Nel corso degli ultimi due anni, NetApp ha elaborato in modo significativo il proprio portafoglio di soluzioni per consentire ai clienti di lavorare con i dati e le applicazioni in tutti gli ambienti cloud: nel cloud ibrido come in multicloud.
Sono entrati a far parte dell’offerta NetApp Cloud Insights, Azure NetApp Files, Cloud Volumes Service e Cloud Volumes Ontap e NetApp Data Availability Services. Abbiamo già parlato inoltre di NetApp Hci, e accennato al Saas Microsoft Office 365.
Per NetApp l’approccio al cloud ibrido oggi non può prescindere da uno scenario multicloud, essenziale per poter sfruttare i dati, su qualsiasi risorsa essi si trovino, per prendere decisioni mirate. Una possibilità effettiva legata a filo doppio con l’integrazione, la protezione e l’ottimizzazione delle informazioni in qualsiasi ambiente.
Un’idea ben espressa da Anthony Lye, senior vice president e general manager cloud data services presso NetApp, quando dice: “Non si esagera se si afferma che ogni volta che si crea un prodotto o un servizio, NetApp si chiede cosa sarà in grado di fare nella vita in cloud quel prodotto”.
Servono strumenti. Con NetApp Cloud Insights, in modalità SaaS è possibile monitorare le architetture cloud, come Kubernetes e i micro-servizi; NetApp Files è in grado di gestire perfettamente i dati delle applicazioni su Azure; NetApp Cloud Volumes Ontap si offre come servizio di cloud storage e a prescindere che i clienti scelgano Azure o Aws per eseguire le proprie applicazioni mission-critical nel cloud, si sfruttano le funzionalità di failover integrate ad alta disponibilità.
Con Backup Saas per Office 365 (e Salesforce), NetApp ha concretizzato in modo evidente le possibilità offerte da un’architettura ibrida “aperta”. Per il backup e il ripristino dei dati di Microsoft Office 365 Exchange Online, SharePoint Online e OneDrive for Business in posizioni secondarie nel cloud oppure on-premise, i service provider possono offrire in hosting nei propri data center una serie di opzioni in merito al percorso di storage dei dati Office 365.
Diventa chiaro e semplice come è possibile eseguire il backup individuando e ripristinando i dati di email, calendari, contatti, task, raccolte di siti, siti, elenchi e file. Con Data Availability Services NetApp ha aggiunto alla possibilità di un backup più semplice e meno costoso dei dati già in cloud, quella del riutilizzo della copia dei dati in cloud.
Volendo provare a modellizzare la strategia multicloud di NetApp: l’azienda vuole offrire uno stack di servizio per tutti i workload e per le applicazioni kubernetes in quattro passaggi. Estendendo il pieno controllo e la gestione su tutto il sistema storage da on-premise al cloud (1); dando la possibilità di fare il deployment applicativo e dei carichi di lavoro (2) con la scelta granulare sulle tipologie di storage (secondo le performance) anche quando si tratta di sviluppare e far girare le applicazioni Kubernetes (3); mantenendo una visibilità trasparente di tutti gli ambienti cloud (4). La direzione di sviluppo vuole permettere ai clienti di concentrarsi sull’innovazione e non sull’amministrazione.
NetApp e Kubernetes
Kubernetes, appunto. L’impegno dell’azienda affinché DevOps e sviluppo applicativo con i container potessero esprimere appieno il proprio potenziale in cloud si è concretizzato con l’acquisizione di StackPointCloud, che fornisce Kubernetes as a service multicloud – in pratica una modellazione pura di Kubernetes, integrato con GitHub – servizio che dopo l’acquisizione è assimilato e ha dato vita alla piattaforma NetApp Kubernetes Services.
La piattaforma permette implementazioni multicloud e offre uno stack completo di soluzioni basato su cloud per Azure, Google Cloud, Aws e NetApp Hci. I team di sviluppo possono implementare e gestire cluster e applicazioni in cloud, e StackPointCloud Kubernetes as a service, combinata con i Cloud Data Services di NetApp, costituisce una soluzione DevOps completa.
Manca l’ultimo tassello per l’orchestrazione delle applicazioni multicloud con lo storage persistente. NetApp Kubernetes Service va verso l’integrazione completa con NetApp Cloud Volumes e Trident. Ne beneficiano le applicazioni stateful con i protocolli basati su file, mentre l’IT si trova facilitato a sostenere le sfide di complessità associate alla data gravity, la vera questione. Con questo termine Dave McCrory descrive il fenomeno per cui le applicazioni e persino i clienti sono attratti dai dati man mano che aumenta la massa delle informazioni.
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