Un gruppo di 27 aziende europee ha presentato alla Commissione UE una roadmap operativa che identifica le priorità tecnologiche su cui indirizzare 19 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati per promuovere entro il 2025 un ecosistema cloud ed edge sicuro, interoperabile e a basse emissioni di carbonio. La roadmap è coerente con gli obiettivi dell’UE di raddoppiare l’uso di servizi cloud avanzati entro il 2025 e raggiungere la neutralità climatica dei datacenter in tutta l’UE entro il 2030, oltre che con gli obiettivi del Decennio Digitale e la distribuzione di 10mila nodi edge climaticamente neutri e sicuri per l’accesso ai servizi di dati con bassa latenza ovunque si trovino le imprese UE. 
Tra le aziende che hanno partecipato alla tavola rotonda dei Ceo delle realtà che rappresentano l’industria europea nell’ambito della European Alliance on Industrial Data Edge and Cloud c’è anche Retelit guidata da Federico Protto.

Ora la Commissione europea e gli Stati membri utilizzeranno questo rapporto come indicazione per sviluppare programmi di investimento dell’UE e piani nazionali per i fondi UE per la ripresa e la resilienza. Nella roadmap sono identificati con chiarezza gli attuali punti di forza e di debolezza del mercato UE e i domini tecnologici che richiedono investimenti strategici prioritari per abilitare questo cambiamento.

Federico Protto, amministratore delegato e direttore generale del Gruppo Retelit, membro del consiglio direttivo di Anfov
Federico Protto, amministratore delegato e direttore generale del gruppo Retelit

La presentazione dei “to do” al commissario europeo per il mercato interno ed i servizi, Thierry Breton, getta le basi per costruire un’ideale federazione distribuita di cloud europeo in grado di competere, anche con gli hyperscaler d’oltreoceano, puntando alla leadership per sicurezza, sostenibilità e interoperabilità dei servizi offerti.

L’idea alla base è da una parte rendere efficiente il cloud europeo al servizio della competitività delle imprese UE, e dell’efficienza della PA, dall’altra estendere le possibilità di scelta infrastrutturale e dei servizi di calcolo per lo sviluppo delle tecnologie basate su 5G e AI

Non solo, si vuole favorire l’adozione di datacenter e cloud sicuri ed efficienti dal punto di vista energetico dell’impatto ambientale, in particolare per le piccole e medie imprese, le startup e la PA.

La direzione degli investimenti (19 miliardi, appunto) sarà su tre macroaree. Investimenti trasversali a tutto lo stack del cloud per ottimizzare il consumo energetico end-to-end, l’impatto ambientale e la sicurezza informatica (1); lo sviluppo dell’infrastruttura necessaria (dalla rete e dal data center all’hardware e al software del cloud) per consentire un accesso armonizzato e facile ai servizi cloud in tutta Europa (2); la possibilità di sfruttare queste capacità per fornire i migliori servizi cloud-edge, aperti e interoperabili, alle organizzazioni pubbliche e private europee (3).

Interviene sul tema Federico Protto, Ceo del gruppo Retelit: “La roadmap ]…[ delinea un percorso chiaro: l’Europa deve rafforzare e differenziare la sua proposta di valore nel cloud computing, cogliendo al contempo le opportunità di leadership globale nell’edge computing, attraverso passaggi non più rimandabili. Retelit, tra i primi ad aderire anche a Gaia-X, coopera all’interno di questa alleanza per contribuire alla creazione di un mercato cloud europeo fortemente competitivo, in grado di stimolare l’innovazione, in cui i servizi siano interconnessi, facili da fruire e costruiti su standard e valori comuni”.

L’intento dell’azienda è orientare in Italia gli investimenti nei strategici per il futuro, come la cybersecurity, la smart mobility, Industry 4.0, ambiente aerospazio e salute dove si prevede si registreranno i più importanti cambiamenti ma anche dove tutela e garanzia del dato sono cruciali. Per questo all’interno dell’alleanza è prevista anche la cooperazione per il compimento della roadmap sulla base della definizione chiara anche delle linee guida per i fornitori di cloud non europei, che dovranno garantire standard di sicurezza, protezione dei dati e dei consumatori ed offrire un’adeguata garanzia che i dati strategici e sensibili restino sotto il controllo dell’Unione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Condividi l'articolo: