Ottimizzare la pianificazione, la realizzazione e la gestione delle costruzioni e sfruttare tutti i dati relativi allo sviluppo dei progetti, raccolti dai collegamenti digitali con gli attori della filiera/progetto, combinandoli in modo intelligente tra loro. E’ quanto promettono le tecnologie Bim, il cui acronimo svela il concetto di Build Information Modeling.
L’approccio consente di “modellare” in forma digitale ogni caratteristica di un’opera, così da meglio governarne le fasi di progettazione, sviluppo, gestione ma anche poi la manutenzione, quindi tutto il ciclo di vita nel complesso. Facile immaginare i vantaggi di un modello di questo tipo non solo per le aziende che operano nell’ambito delle costruzioni edili e delle grandi opere ma anche della progettazione al servizio delle multiutility nei diversi settori come quello idrico, energetico ed ambientale che quindi spaziano dalla progettazione meccanica, a quella civile, elettrica e all’automazione. E’ questo il caso anche di Heratech (gruppo Hera) ed in particolare della direzione Ingegneria del gruppo che vede operativi circa 200 professionisti tra tecnici, ingegneri, geometri e periti con diverse specializzazioni.
“Ci occupiamo di impianti e reti altamente diversificati attraverso divisioni di progettazione e realizzazione dedicate”, dettaglia Erika Carloni, responsabile della struttura sviluppo e coordinamento Bim di Heratech (gruppo Hera), che nasce per supportare progettisti e direttori lavori nel cambiamento e nell’integrazione degli strumenti operativi. Una mole di lavoro importante, considerato come siano attualmente in corso circa 400 interventi per investimenti che superano il miliardo di euro.
La sfida
Proprio per sostenere questi impegni, Heratech decide di strutturare un programma di trasformazione digitale che comprenda l’integrazione delle tecnologie Bim a vantaggio di progettazione, realizzazione e standardizzazione dei processi (sia tecnici, sia gestionali).
E di farlo indirizzando un’ulteriore complessità da individuare, in relazione alla struttura del gruppo, proprio “nell’unione di più strutture di ingegneria“ che da un lato rappresentano un valore per la possibilità di esprimere un ampio range di competenze, ma allo stesso tempo “richiedono di trovare un percorso omogeneo comune” e quindi comunanza non solo di intenti ma anche di strumenti e piattaforme in grado di accelerare il processo evolutivo. “E nel Bim abbiamo individuato l’ambiente ideale per crescere e per migliorare la qualità del nostro lavoro”, spiega Carloni.
Il metodo e la soluzione
La sfida viene raccolta a partire dall’avvio di un progetto pilota nel 2018. Vengono integrate, dopo la conferma della bontà del progetto, le soluzioni Aec Collection e Bim Collaborate pro di Autodesk, base su cui si avvia il processo di trasformazione che fa leva su Bim e sui modelli di progettazione pluridimensionali e interdisciplinari.
Spiega i dettagli Giuseppe Viti, ingegnere e Bim coordinator: “In particolare, di Aec Collection, i software Revit e Navisworks vengono impiegati per la progettazione degli asset di impiantistica e per i relativi controlli informativi. Viene quindi definito un modello dati standard per ogni fase progettuale e successivamente viene utilizzato Dynamo per estrarre dal modello i dati necessari alla produzione di documenti progettuali”.
Dalla sperimentazione, che fornisce input positivi, il gruppo decide quindi di estendere le scelte compiute anche all’ambito facility in cui si conferma l’utilizzo di Revit e in ambito reti di distribuzione in cui si sta sperimentando l’utilizzo di Civil 3D.
Heratech in questo modo riesce ad allestire un unico ambiente per la raccolta della documentazione organizzata e strutturata, indispensabile per condividere in modo corretto i contenuti e le informazioni delle diverse discipline e ad apprezzare le possibilità di “progettazione collaborativa” offerte dalle soluzioni Autodesk e dall’approccio.“Bim Collaborate Pro ci consente di gestire tutte le fasi del processo di progettazione e rendere disponibili in tempo reale tutte le informazioni utili ai diversi attori coinvolti nell’intervento”, afferma Marco Pescarini, ingegnere e Cde manager, cui si associano i rilievi di Nicola Scomazzon, ingegnere e Bim coordinator che spiega come lavorare con Bim consente di “trarre vantaggio sia dai progetti più complessi, che necessitano di analisi di interferenze per la previsione delle problematiche di cantiere, che da quelli più semplici ma ad elevata ripetitività per i quali Heratech ha sviluppato librerie e template ad hoc”.
