Torna in Italia, con valenza europea, Hitachi Social Innovation Forum 2019 dopo che a inizio ottobre nella conferenza mondiale Hitachi Next 2019 a Las Vegas l’azienda aveva ribadito strategie, acquisizioni, posizionamento.
Perché Hitachi, giapponese nell’anima, nel percorso di consolidamento in diversi vertical di mercato dopo varie acquisizioni, ha spostato la propria attenzione sul tema ricorrente dell’innovazione a supporto di infrastrutture sociali, ambientali, industriali. Non a caso il claim dell’evento rimarca quel Human Centric Digital Transformation che si può tradurre semplicemente in innovazione per il bene comune (“We call social innovation”).
Il tema dell’innovazione prende di fatto due strade.
Da una parte quelle legata alla impostazione globale dell’azienda con al centro il benessere dell’uomo e la sua sicurezza che, grazie a strumenti di AI e robotica, concepisce le macchine al servizio dell’uomo (Society 5.0).
Dall’altra portando a terra progetti di innovazione reale con Hitachi Vantara, anima digitale del gruppo, nata tre anni fa, che si occupa di dati (dall’edge al core, fino al cloud) per indirizzare le esigenze delle aziende in tema di digitale e che, dal prossimo gennaio 2020, integrerà anche un’anima consulenziale – Hitachi Consultancy – per facilitare la realizzazione di processi di trasformazione presso le aziende.
“Quando parliamo di Society 5.0 pensiamo a un modello di co-creazione tra pubblico e privato, tra gli stakeholder, verso una società sostenibile. Un modello che non è disegnato solo per il Giappone ma per tutti i mercati. Siamo giapponesi ma il nostro impegno è quello di proporci come un global player in grado di esportare il modello e la strategia Inspire the Next Powering Good. La tecnologia incontra così i bisogni della società” esordisce Lorena Dellagiovanna, country manager Italy di Hitachi Europe, davanti a 500 persone, un approccio che richiede collaborazione con i partner e investimenti locali.
Fotografia in numeri
In Italia, dal 2015 al 2018 Hitachi è cresciuta anno su anno del 12% (Cagr) rispetto a una crescita media del 2,1% delle aziende del comparto industriale e dei servizi, e del 3,1% delle aziende manifatturiere, generando nel 2018 un valore economico complessivo di 4,6 miliardi di euro.
Le acquisizioni recenti di Ansaldo Breda, Ansaldo STS e Fiamm ribadiscono il legame con il nostro Paese e il forte investimento nell’ambito ferroviario. “La location italiana scelta per ospitare l’evento di oggi di portata europea è proprio una location storica che riflette il forte legame con la storia industriale e manifatturiera che l’azienda ha coltivato in Italia (in via Watt, dove negli anni 70 sorse un complesso industriale che divenne il magazzino dove stoccare le varie componenti per il moto, ndr)”.
“Acqua, infrastrutture, connettività, salute, education, sfide demografiche, energia, qualità della vita sono gli ambiti sui quali ci focalizziamo per trovare soluzioni che migliorino la società – precisa Alistair Dormer, executive vicepresidente di Hitachi -. La sfida è creare una società più sostenibile, in cui le potenzialità umane siano valorizzate e in cui siano rese possibili nuove opportunità di connessione a livello globale. In nostro impegno è quello di portare e valore, ridurre i costi e migliorare l’impatto ambientale”.
Un gruppo con un fatturato globale di circa 88 miliardi e 300mila dipendenti che con Hitachi Vantara porta avanti la produzione di piattaforme IT orientate ai dati e allo sviluppo di soluzioni tecnologie per i comparti industriale, energetico, finanziario, della mobilità. “Hitachi Vantara è la digital power house del gruppo” precisa Marco Tesini, regional vice president southern Europe e country manager Hitachi Vantara Italia, che sta cambiando anche il suo assetto.
