Oltre la metà delle aziende oggi ha sviluppato un approccio operativo teso alla sostenibilità, ma meno di una su cinque è dotata di una strategia IT sostenibile ad ampio spettro. Mentre sono proprio le organizzazioni che hanno studiato una roadmap completa per accelerare l’implementazione di un IT sostenibile ad ottenere una maggiore customer satisfaction (56%), un risparmio in termini di imposte (44%), ma soprattutto… i punteggi migliori in ambito Esg (61%). L’acronimo Environmental, Social, Governance, è utilizzato ad indicare quelle attività legate all’investimento responsabile che perseguono obiettivi tipici della gestione finanziaria tenendo in considerazione aspetti di natura ambientale, sociale e di governance. E quelle appena snocciolate sono le evidenze che emergono dal report Sustainable IT: Why it’s Time for a Green Revolution for your Organization’s IT del Capgemini Research Institute.

Capgemini Infografica
Capgemini Sustainable IT (fare clic per ingrandire l’infografica)

Sono state sentite 1.000 organizzazioni con un fatturato annuo di oltre 1 miliardo di dollari per comprendere le loro prospettive in tema di IT sostenibile ed hanno partecipato aziende appartenenti ai settori assicurativo, retail, dei prodotti di consumo, banking, energy e utility, life sciences e sanità, automotive, telco, manifatturiero, dei servizi tecnologici, e il settore pubblico.

Capgemini Research Institute ha intervistato dirigenti IT senior, professionisti della sostenibilità e dirigenti che ricoprono ruoli chiave nell’ambito delle risorse umane, del finance e del marketing e ha scoperto che se da un lato le soluzioni informatiche possono aiutare a risolvere i problemi ambientali, dall’altro il settore IT nel suo complesso presenta delle problematiche legate alle emissioni di carbonio, almeno in parte trascurate. Tanto che solo il 22% stima di ridurre di oltre un quarto la propria impronta di carbonio attraverso l’IT sostenibile nei prossimi tre anni. Da una parte quindi la sostenibilità è effettivamente nell’agenda dei “to do” aziendali, ma non è ancora del tutto chiaro che anche l’IT aziendale deve essere sostenibile per garantire all’azienda di esserlo. Con una necessaria precisazione.

L’IT sostenibile è un termine generico che descrive un approccio incentrato sull’ambiente per quando riguarda lo sviluppo, l’uso e lo smaltimento di hardware e applicazioni software, nonché la progettazione dei relativi processi aziendali. Il termine si estende anche a una serie di attività come l’estrazione responsabile dei metalli rari utilizzati per sviluppare hardware IT, la conservazione dell’acqua e l’applicazione dei principi dell’economia circolare al ciclo di vita della tecnologia.
In questo contesto, la ricerca di Capgemini abbraccia allora quattro aree chiave dell’IT aziendale: hardware e device, reti e sistemi di comunicazione, applicazioni e dati, cloud computing.

Il report riesce a far emergere un chiaro divario di consapevolezza sull’impatto ambientale tout court dell’azienda e quello dell’IT, quindi, con il 57% degli intervistati che afferma addirittura di essere ignaro dell’impronta di carbonio dell’IT della propria azienda. E vi sono differenze, anche marcate, tra i diversi settori: banking e prodotti di consumo presentano i livelli più alti di awareness (rispettivamente del 52% e 51%), mentre il settore della produzione industriale registra la percentuale più bassa (28%). Solo un’azienda su tre è al corrente del fatto che la produzione di cellulari e dei computer portatili abbia un’impronta di carbonio più elevata rispetto all’uso effettivo di questi dispositivi durante tutto il loro ciclo di vita.

“La sostenibilità – commenta Andrea Falleni, amministratore delegato di Capgemini in Italia – deve essere il fulcro dei nostri sforzi a livello globale per agevolare la ripresa dopo la pandemia, e il settore IT non deve essere da meno. Le organizzazioni devono rendersi conto dell’impatto ambientale del nostro mondo digitale, accelerando il passaggio a modelli di business che facciano leva sull’IT sostenibile” 

Andrea Falleni, Amministratore Delegato, Capgemini Italia
Andrea Falleni, amministratore delegato, Capgemini Italia

Di fatto, sembra che le aziende non dispongano di strumenti adeguati o di standard universalmente condivisi per misurare l’impatto ambientale dell’IT. Poco più di un’organizzazione su quattro utilizza strumenti di valutazione delle emissioni di carbonio e solo una su tre afferma che l’IT sostenibile è parte integrante dell’agenda del consiglio di amministrazione. Ed è poco diffuso anche l’utilizzo di Kpi per tracciare e misurare i progressi nella sostenibilità dell’IT aziendale: solo il 23% delle organizzazioni misura le emissioni di gas serra ed appena l’1% delle aziende ha raggiunto i propri obiettivi. 

Il bilancio complessivo lascia intendere quanta sia ancora la strada da fare: solo il 27% delle stesse ha standardizzato la pratica di stabilire il costo del carbonio per le operazioni IT pratica che potrebbe aiutare le organizzazioni di tutti i settori a prendere coscienza dell’impatto della loro impronta IT.

L’IT può fornire gli strumenti per la soluzione dei problemi di sostenibilità aziendale, ma proprio dal settore tecnologico dovrebbe e potrebbe partire anche l’input per promuovere un cambiamento strutturale.

Spieghiamo: le aziende tech intraprendono azioni proattive per la riduzione delle emissioni di carbonio nelle operation, nei servizi e nei prodotti IT, e molti operatori hanno annunciato i propri target per diventare carbon neutral, per questo molte delle organizzazioni stanno cercando di trasferire proprio sul settore IT la responsabilità della riduzione delle emissioni, con l’obiettivo di agevolare l’istituzione al proprio interno di pratiche IT sostenibili. Infatti: un’azienda su due afferma che le aziende del settore tech dovrebbero incorporare una dimensione di IT sostenibile nei loro prodotti e servizi, il 61% vorrebbe che le aiutassero a misurare l’impatto ambientale dei loro processi, mentre il 45% sarebbe disposto a pagare fino al 5% in più per prodotti e servizi IT sostenibili.

“Le organizzazioni – prosegue Falleni – devono avere gli strumenti diagnostici, le strategie e una roadmap per accelerare il loro percorso di decarbonizzazione. L’approvazione di tutti gli stakeholder interni sarà fondamentale per il successo di queste iniziative, insieme a un’architettura software sostenibile e al cambiamento nel comportamento dei dipendenti. Al di là dell’imperativo ambientale, i benefici di business sono significativi in termini di bottom line, reputazione e customer satisfaction”. Il report identifica effettivamente anche le aree in cui le emissioni IT aziendali stanno crescendo più rapidamente e delinea una roadmap in tre fasi affinché le organizzazioni sviluppino e implementino strategie di IT sostenibile.

Il report si conclude con una roadmap in tre fasi per compiere i passi avanti necessari: delineare una strategia di IT sostenibile allineata con la strategia di sostenibilità dell’organizzazione; creare un processo di governance con un team dedicato all’IT sostenibile e il supporto della leadership; rendere operative le iniziative IT sostenibili inserendo la sostenibilità tra gli elementi chiave dell’architettura software.

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