La scommessa delle aziende oggi non è certo acquisire dati, quanto piuttosto trasformarli in informazioni utili. Un percorso non innato ma che si è affinto negli anni, fino a raggiungere quella business intelligence di terza generazione che Stefano Nestani, regional director di Qlik, afferma essere il cuore della strategia dell’azienda.

Mentre nella prima era la business intelligence era centralizzata e tradizionale e nella seconda approdava a nuove risorse IT e al cloud rivolgendosi sempre ai dipartimenti IT, oggi la business intelligence diventa disponibile a tutte le figure aziendali ed è competenza trasversale. “La BI di terza generazione è un approccio completo basato su piattaforma, che prevede la democratizzazione dei dati (Data Democracy) e che rende accessibile a tutti i dati, la loro combinazione e la loro analisi. Gli analytics non sono più un obiettivo fine a se stesso ma diventano parte di un processo decisionale che interessa tutti i livelli”, racconta Nestari nella sede di Milano. Parla di un nuovo approccio all’intelligenza aumentata (AI²) che accelera il passaggio dai dati alle informazioni, alle intuizioni, fino alle azioni.

Stefano Nestani, regional director di Qlik in Italia
Stefano Nestani, regional director di Qlik in Italia

“Per aiutare le aziende è necessario offrire una piattaforma di analytics in grado di far leva sul cloud in tutta la struttura, indipendentemente da dove risiedono i dati. Una piattaforma che sia in grado quindi di supportare carichi di lavoro distribuiti così come le architetture ibride dal data center all’edgecontinua Nestari -. Qlik opera in questo ambito come fornitore di analytics ma si sta spostando verso il mondo end-to-end dell’enterprise data management per spingere l’alfabetizzazione sui dati”.

Tre aspetti sostengono la Data Democracy – come aveva sottolineato Dan Sommer, senior director & global market intelligence lead di Qlik in visita in Italia: “Servono regole chiare, leader illuminati e una piattafoma postmoderna che renda disponibile la distribuzione su ampia scala dell’intelligenza. Se la visione tradizionale dell’IT prevedeva tool specifici e competenze in un modello di metadata predefiniti, e la visione moderna vede l’IT come un abilitatore  non per utilizzi tecnici ma per il business, nell’era post moderna ci saranno architetture distribuite, sistemi bidirezionali e analytcs embeddati in ogni sistema per prendere qualsiasi decisione”. Cambia così il concetto di Business Intelligence, evolve.

Per Sommer la piattaforma post moderna avrà dieci trend: avrà workload distribuiti, sarà multicloud e ibrida, offrirà un’unica vista sui dati, avrà le performance come unico metro di misura e gli analytics ridefiniranno i processi. Sarà l’AI che renderà gli analytics più umani, con una migliore visualizzazione, nuovi Kpi legata a nuovi metodi per misurare l’alfabetizzazione dei dati e una innovazione che porterà all’evoluzione della piattaforma in un sistema. “La nostra visione è quella di un mondo capace di comprendere i dati e crediamo nel potere dei dati per trasformare le imprese e migliorare la società – precisa Sommer -. In futuro, la maggior parte dei decisori aziendali mirerà ai microservizi e all’orchestrazione dei container come componente architettonica della piattaforma di BI e analytics e questo implica che quello che prima era monolitico, ora viene distribuito e reso scalabile. Inotre, l‘intelligenza artificiale renderà le analytics più umane, non meno, e muoverà molti di quei colli di bottiglia che disincentivano gli utenti”.

Gli analitycs integrati a tutti i livelli sono molto distanti dalla precedenti generazione di BI dove ci si fermava a una dashboard, a un report, tutti strumenti tra loro separati. Oggi Qlik propone un ambiente analitico su piattaforma scalabile che può essere implementato sui server aziendali al cloud pubblico, fino all’edge e all’IoT. “Il concetto di ‘Analytics ovunque’ ridefinisce i processi in tempo reale – precisa Nestani -. Incorporare gli analytics nei processi di business non è una novità, ma è una scelta sempre più diffusa e nei prossimi cinque anni le applicazioni intelligenti saranno onmipresenti”.