I vantaggi
Sono concreti e già “visibili” i vantaggi offerti dall’approccio scelto da Heratech. Per esempio, nel termovalorizzatore di Trieste in fase di realizzazione. Si tratta di una complessa opera di revamping dell’impianto esistente con una serie di interventi impegnativi relativi alla sostituzione di una linea di incenerimento collocata tra le due linee esistenti, lo spostamento di servizi comuni, il potenziamento del ciclo termico a servizio di tutte e tre le linee per il recupero energetico, etc.. Il tutto senza interrompere l’attività dell’impianto.
Complessità non nascoste da Carloni che però dettaglia anche come le soluzioni Autodesk abbiano semplificato la soluzione: “Oltre alle problematicità del progetto in sé, e alla valutazione delle interferenze, l’uso delle soluzioni presenti nell’Aec Collection ci ha confermato che il Bim, al servizio dei progettisti e della qualità del loro lavoro, è fondamentale per costruire e gestire modelli di cantiere a elevata complessità”. I team, pur con le linee attive, sono riusciti a concludere le valutazioni in cantiere relative alle interferenze progettuali come agli accessi e alla viabilità per tenere operativo l’impianto. Interpretare le fasi operative e anticipare il rischio di fermi dovuti al posizionamento di mezzi, in grado di interferire con la gestione ordinaria dell’impianto, ha costituito un forte vantaggio.
Cercando di modellizzare i vantaggi, emerge dalle valutazioni di Heratech l’apprezzamento per la possibilità di progettare e costruire con un unico modello condiviso – per la piena comprensione da parte di tutti gli attori e con la possibilità per gli stessi di “avere molto chiaro che cosa fa la disciplina di fianco a te”, sottolinea Carloni. La possibilità di “pensare in tre dimensioni, simultaneamente”, cui contribuiscono i software dell’Aec Collection, permette di ridurre tempi e costi nella soluzione dei problemi.
Soprattutto, l’approccio Bim sfruttando Autodesk Bim Collaborate Pro abilita i vantaggi tipici dell’utilizzo di uno spazio comune e correttamente condiviso che permette la consultazione delle informazioni utili a sviluppare un progetto di cantiere, in grado di evidenziare immediatamente le necessità sul campo, con vantaggi anche nelle diverse fasi decisionali in cui professionisti e clienti sono chiamati a comprendere come operare insieme.
L’impegno iniziale poi risulta ripagato. Carloni: “Contiamo di ottenere una riduzione del 10% sulle varianti dall’integrazione del Bim con gli altri sistemi di computazione e dalla digitalizzazione e dalla standardizzazione dei processi rese possibili]…[. Ed abbiamo già verificato la possibilità di ridurre di circa il 4% la quota delle varianti che prima si verificavano in cantiere, anche solo ottimizzando i documenti progettuali”.
Che poi i benefici dell’approccio Bim non si esauriscano semplicemente finita la fase di progettazione e costruzione, ma accompagnino tutto il ciclo di vita delle opere, emerge dalla valutazione per cui il modello, che comprende dati e informazioni, continua ad arricchirsi e permette di effettuare analisi predittive efficaci, anche in relazione alle valutazioni e ai preventivi di riuso, della sostenibilità e dei costi associati allo smaltimento dei materiali. Infatti, sempre sfruttando l’approccio Bim, è possibile con precisione visualizzare ed utilizzare i dati relativi a demolizione, smaltimento e recupero di materiali/sistemi. Un’analisi che altrimenti richiederebbe sforzi importanti, alti costi, quando non addirittura sarebbe impossibile da realizzare.
In roadmap
Ora Heratech si impegna nell’integrazione del Bim, attraverso le soluzioni Autodesk in tutti i settori in cui opera il gruppo. Chiude Carloni: “Il modello 3D è il nostro punto di partenza di ogni progetto, a cui si affianca la standardizzazione di quanto creato. Pensare in format ci impedisce di allontanarci dal livello che abbiamo raggiunto. Per il nostro lavoro, l’uniformità è un valore aggiunto e porta a una sempre maggiore qualità”.
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