Per quanto la maggior parte delle organizzazioni sia ben consapevole delle opportunità offerte dai dati, le ricerche degli analisti evidenziano il divario tra le aspirazioni aziendali di operare e prendere decisioni a partire proprio dalle informazioni e la reale capacità dei dipendenti di lavorare con gli analytics. I numeri di Accenture, nel report The Human Impact of Data Literacy, per esempio, documentano come in azienda l’87% dei dipendenti riconosca l’utilizzo dei dati come una risorsa, ma anche l’insoddisfazione (per circa per tre dipendenti su quattro) per le difficoltà nell’utilizzarli, mentre quasi il 40% ritiene che un’adeguata “alfabetizzazione” in questo senso potrebbe incrementare la produttività.
E’ in questo scenario che Qlik propone la sua Active Intelligence Platform che comprende una “pipeline end-to-end” per data integration, data analytics e automazione.

Ne parliamo con Stefano Nestani, senior regional director & country leader per l’Italia, e Giorgio Dossena, presales manager, con un focus particolare sulla realtà italiana e sul nuovo posizionamento dell’azienda, che nel nostro Paese ha appena chiuso il suo quarto anno di crescita consecutiva. “Una crescita omogenea in tutte le dimensioni di mercato – esordisce Nestani -, sia nel mercato enterprise, sia nel mid market e nell’ Smb, possibile grazie anche ai positivi riscontri degli accordi pluriennali con i large account dei vari diversi settori merceologici (utilities, automotive, manufacturing, supply chain, etc.) ed alla capacità di traguardare progettualità internazionali dall’Italia”.

Stefano Nestani, senior regional director & country leader Italy di Qlik
Stefano Nestani, senior regional director & country leader Italy di Qlik

L’azienda ha due sedi principali a Milano e Roma, oltre alla sede di Vicenza ereditata con un’acquisizione alcuni anni fa, e può oggi confrontarsi su progetti enterprise di ampia portata innovativa, ma cresce anche nella parte commercial (mid market e medium business) “con un’espansione della base clienti per cui nel mercato italiano vengono indirizzate complessivamente le esigenze di qualche migliaia di clienti attivi sulla piattaforma, nei diversi verticali di business”.

I driver di crescita sono “il lavoro con l’ecosistema di partner, distribuito sul territorio e vicino ai clienti, in grado di lavorare come estensione di Qlik anche con i piccoli clienti“, che hanno le stesse esigenze – magari semplicemente caratterizzate da una minore complessità – e individuano in una proposizione tecnologica univoca, ma in grado di scalare, la risposta alle esigenze evidenziate in apertura.

Qlik Active Intelligence Platform

Oggi, con Active Intelligence Platform, Qlik si posiziona sul mercato con una proposta end-to-end, ben distante dall’idea di un semplice tool per la visualizzazione di front-end, ed invece in grado di gestire il dato, dalla sua forma grezza, fino all’analisi, attraverso il necessario processo di trasformazione che può avvenire in real-time, in un più stretto legame tra gli eventi e la possibilità di intraprendere decisioni effettivamente informate. “Lo sviluppo della piattaforma – spiega Nestani ha beneficiato nel tempo dell’acquisizione di Attunity (2019), di quelle nella sfera application automation, per poter automatizzare flussi e processi in relazione a trigger legati al cambiamento del dato, fino all’integrazione di moduli di AI e ML per estendere la capacità analitica dell’utente business. Per questo si parla di un posizionamento orientato in modo deciso verso la data strategy, volta ad aiutare i clienti a concretizzare le proprie scelte strategiche sui dati”.

Un balzo in avanti rispetto ai primi passi compiuti sul mercato grazie all’originario “motore associativo” che resta comunque un elemento importante, ed è ora integrato con tutti i moduli necessari per il controllo completo di quello che succede in azienda (e non solo).

La modalità di erogazione dei vantaggi della platform è chiaramente As a Service (SaaS), ma Qlik è in grado di indirizzare i diversi casi d’uso, per esempio anche quelli dei clienti che per motivi regolatori non possono portare in cloud tutti i dati e, con Forts, Qlik offre la possibilità di gestire in modo trasparente il dato ovunque esso sia, “portando di fatto gli analytics sui dati”. Le alleanze tecnologiche con Google, Azure, Aws e Vmware e quella più recente con Uipath in ambito Rpa, estendono le possibilità di utilizzo della piattaforma Qlik in tutti gli scenari.     

Una pipeline end-to-end per la data analytics

“Indirizzare tutte le problematiche di gestione e valorizzazione del dato è proprio il core della proposta” si aggancia Giorgio Dossena, che aggiunge ai numeri quelli di Idc e Gartner secondo cui a fronte della percezione di avere già a disposizione i dati per prendere decisioni, “le aziende manifestano la difficoltà di ricavare i richiesti “business outcomes” e denunciano le carenze di “data literacy” come importante ostacolo nei processi decisionali”. Serve una corretta strategia di gestione – anche di processo – del dato, perché le medesime ricerche evidenziano anche i guadagni per le realtà che riescono a lavorare in questa direzione. 

Giorgio Dossena, presales manager di Qlik
Giorgio Dossena, presales manager di Qlik

Il gap – spiega Dossena – è legato a due componenti aziendali. Quella IT, che recupera i dati e li rende disponibili e la componente business che utilizza poi effettivamente i dati”. Sono pochi i progetti che vedono l’effettiva collaborazione tra le due realtà in uno scenario di scarsa integrazione, in cui i progetti di data literacy fino ad oggi non si può dire che siano “di nicchia”, ma certo seguono percorsi molto specifici.

“Serve invece abilitare una vera e propria data analytics pipeline, in cui sia possibile ‘vedere‘ tutti i dati all’interno dei sistemi in cui risiedono – da quando vengono generati e storicizzati (data warehouse e DB, ma anche i sistemi transazionali, etc.) – attingere alle informazioni quando servono (nella cadenza “real-time” più pertinente a seconda delle esigenze) – farne l”ingestion ed essere in grado di recuperarle sulla base di un’organizzazione e di una sintesi efficaci, perché le informazioni siano effettivamente analytics-ready“.

Con tutte le logiche necessarie: protezione, privacy, tracciamento, etc., fino quindi all’effettiva analisi descrittiva, prescrittiva o predittiva che sia, con i vantaggi apportati dalle componenti AI e ML per favorire le decisioni di business e, appunto, dalla data literacy, intesa proprio come “conoscenza nell’utilizzo dei dati e di come esporli”.

Qlik Active intelligence Platform
Qlik Active intelligence Platform

Le capacità di “trovare” le informazioni e generare insights così come di creare output in grado di “veicolare” le informazioni e renderle fruibili al team, per indirizzare l’effettiva collaboration, sono quindi centrali. Sia attraverso la condivisione umana di un’analisi sia in forma automatizzata. Si pensi per esempio al tema dell’integrazione con i sistemi di terze parti, alla possibilità quindi che un’analisi possa effettivamente rappresentare “il trigger per un’azione su un sistema non esclusivamente di analisi dati (Crm, DB, marketing mail, etc.), o solo all’interno della piattaforma di analisi, ma addirittura integrato in applicazioni terze (quelle mobile, ma anche un plant produttivo, per esempio), per un’azione informata produttiva ed in grado di migliorare il processo”.

Una piattaforma per gli scenari ibridi

E’ l’idea declinata dalla piattaforma Qlik nelle sue diverse componenti erogate come “servizi”. Quelli per i dati (estrazione, ingestion, gestione, trasformazione, etc.); quelli di analisi del dato (visualizzazione, dashboarding, analisi per attivazione dei motori di calcolo, alerting, etc.), ed i “foundational services abilitati dall’AI e dal ML, per la governance e la sicurezza, lo sviluppo, l’orchestrazione e la collaboration. Con alla base il tema della connettività del dato, sia esso on-premise o in cloud. Qlik Forts è proprio la “declinazione della piattaforma cloud di Qlik che permette di avere la piattaforma di Active Intelligence Qlik nella declinazione adeguata per quello che è la necessità del cliente” che ha bisogno di scegliere dove devono rimanere le informazioni.

Forts permette di beneficiare comunque della platform come servizio, mantenendo parte del deployment sulla piattaforma che il cliente preferisce, con un unico punto di accesso, e beneficiando dell‘intelligenza della platform che consente l’accesso alle diverse componenti solo attraverso le regole scelte dal cliente, per una piena governance sul dato. Anche nel caso in cui, per esempio, si sia deciso di cambiare la strategia cloud o si abbia bisogno di accedere alle risorse virtualizzate per esempio con Vmware, per un vero approccio “ibrido”.

Qlik Forts
Qlik, con Qlik Forts permette di indirizzare i diversi use case, mantenendo la piena governance sul dato

Tra le aziende cresce l’attenzione ad un approccio indirizzato verso la data literacy e la pandemia ha portato le organizzazioni a cambiare le modalità di approccio al dato, per ottenere un’effettiva capacità di leggere, lavorare, analizzare, interpretare e comunicare con i dati e consentire a tutti i livelli di lavoratori di “interrogare” in modo produttivo i numeri, così da prendere decisioni migliori. E tra le realtà italiane che operano utilizzando la piattaforma nella sua interezza, quindi dall’acquisizione del dato (row data) dai diversi sistemi, attraverso le fasi di “catalogazione” fino alla distribuzione dell’informazione all’interno della componente analitica di Qlik c’è anche l’utility A2A. Conclude Nestani: La possibilità di implementare una data strategy completa, di fatto in tutti gli use case operativi, rappresenta il principale vantaggio della piattaforma di Qlik.

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