’1,5% delle entrate. E, aspetto non indifferente, le componenti più innovative pesano solo per il 13% sulla spesa digitale in sanità risultando insufficienti per fungere da volano alla crescita.

Qualità, caratteristiche della spesa in innovazione in ambito sanitario sono alcuni dei temi emersi dalla ricerca oggetto di riflessione durante Digital Health Summit, il principale evento dell’e-Health in Italia che quest’annospiega Paolo Macrì, Presidente di GGallery Groupha avuto il merito di mettere insieme le tante anime che compongono l’innovazione in sanità anche grazie all’esperienza maturata nelle edizioni precedenti e al matrimonio vincente con AISIS (l’associazione italiana sistemi informativi in Sanità)”.

Giuliano Pozza, Presidente di AISIS, Annamaria Di Ruscio, Amministratore Delegato di NetConsulting cube e Paolo Macrì, Presidente di GGallery Group
Giuliano Pozza, Presidente di AISIS, Annamaria Di Ruscio, Amministratore Delegato di NetConsulting cube e Paolo Macrì, Presidente di GGallery Group

Innovazione tecnologica, di modelli e cultura

Durante la tre giorni milanese si è cercato di andare in profondità, prendendo in considerazione tutti i livelli di sistema. A partire dalla governance: sotto questo punto di vista, secondo gli esperti, occorre fornire una serie di linee guida di sistema, sia estraendo indicazioni generali sia individuando i casi di successo. C’è poi il fronte legato all’organizzazione che richiede un superamento dei silos esistenti per raggiungere la massima integrazione possibile all’interno delle aziende e lungo la filiera territoriale. A ciò si legano poi altri due fattori fondamentali: da un lato la strategia digitale, che deve fare dell’innovazione l’unica scelta possibile per recuperare un gap ormai profondo. E dall’altro lato le competenze: è infatti necessario mettere in campo una profonda opera di riqualificazione delle figure professionali in una logica di multidisciplinarietà.

Costruire il futuro del sistema sanitario italiano non vuol dire soltanto portare avanti un confronto con tutti gli interlocutori coinvolti, affrontando il tema della ristrutturazione dei processi. Significa anche dar voce all’azione e all’operato delle realtà che già stanno operando in ottica di innovazione.
In questa chiave si può leggere la premiazione del concorso W.In.e (W.In.e. and Inspiring e-Leaders), uno dei momenti più significativi del Summit in cui sono stati insigniti i personaggi che più si sono distinti per progetti di trasformazione digitale in Italia. Per citare alcuni nomi, Antonella Messori (Azienda Ospedaliera Università di Bologna S.Orsola Malpighi), Luca Foresti (Centro Medico S.Agostino), Paolo Misericordia (FIMMG), Paolo Bordon (Direttore Generale APSS Trento), Anna Roli e Michele Torresani (Fondazione IRCSS Istituto Nazionale dei Tumori).

“Il confronto e il dialogo sono stati i protagonisti della tre giorni  – dichiara Giuliano Pozza, Presidente di AISIS -. Non si è parlato solo di innovazione tecnologica ma anche di innovazione di modelli e cultura, favorendo l’interazione con tutti gli stakeholder, dalle aziende farmaceutiche e di dispositivi medici, ai fornitori di tecnologie, Cio, fino ad arrivare ad associazioni, key-user, esponenti del mondo accademico, insomma tutti i player della sanità digitale italiana e internazionale. Il risultato di una lavoro di squadra e della sinergia tra AISIS, NetConsulting cube e GGallery Group”.

“Oggi la spesa sanitaria in digitale è irrisoria. Per dirla con una metafora, se il mercato digitale pesasse 1 kg, la tecnologia per la sanità digitale peserebbe 24 GRAMMI”, DI RUSCIO

Digital Health Summit 2018
Digital Health Summit 2018 – Palazzo delle Stelline, Milano

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