A Londra, Appian ha aperto oramai più di 15 anni fa (nel 2006) la sua prima sede europea, e proprio da Londra riprende a tessere la trama del suo percorso in occasione di Appian Europe 2022. “Connected Possibilities” è il claim che tiene insieme gli incontri tra clienti, partner, prospect e sviluppatori (poco meno di mille i partecipanti) per i quali è pensato l’evento che ritorna in presenza a oltre un anno dall’ultimo appuntamento europeo (in streaming) e a pochi mesi da Appian World 2022, a Miami.
Anche per questo, l’evento non coincide con l’annuncio di novità tecnologiche, ma lascia respirare l’importanza di incontro e confronto e dell’approfondimento.
La strategia dell’azienda oggi si aggiorna sull’idea della data fabric, intesa come opportunità per rendere agile l’accesso ai dati tanto quanto la scrittura di app low-code e di correlarne il potenziale. Perché l’obiettivo resta quello di abbattere la curva della complessità applicativa strettamente legata al numero stesso delle applicazioni.
Gartner definisce la data fabric come “un concetto di design che funge da layer integrato (fabric) di dati e processi di connessione” e “Appian Data Fabric consente di tenere connesse applicazioni e dati in qualsiasi sistema di terze parti, senza necessità di migrare dati o Api, grazie ad un layer virtuale per i dati, con le modifiche apportate ai dati stessi nei sistemi in cui risiedono che si riflettono immediatamente nelle app”, puntualizza Michael Beckley, Cto di Appian.
Si tratta quindi di passare dal semplice modello data lake come ‘accumulatore’ e raccoglitore di dati al modello della data fabric che consente di “collegare” le informazioni senza bisogno di “accentrare“, in un unico silos data lake, i dati. Dalla fase di “collecting” a quella di “connecting” quindi.
“Questo accelera lo sviluppo ma impatta anche sul miglioramento delle performance”, sottolinea Beckley dati alla mano (vedi slide qui di seguito). Non è un nuovo prodotto quindi, la Data Fabric di Appian, ma un diverso approccio tecnologico “già adottato dal 45% dei clienti Appian”.
Entro questi binari è possibile leggere anche il “percorso” dell’azienda, l’evoluzione della proposizione PaaS per lo sviluppo di applicazioni low-code enterprise, l’approdo ad una proposta di business process management, process mining e case management, abilitati dal 2019 dall’introduzione, nella platform, di Appian AI e dall’automazione.
Il rilascio recente di Appian 22.4, ha semplificato la modellazione dei dati senza bisogno di scrivere codice e l’integrazione di dati di riferimento con i relativi collegamenti alle applicazioni. E’ stata semplificata inoltre la verifica dei modelli con più indicazioni sulla provenienza dei dati per una migliore “visualizzazione”, con i relativi vantaggi nella generazione dei portali e per la modellazione dei processi.
In Appian 22.4 i “portali” vengono convertiti senza problemi in Progressive Web Apps (Pwa), per offrire agli utenti un’esperienza nativa comoda e facile da usare. E oltre alla possibilità esistente di caricare e scaricare documenti, la 22.4 consente di visualizzare i documenti in linea nei portali.
La capacità di Appian di precorrere le potenzialità dello sviluppo low-code ha intercettato i bisogni del mercato. “La comunità dei partner è cresciuta anno su anno del 40%, del 45% le certificazioni degli sviluppatori, la pipeline dei rivenditori è raddoppiata”, spiega Erik de Haas, VP Alliances for Emea and Apj. “E i ricavi delle sottoscrizioni nell’ultima annualità disponibile sono cresciuti del 33%, con le aziende sempre più consapevoli che la partita della modernizzazione si gioca sulla process automation“, puntualizza Chris Jones, Chief Revenue Officer. “Si contano 68 miliardi di automazioni di processo attivate sulla piattaforma, e per il 2022 un risparmio complessivo per le aziende di 113 miliardi di dollari”, riprende Beckley, nel suo keynote spiegando i punti di forza della convergenza tra low-code, process automation, process mining e l’esperienza trasversale via Web e via app degli utenti.
Oggi Appian intravede la possibilità di espansione e crescita praticamente in tutte le principali industries enterprise: energy e utilities, banking, finance, ma anche nei diversi verticali della PA. Ed in occasione di Appian Europe 2022 viene presentata la case nel settore utilities di Anglian Water, la più grande azienda idrica in Inghilterra e in Galles.
L’azienda per ottenere maggiore visibilità sui propri investimenti, e per servire meglio i suoi oltre sette milioni di clienti nell’Inghilterra orientale, utilizza Totex Delivery Workflow (Tdw), un’applicazione di workflow basata sul cloud e costruita su Appian che fornisce approfondimenti in tempo reale e dati rilevanti sui progetti: dall’installazione e manutenzione dei contatori intelligenti alle condutture fino alle stazioni di pompaggio.
La collaborazione tra Appian e l’utility inglese prosegue ora con l’azienda che supporta Anglian Water nel raggiungimento degli obiettivi net-zero da raggiungere entro il 2030, riguardo le emissioni di carbonio entro il 2030 con Tdw utilizzata per consentire ai dipendenti di prendere decisioni basate su informazioni in tempo reale e monitorare l’utilizzo dell’energia, gli asset e i costi.
La piattaforma Appian Low-Code per il Comune di Milano
Italiana è invece la case nell’ambito della DT della PA. A questo proposito, il caso del Comune di Milano è significativo. Ha adottato la piattaforma low-code di Appian per automatizzare e digitalizzare alcuni dei principali processi relativi ai servizi ai cittadini e alla gestione del backoffice.