Dan Sommer, senior director, global market intelligence lead di Qlik
Dan Sommer, senior director, global market intelligence lead di Qlik

Acquisizioni parte della strategia

Coerentemente con la visione di Qlik per la terza generazione di business intelligence (“la moderna strategia di integrazione dei dati crea le basi per una strategia analitica aziendale che guida le intuizioni, migliora il processo decisionale e trasforma le organizzazioni” sintetizza Nestani) si è completata l’acquisizione di Attunity per 560 milioni di dollari che porta in dote l’offerta di soluzioni di integrazione dati alla piattaforma di BI di Qlik, accelerando la capacità delle aziende di trasformare i dati grezzi in informazioni condivise, tramite analytics in tempo reale su cloud. In questo modo – Attunity con Qlik Data Catalyst – fornirà una piattaforma completa di integrazione dei dati per trasformare i dati grezzi in una risorsa governata e destinata all’analisi. “Le funzionalità di integrazione dei dati in tempo reale di Attunity rendono Qlik una piattaforma unica che si allinea con le strategie aziendali basate su DataOps e analytics – spiega Sommer –. Sinergie naturali tra i loro prodotti che soddisferanno le esigenze di integrazione dei dati e di analytics attuali e future”.  L’acquisizione riguarderà anche la rete di partner di Attunity per rafforzare la gestione dei data lake e delle partnership di infrastruttura cloud (tra cui Microsoft, Amazon AWS, Google, Cloudera e Snowflake) e segue di pochi mese quelle annuciate a inizio anno dei team di sviluppo di  CrunchBot e Crunch Data, per aumentare le funzionalità analitiche conversazionali, le capacità cognitive e di intelligenza aumentate di Qlik, che oggi conta 2.000 dipendenti mondiali, headquarter in Pennsylvania e 48.000 clienti.

Nuove funzionalità

Di recente è stata rinnovata anche la Qlik Data Analytics Platform con nuove caratteristiche per gli scenari multicloud, in grado di sfruttare l’intelligenza aumentata e di indirizzare i tempi in real time.  Qlik Sense Enterprise consente agli utenti di implementare il software interamente su Qlik Cloud Services nel cloud pubblico o privato, a scelta, in modo coerente come parte del framework multicloud di Qlik gestito come un’unica istanza. I clienti ora hanno davvero la possibilità di scegliere le analytics su cloud attraverso un’unica piattaforma.

Una vista di QlikSense Cloud
Una vista di QlikSense Cloud

La release di giugno 2019 include una suite di prodotti Qlik Sense SaaS per gruppi e team, connessioni dirette nel cloud per applicazioni aggiuntive come Salesforce e Sap, possibilità di accedere alle applicazioni QlikView attraverso il cloud di Qlik, il client Qlik Sense Mobile per Blackberry, e altre nuove caratteristiche funzionali all’estensione del supporto in ambienti Byod. 

Si è aggiunta inoltre un’importante funzionalità. Associative Insights: combina i motori associativi e cognitivi di Qlik per suggerire intuizioni nascoste all’interno dei dati, favorendo l’alfabetizzazione dell’utente grazie al miglioramento delle sue intuizioni mentre esplora le informazioni. 

L’alfabetizzazione dei dati

Per aiutare i clienti a massimizzare gli investimenti nell’analisi dei dati Qlik ha lavorato al nuovo portale di supporto e assistenza clienti integrando risorse aggiuntive (community, strumenti di aiuto e formazione), nuovi processi di onboarding dei clienti con programmi di vicinanza al cliente, pacchetti di servizi (per esempio per la migrazione a Qlik Sense per i clienti Qlik View) e una serie di risorse per la formazione, l’alfabetizzazione e le certificazioni.

“Le aziende devono incoraggiare i dipendenti ad essere più confidenti con i dati. La sfida più importante per un Ceo è culturale, non tecnologica – precisa Sommer – per questo abbiamo creato un programma, il Qlik Data Literacy Program, che prevede formazione, certificazioni e autoformazione continua”.

In questo ultimo ambito a maggio è stata presentata la prima certificazione per l’alfabetizzazione dei dati che documenta le competenze e la padronanza su comprensione, capacità di analisi e utilizzo dei dati.  “La situazione non è delle migliori nelle aziende – fotografa Sommer a livello mondiale -. Le aziende necessitano di dipendenti alfabetizzati in grado di estrapolare valore dai dati, anche se un dipendente su quattro è sicuro della propria capacità di leggere, lavorare, analizzare e discutere con i dati!. E’ dimostrato che l’impatto dell’alfabetizzazione dei dati sul valore aziendale è decisamente positivo, fino ad un incremento di valore del 5%“. 

“Avere persone ‘letterate‘ sul valore dei dati è strategico per le aziende – conclude Nestani -. Ci stiamo spostando verso il mondo end to end dell’enterprise data managementper creare una alfabetizzazione più spinta sui dati. L’ecosistema dei partner, anche in Italia, è un asset importante per stare vicino al cliente”. A livello mondiale si contano 1.700 partner di cui una settantina nel nostro paese tra system integrator e solution provider.

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