Blockchain è un registro pubblico decentralizzato (distributed ledger) in cui sono registrate le transazioni tra entità che partecipano alla blockchain stessa (i cosiddetti nodi), senza che siano necessari verifiche o controlli da parte di un’autorità centrale.
La sicurezza e la validità delle transazioni sono implicite nella struttura e logica della blockchain, in quanto le transazioni sono valide nel momento in cui vengono approvate dal 51% (in caso di blockchain pubblica) dei nodi denominati miner, che sono gli unici ad avere questa facoltà, con diverse modalità che variano a seconda dell’algoritmo di validazione previsto dalla blockchain.
Da un punto di vista della struttura la blockchain è un database append only in cui sono presenti blocchi di dati in sequenza cronologica, ciascuno dei quali include i contenuti essenziali della transazione.
I blocchi sono crittografati e concatenati l’uno con l’altro. Il database è gestito da una rete, che può essere pubblica (in caso di bitcoin/public blockchain) o privata (permissioned blockchain) e in cui ogni nodo ha una copia del database;
Il mercato blockchain, assimilabile quindi a un database distribuito è quindi riconducibile ad applicazioni basate su distributed ledger technology (Dlt), è ancora in fase iniziale, sul quale però le aziende di tutti i settori stanno concentrando studi e sperimentazioni.
In ambito business le applicazioni più diffuse, in Italia come all’estero, sono quelle su permissioned ledger, che si caratterizzano per la presenza di un attore, o di un numero ristretto di soggetti, che sono gli unici a poter approvare la creazione di un nuovo blocco e che sono definibili come trusted.
A differenza delle blockchain pubbliche, inoltre, nelle permissioned ledger l’accesso al network e la visibilità dei dati può avvenire solo in seguito ad approvazione da parte del soggetto validatore.
I numeri del mercato fotografano un valore di appena 4,6 milioni di euro nel 2015, poco meno che raddoppiati anno su anno tra il 2015 e il 2017.
Il mercato corrispondente, in Italia, e secondo gli ultimi dati resi disponibili da NetConsulting cube, ha raggiunto 16 milioni di euro, raddoppiando rispetto all’anno precedente e promettendo una forte crescita nel prossimo triennio.
Lo scorso anno è stato caratterizzato anche dal consolidamento della distributed ledger technology, la tecnologia alla base della blockchain, che ne ha marcato il passaggio da piattaforma per coniare e scambiare criptovalute a tecnologia su cui sviluppare applicazioni enterprise.
Le previsioni nel prossimo triennio sono di ulteriore crescita con un tasso medio annuo del 76%. Nel 2019 le stime NetConsulting cube prevedono che il digital enabler blockchain arrivi a cubare 54 milioni di euro che diventeranno circa 92 nel 2020.
Blockchain, i progetti di sistema
Le applicazioni blockchain sono legate alle sue caratteristiche native di immodificabilità e tracciabilità delle transazioni, tanto che le banche sono state le prime a sperimentarle per la loro sicurezza e per la possibilità di rendere più fluidi alcuni processi.
Si tratta di progetti che si stanno realizzando a livello di sistema (sia italiano che europeo), tra cui si segnalano quelli condotti da:
• Consorzio R3, costituito nel 2015 da 9 banche, e che oggi comprende circa 200 tra banche, aziende tecnologiche e di altri settori. Sviluppa applicazioni enterprise sulla piattaforma proprietaria Corda e ha già realizzato un prototipo con 22 banche per effettuare pagamenti internazionali real time;
• Wetrade, partecipata da alcune grandi banche europee, tra cui un gruppo italiano, per lo sviluppo di una piattaforma di pagamenti internazionali per le piccole imprese, utile a ridurre i tempi di regolamento e i rischi commerciali per gli esportatori;
• GFT-Creval, con un progetto pilota, ora in fase di implementazione, sul processo di anticipo fatture, che consentirà alle banche di verificare che le fatture presentate dalle piccole e medie imprese non siano state presentate ad altri istituti come garanzia. Questo è reso possibile grazie a un unico libro mastro non alterabile e accessibile da tutte le banche. Rappresenta uno dei primi casi di blockchain ‘di sistema’ sviluppato tra le banche di un paese;
• AbiLab che, sulla piattaforma Corda di R3, sta sviluppando il progetto Spunta Interbancaria Italia, un sistema automatico di quadratura dei conti reciproci delle banche.
L’obiettivo è migliorare l’attuale operatività ed eliminare alcune inefficienze nei rapporti tra le banche, conseguenti al tempo necessario a identificare transazioni non corrispondenti tra due banche, alla mancanza di un processo standardizzato e di un protocollo di comunicazione unico, alla limitata visibilità delle transazioni tra le parti;
• Altre banche, che conducono sperimentazioni nell’ambito dei pagamenti transfrontalieri con l’obiettivo di verificare se la blockchain Dlt è in grado di migliorare l’operazione di riconciliazione dei conti. Quest’ultima ancora si basa su un modello macchinoso, dispendioso in termini di tempo e rischioso, che impone alle banche di controllare i fondi nei loro conti esteri attraverso aggiornamenti di credito e debito e clearing a fine giornata. A questa sperimentazione hanno aderito 33 banche (italiane ed estere).
Blockchain, non solo banche
Il settore bancario non è tuttavia l’unico ad avere interesse alle applicazioni blockchain. Esperienze significative sono state effettuate anche in altri settori.
In primis in quello dell’energia, dove il principale operatore italiano e uno dei principali operatori tedeschi stanno sperimentando il trading su una rete blockchain, eliminando il ricorso a un intermediario centrale, rendendo le operazioni più veloci e riducendo i costi di acquisto. Sono allo studio anche applicazioni riguardanti la realizzazione di un sistema decentrato di fornitura e scambio di energia.
Queste consentirebbero, attraverso smart contract, di mettere direttamente in contatto il produttore e il consumatore, con la possibilità di iniziare o interrompere l’erogazione di energia in base alle regole definite nel contratto digitale.
In tal modo l’energia prodotta in eccesso potrebbe essere resa facilmente e immediatamente disponibile. Anche nel mondo assicurativo, pur non essendoci sperimentazioni concluse, si sta analizzando l’impiego di smart contract, contratti intelligenti che possono sostituire gran parte delle attività condotte manualmente, ma si guarda anche alle applicazioni legate alla gestione dell’ecosistema delle terze parti.
In altri settori ancora si guarda all’applicazione degli smart contract per la gestione della supply chain: associando l’utilizzo della blockchain all’IoT, sarebbe possibile registrare sulla piattaforma l’arrivo in magazzino della merce ordinata, con la creazione di un timbro virtuale e temporale al cui interno vengono conservate le informazioni relative a data di consegna, caratteristiche del prodotto, provenienza e assicurazioni correlate.
Molti altri sono gli ambiti in cui la blockchain potrà avere un impiego concreto: a titolo esemplificativo si va dall’agrifood per consentire la tracciabilità di materie prime e prodotti alimentari, alla gestione del diritto di proprietà intellettuale, dalla gestione di procedure elettorali alla registrazione di transazioni immobiliari.
Blockchain e PA
Per quanto riguarda le applicazioni blockchain al servizio della pubblica amministrazione si intravvedono vantaggi consistenti in termini di trasparenza ed efficienza dei processi e numerose applicazioni: dalla gestione delle identità digitali, alla decentralizzazione e interoperabilità dei registri pubblici (catasto, registro delle imprese, e altri), sino alle procedure elettorali, fino alla registrazione del voto in modo anonimo e immodificabile sulla piattaforma.
Tuttavia, non è possibile prevede a breve una crescita di questo mercato per la PA, e si rende necessaria una regolamentazione a livello europeo prima ancora che italiano.
Blockhain, uno sguardo al futuro
Considerando un orizzonte temporale su 3/5 anni, il vero elemento discriminante – che rappresenterà il successo o il fallimento delle politiche messe in atto nel corso di questi anni – sarà la capacità di fare sistema e mettere a fattore comune le best practice oggi in corso ma ancora frammentate.
Grazie al moltiplicarsi del portafoglio applicativo e all’impatto degli incentivi Industria 4.0, il peso di blockchain nei piani di investimento di breve-medio periodo dovrebbe aumentare grazie a diversi progetti di sistema nel settore bancario in ambiti come i pagamenti internazionali real-time, la riconciliazione dei conti interbancari e la verifica di fatture.
Proprio i pagamenti internazionali rappresentano l’applicazione che lascia prevedere la crescita più interessante in ragione dei risparmi che l’utilizzo della blockchain
consente di conseguire, e questo anche se si stanno sperimentando applicazioni più di nicchia, come ad esempio il registro relativo ai prestiti sindacati.
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