Il progetto è stato guidato dal partner di Appian Intellera Consulting. Comprende definizione e sviluppo di un percorso di digitalizzazione e revisione dei processi nella gestione dei parcheggi agevolati, con controlli e rilasci – per esempio dei pass e dei permessi per i disabili – coordinati e verificati.
Lo sviluppo ha visto ridurre il tempo di delivery applicativo ad appena due mesi, i cittadini possono ora procedere inoltrando le richieste online, e chi lavora al backoffice sfrutta la piattaforma elixForms di Anthesi per gestire la procedura attraverso i pochi passaggi guidati dall’applicazione Appian. Sulla scorta di questa prima esperienza se ne sono avviate in successione altre, relative alla mobilità ed alla formazione.
Riguardo la formazione, per esempio, attraverso il supporto della piattaforma Appian, i cittadini guadagnano la possibilità di consultare le offerte dei corsi, iscriversi e viene gestito in forma automatizzata il pagamento dei corsi, mentre tra i progetti in divenire quelli relativi a urbanistica e opere pubbliche prevedono automazione e digitalizzazione di una serie di procedure attivabili direttamente dai cittadini, con richieste e istruttorie gestite in digitale cosa che permetterà l’abbandono di gestionali obsoleti, in un momento favorevole anche per la possibilità di sfruttare le risorse del Pnrr.
“La tecnologia può rappresentare un volàno di miglioramento dei servizi al cittadino – spiega Silvia Fossati, Area vice president South Europe di Appian – e la piattaforma Appian per il low-code dimostra di essere un supporto prezioso nell’accelerare i tempi di realizzazione dei progetti anche per il settore della PA”.
I fattori di crescita per le aziende, tra pandemia e recessione
L’esperienza sul campo dei responsabili IT è anche il tema di una ricerca che Appian fotografa analizzando quali siano i principali fattori di crescita per le aziende nella transizione dalla pandemia alla recessione e Michael Beckley ne richiama le sfide proprio all’inizio del suo keynote. Condotta da Censuswide lo studio ha coinvolto 1.510 tra sviluppatori di software e app, e ingegneri informatici, in cinque Paesi: Francia (252), Germania (250), Italia (256), Paesi Bassi (252), Spagna (250) e Regno Unito (250), ma soprattutto è stata condotta ad ottobre di quest’anno.
Dall’Accelerazione alla Recessione: perché l’Empowerment degli Sviluppatori è Fondamentale per l’Innovazione in azienda – questo il titolo – evidenzia in primis come l’81% dei responsabili IT ritenga necessario che la forza lavoro del futuro abbia bisogno di “un maggior numero di professionisti IT esperti di business e più professionisti di business esperti di IT per crescere”. Con il 73% dei developer italiani convinto però che la propria organizzazione stia già spostando l’attenzione da progetti di innovazione ad iniziative di riduzione dei costi, uno spostamento del focus nelle strategie aziendali che potrebbe avere implicazioni dannose per la crescita e la trasformazione tecnologica delle imprese in un momento in cui l’agilità dovrebbe essere invece incoraggiata.
L’81% degli intervistati italiani teme proprio che la transizione dalla pandemia alla recessione vedrà i dirigenti congelare i budget e gli organici IT, aumentando il ritardo nello sviluppo dell’IT, un atteggiamento opposto, in verità, a quello che ha consentito di superare i momenti di difficoltà. E virtuoso per l’accelerazione, così come per il coinvolgimento dei responsabili IT e delle line of business, chiamati a collaborare insieme nei progetti, anche perché le aziende che non riescono a sfruttare l’accresciuta influenza degli sviluppatori corrono il rischio di vedere scemare i ritorni.
Congelare i budget IT, secondo i numeri della ricerca porta di fatto a quattro conseguenze per la metà del campione circa (percentuali sempre tra il 48 ed il 49%): aziende più frammentate e isolate, meno competitive, in difficoltà nel capitalizzare le opportunità di crescita e con un maggior turnover del personale IT. Per questo il Cto di Appian, Beckley, si sbilancia, supportato dai numeri: “Il Covid-19 ha costretto le aziende a innovare rapidamente i propri processi, ad aumentare l’automazione e ad assorbire nuove tecnologie. Le organizzazioni che continueranno a investire in innovazione e agilità guidate dall’IT saranno più pronte ad affrontare le difficili condizioni economiche previste per il 2023”.
La capacità di innovare delle aziende, inoltre, secondo sviluppatori e gli ingegneri software, e la capacità degli stessi di incidere sui processi decisionali aziendali oggi si possono scontrare con quattro fattori critici di crescita: la capacità effettiva dell’azienda di sfruttare nuove tecnologie e piattaforme (per il 43%), la varietà nella forza lavoro (40%), il mantenimento dell’attenzione sulla missione principale (38%) e la capacità di investire in opportunità e formazione (38%).
Da qui la necessità di migliorare la collaborazione e la comprensione tra IT e business. Silos organizzativi all’interno delle organizzazioni, con le controparti di business che ritengono più rapido rivolgersi direttamente ai fornitori IT per ottenere soluzioni – piuttosto che coinvolgere i team IT interni -, sono le sfide da superare. E solo l’inclusione di “più professionisti IT esperti di business e più professionisti del business esperti in IT”, appunto, potrà portare ad un effettivo cambiamento. Sviluppo low-code, AI e machine learning per quasi la metà degli intervistati possono contribuire a superare le difficoltà delineate ed adattarsi al cambiamento.
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