Gli investimenti tecnologici a supporto della digitalizzazione dei processi in modalità end-to-end sono in cima alla lista delle preoccupazioni dei responsabili delle supply chain. Gli ultimi anni hanno evidenziato come le catene di approvvigionamento di diversi settori si siano dimostrate lente, poco resilienti, e ancora oggi sono in pieno sviluppo, mentre gli sforzi in questo ambito, orientati nella giusta direzione, sarebbero in grado di favorire la crescita aziendale, mitigare i rischi e ottimizzare i costi, a patto di poter fare affidamento anche su un forte allineamento con la strategia aziendale.
Un impegno che, secondo i dati Gartner, vede all’opera il 38% delle organizzazioni sulla base di due rilievi base e cioè l’importanza crescente delle soluzioni che sfruttano l’AI e gli advanced analytics, alla luce di otto trend. Secondo gli analisti essi saranno in grado di accelerare la trasformazione digitale delle supply chain e sono: iperautomazione, digital twin, esperienze immersive attraverso AR e VR, ecosistemi all’edge, sicurezza, obiettivi Esg, embedded AI analytics, e augmented data intelligence.
Tra questi trend, il meno indagato ma di particolare interesse è quello relativo all‘implementazione dei sistemi intelligenti all’edge. In questo ambito Gartner prevede che, sulla spinta dell’evoluzione delle reti di comunicazione dati (grazie anche al 5G), il 25% delle decisioni sarà preso grazie alle indicazioni fornite dagli ecosistemi intelligenti periferici. Un trend che caratterizzerà le supply chain almeno fino al 2025.
I vantaggi degli ecosistemi intelligenti all’edge
Entriamo nei dettagli: storicamente gli investimenti nei sistemi software per le supply chain digitali hanno dato priorità e si sono concentrati sulle applicazioni centralizzate, soprattutto nei verticali come il manifatturiero e la logistica, ma una serie di processi critici oggi avviene all’edge, dove si “agganciano” le persone e gli utenti, dove vengono generati i dati, e dove spesso vengono prese le decisioni.
Per questo oggi una supply chain efficiente deve essere necessariamente dinamica ed estesa. La disponibilità di un ecosistema periferico consentirebbe di attuare il processo decisionale vicino alla fonte delle informazioni. A patto di abilitare lì l’elaborazione, disporre delle risorse di comunicazione necessarie, e poter archiviare all’occorrenza i dati. A vantaggio anche di flussi di lavoro meglio coordinati, per un’effettiva valorizzazione delle informazioni, e la possibilità di coinvolgere già all’edge, nei processi decisionali, le parti interessate.
Proprio i progressi nei servizi di comunicazione e dati (Wifi di ultima generazione, Bluetooth, ma soprattutto 5G) possono supportare gli ecosistemi all’edge e consentire l’integrazione delle tradizionali soluzioni centralizzate per la supply chain, con reti virtualizzate e remote in grado di elaborare i dati.
Una possibilità che è già reale in diversi casi d’uso e che secondo Gartner crescerà ancora di più nel corso dei prossimi tre anni, di pari passo con la scelta di sfruttare i vantaggi degli “autonomous networks“: l’automazione flessibile è alla base della riuscita dei progetti.
Secondo Gartner il 75% delle grandi aziende, da qui al 2026, avrà adottato smart robot almeno per le operazioni intralogistiche, perché proprio nella gestione di magazzino e dei centri di distribuzione la robotica di automazione in questo ambito può essere considerata matura. “In particolare – spiega Dwight Klappich, VP analyst Gartner Supply Chain – proprio i vincoli legati alla disponibilità di manodopera in determinate circostanze, ed il bisogno di adeguare i sistemi alle reali esigenze di business momento per momento, porteranno le aziende ad investire sui sistemi cyber ed i robot intelligenti”.
Si tratta infatti di soluzioni che rispondono alla necessità di automatizzare determinati processi integrando intelligenza e consentendo di operare anche in assenza di manodopera, grazie al lavoro svolto dai sensori dislocati all’edge. Esistono già diversi casi d’uso di robot per esempio per il trasporto di pallet di merci o il prelievo di singoli articoli.
L’integrazione proposta servirà quindi a gestire in modo più rapido ed economico i processi e permetterà di scalare la gestione degli estremi di picco e nei minimi della domanda. Mentre la natura adattiva dei robot intelligenti per l’intralogistica consente alle aziende di sperimentare diversi casi d’uso per investimenti iniziali bassi e poi procedere nel testing di casi d’uso nuovi e variabili man mano che si acquisisce maggiore familiarità con le tecnologie. Chiude così la sua analisi Klappich: “La buona notizia è che ci sono già molti casi d’uso della robotica in questo senso ed è importante valutare le soluzioni migliori per le esigenze specifiche di un’organizzazione. I responsabili delle supply chain dovrebbero trarre pieno vantaggio da questi trend e valutare il bisogno di un responsabile della robotica all’interno dell’organizzazione”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA