Non ne usciamo mai bene quando istituti internazionali misurano i nostri skill.
Escono i dati del rapporto Ocse Skills Outlook 2019 – che bocciano l’Italia fra i paesi europei senza le competenze adeguate per utilizzare Internet in modo produttivo e completo sul posto di lavoro. “Ci sono troppi analfabeti digitali” sentenzia e amareggia leggere che solo il 21% della popolazione tra i 16 e i 65 anni possiede un buon livello di alfabetizzazione e capacità di calcolo, e che solo il 36% è in grado di utilizzare Internet in maniera complessa e diversificata.

Eppure, sebbene l’Italia sia al livello più basso in assoluto tra i Paesi Ocse del campione, la preoccupazione evidente per un gap sulle competenze che non si sta riducendo si accompagna a un moto perpetuo di iniziative e investimenti dedicati alla formazione, non solo a livello scolastico ma anche nelle aziende, sulle tecnologie che impattano il futuro.

Fonte: Skills Outlook 2019: Thriving in a digital world
Fonte: Skills Outlook 2019: Thriving in a digital world

Un paio di esempi degli ultimi giorni.
Questa settimana ho avuto il piacere di sedere nella giuria del premio “Employ Your Talents” di Sodalitas dedicato agli studenti delle scuole superiori per spingere le materie Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) tra ragazze e ragazzi. E devo dire che le aziende che hanno accompagnato in questo percorso le scuole superiori di Milano hanno raccontato di avere trovato preparazione e curiosità tra gli studenti per impostare progetti innovativi, dalle app all’IoT. Opinione condivisa (e impegno preso) da Edison, Mitsubishi Electric, Mapei, Saint Gobain, Bureau Veritas, Coca Cola HBC Italia, Eni, Hogan Lovells, ST Microelectronics, UBS, Sanofi.

Il secondo esempio è l’investimento per la creazione di poli di innovazione per le aziende, legati alle nuove tecnologie, con poc e workshop. Annunci in materia sono stati portati avanti in settimana da Cisco e HPE.
La prima, con il Ceo mondiale Chuck Robbins a colloquio a Roma con il premier Conte,
rinnova l’investimento per il programma Digitaliani avviato nel 2016, con l’apertura a Milano di un centro di eccellenza e co-innovazione entro il 2020 dedicato a cybersecurity e privacy, dove collaborare con clienti, partner, startup, sviluppatori, enti pubblici e università per risolvere problematiche di business e sociali, con focus su supply chain, IoT, reti e utility, servizi pubblici digitali.

La seconda, HPE, porta avanti la nuova fase dell’HPE Innovation Lab Next con un investimento di 8 milioni di euro per creare nuovi Innovation Lab presso i propri partner, non più in ottica di vendere solo tecnologia ma di creare un ecosistema tra system integrator e vendor diversi, per realizzare soluzioni consone alle nuove sfide di trasformazione delle aziende, in ambito hybrid IT, cloud, sicurezza, Iot, smart city, data center automation, mobile engagement, data analytics e smart working.

Progetti entrambi che possono smuovere il dato Ocse, secondo il quale in ambito Ict, il 13,8% dei lavoratori italiani occupa oggi posizioni ad alto rischio di automazione (contro il 10% degli altri paesi) e dovrebbe seguire programmi di formazione anche di un anno, prima di  potere passare ad occupazioni con minor rischio. Con un 4,2% che necessiterebbe di una formazione più intensa, fino a tre anni, per il reskill delle proprie competenze.

Trovo che il moto perpetuo delle iniziative di formazione e divulgazione di tutte queste aziende (che non sono onlus) rispondano all’invito di Angel Gurría, segretario generale dell’Ocse, a governi e imprese. “Nel nostro mondo in rapida digitalizzazione i governi dovranno trovare il giusto equilibrio tra le politiche che promuovono la flessibilità, la mobilità e la stabilità del lavoroprecisa Gurrìa alla presentazione del rapporto –. Le imprese hanno un ruolo chiave da svolgere nel miglioramento e nella riqualificazione, adattandosi alle mutevoli esigenze del mercato del lavoro. Migliorando i nostri sistemi di competenze, possiamo essere certi di avere una vita migliore per tutti”. Un ruolo chiave. Prima o poi la classifica Ocse potrebbe cambiare.

Fonte: Skills Outlook 2019: Thriving in a digital world
Fonte: Skills Outlook 2019: Thriving in a digital world

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