Tre mesi fa, infatti, il merge annunciato tra Hitachi Vantara e Hitachi Consulting, fa si che si integri la consulenza nei processi di trasformazione presso i clienti. Una integrazione che sarà operativa da gennaio 2020 che unisce le competenze tecnologiche a quelle di business con l’intento di creare dei modelli di trasformazione replicabili in diverse industry, per passare da un approccio consulenziale progettuale a un modello industrializzato con un contenuto messo a punto per i diversi settori industriali. Un merge che ha portato a livello mondiale Vantara a raggiungere i 10.000 dipendenti e che in Italia farà crescere la realtà dalle 200 persone di oggi. “Il nostro obiettivo è definire un unico go to market per le due entità una volta unite sotto un unico cappello, e questo ci permetterà di accelerare la nostra proposizione. Nei settori trasporti, energy, mobilità e finance. L’obiettivo di crescita è del 20-25% il prossimo anno”.
Verso una Society 5.0
“La società 5.0 richiede una governance chiara – continuaTesini, citando anche quel TechEquilibrium coniato da Gartner, che guida scelte tecnologie e di business – ed implica un modello di sviluppo che collega l’innovazione tecnologica (IoT, Intelligenza Artificiale, Robotica e Big Data, ndr) alla risoluzione di problematiche sociali favorendo il miglioramento della qualità di vita delle persone”. Richiede in modo mandatorio il coinvolgimento attivo di tutti gli attori della società e una collaborazione diffusa.
La Society 5.0 è ben raccontata dalla professoressa Yoko Harayama. In sintesi, da una Society 1.0 dove l’uomo viveva in simbiosi con la natura cacciando, si è via via passati a a una Society 2.0 agreste dove l’uomo coltiva e addomestica la terra, a una Society 3.0 industriale, alla Society 4.0 legata ai dati e all’informazione, fino a quella dove l’uomo sarà al centro, appunto la Society 5.0 che richiede però un framework per gestirne la governance. Dovrò gestire variabili economiche, sociali, tecnologiche e la spinta a creare una nuovo mindset nelle persone. “Il modello pensato e sviluppato in Giappone è implementabile in Italia come motore di uno sviluppo sostenibile e uomo-centrico – precisa Dellagiovanna -. Italia e Giappone hanno similitudini che rendono pensabile applicare il modello Society 5.0 anche nel nostro Paese. L’invecchiamento della popolazione ne è un esempio come il numero di brevetti, che fa del Giappone il quarto paese al mondo e dell’Italia l’ottavo, oppure l’impegno sulla robotica. Ma la tecnologia non basta: ci vuole un approccio co-creativo e collaborativo che porti aziende private e sistema pubblico e lavorare insieme per uno stesso scopo, a prescindere dal settore o dalle dimensioni, per rendere possibile l’implementazione della Società 5.0 anche in Italia”.
Verso un mondo multicloud
Anche gli annunci tecnologici di Las Vegas vengono spiegati con l’approccio human centrico. “In Hitachi stiamo creando servizi incentrati sulle persone che consentono alle aziende di innovare e ottenere risultati di business. Le nuove funzionalità possono aiutare i nostri clienti a beneficiare più velocemente di ambienti cloud e multicloud completamente gestiti e sicuri, oltre a fornire informazioni utili per i processi decisionali basati sui dati” aveva sottolineato Bobby Soni, chief solutions and services officer di Hitachi Vantara, presentando nuove funzionalità avanzate per i servizi cloud.
Le novità già disponibili rigurdano soluzioni di migrazione cloud, modernizzazione delle applicazioni, servizi operativi gestiti, servizi di consulenza e Hitachi Enterprise Cloud (HEC). Una offerta per accelerare la distribuzione e il deployment di ambienti ibridi cloud e multicloud, accresciuta grazie all’acquisizione di Rean Cloud nel 2018, che aveva portato in dote esperienze nel settore della migrazione e della modernizzazione delle applicazioni (oggi l’offerta è pienamente integrata all’interno del portafoglio di servizi cloud di Hitachi Vantara). “Le novità presentate velocizzano l’implementazione delle soluzioni cloud VMware, la migrazione a Microsoft Azure, la gestione delle risorse di cloud pubblici e privati – continua Soni -. Le aziende stanno lottando per bilanciare costi e complessità con i requisiti di prestazioni e conformità nella trasformazione delle loro strutture IT. La crescita delle applicazioni mission-critical e della domanda di dati non farà che accelerare la necessità di una maggiore larghezza di banda e una latenza inferiore”.
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