L’ufficializzazione dei dati del secondo quarter dell’anno fiscale di Appian (quotata in borsa dal 2017) sono a metà strada tra gli annunci mondiali di primavera ad Appian World a Miami e la declinazione europea della strategia al prossimo Appian Europe di metà novembre. A Londra, dove l’azienda americana ha aperto il primo ufficio europeo nel 2006 (oggi ne conta sette nel Vecchio Continente).
Risultati che confermano la strategia cloud di Appian con un fatturato in crescita del 34% rispetto al secondo trimestre del 2021 (57,1 milioni di dollari sui 75,7 milioni derivanti dalle sottoscrizioni complessive) che ha registrato complessivamente un giro d’affari di 110 milioni di euro, grazie anche a 33,4 milioni proveniente dai servizi professionali, in crescita del 28%. “Il tasso di fidelizzazione dei ricavi da iscrizione al cloud è stato del 116% al 30 giugno 2022 – fa sapere la corporation – un dato che ha superato le nostre previsioni e che dimostra come i clienti fedeli di Appian, l’ecosistema di partner e la piattaforma incentrata sull’efficienza offrano vantaggi in tempi di incertezza economica”.
In Italia, presidio territoriale
L’andamento mondiale ha un trend simile anche in Italia. “Se guardiamo il fatturato mondiale del quarter, possiamo a grandi linee affermare che il 70% del business è legato alla vendita di sottoscrizioni sia cloud che on-premise della nostra piattaforma, mentre il 30% rimane vincolato ai servizi professionali che nel 1999, quando siamo nati, rappresentava la componente maggiore del nostro fatturato. Questo ribaltamento si deve non solo alla strategia delle acquisizioni fatte negli anni, ma anche alla decisioni di spingere sulle partnership e sul canale – dettaglia Silvia Speranza, regional VP Italia Centro-Sud di Appian –. Guardando anche ai clienti italiani crescono le richieste di migrazione dalla soluzione on premise al nostro cloud privato e la corporation ha come obiettivo mantenere la crescita del 34% registrata nel trimestre anche per l’intero anno fiscale”.
Energy & utility, manufacturing, PA richiedono partnership trasversali e la prossimità di relazione. Da qui la scelta di fare crescere i team a Milano e a Roma per garantire la prossimità ai clienti, large enterprise e pubblica amministrazione. “L’obiettivo è di aiutare le organizzazioni a realizzare le proprie applicazioni software mission critical più velocemente, grazie alle modalità di sviluppo rapido della nostra piattaforma Appian Low-Code, che fa convergere low code, process mining, workflow e automazione in un’unica suite, che consente di realizzare applicazioni almeno 10 volte più velocemente rispetto allo sviluppo tradizionale” ricorda Salvatore Calvanese, regional vice president sales del Nord Italia di Appian.
In Italia dal 2015 (anno in cui Appian ha acquisito il partner Easynex) oggi ha una base clienti di grandi aziende private (Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea, Poste Italiane, Pirelli, Cnp Vita, Enel, Eni, Tim) ma ha esteso la propria attività anche nel settore pubblico con clienti come Sogei, Comune di Milano, Csi Piemonte, uno dei principali provider assicurativi pubblici “in anni in cui la pubblica amministrazione ha recuperato terreno sulla trasformazione digitale” precisa Speranza.
“La nostra piattaforma abilita la trasformazione delle aziende, non amiamo parlare di digitalizzazione, perché abbracciamo un concetto più ampio – precisa Calvanese – garantendo un approccio agile, certezza nei tempi e certezza dei costi”.
Aspetti importanti per i clienti che, secondo una analisi di Idc, chiedono di ridurre i rischi di sicurezza con un’automazione più completa della sicurezza (32%), di integrare meglio le fonti di dati e gli strumenti di analisi per migliorare la comprensione del business (35%), di velocizzare i tempi di commercializzazione per rispondere alla soddisfazione dei clienti (35%).
Le alleanze guardano ai vertical
La strategia di go-to-market guarda a un mix di profili, ma ben collocati nel mondo della system integration. “Ci appoggiamo alle grandi aziende della consulenza e intessiamo delle partnership regionali europee – precisa Fabio Scottoni, senior director Alliances Italy, Appian -. In Italia è cresciuto e si è consolidato il nostro canale di partner, composto da un buon mix di system integrator globali, system integrator nazionali e aziende focalizzate sullo sviluppo di applicazioni o sulla consulenza”.
Tra i partner principali Accenture, che ha sviluppato due soluzioni chiave per il settore pubblico, per gestire meglio fondi e attività legate al Pnrr: una soluzione prevede la gestione, il monitoraggio, la rendicontazione e le attività di controllo delle spese del Pnrr e dei fondi europei, l’altra riguarda la gestione della comunicazione tra autorità centrale e regioni, oltre alle attività relative alla contabilità patrimoniale. “Entrambe le soluzioni sono installate presso l’Accenture Government Information Center (Agic) di Roma” precisa Scottoni.
Il supporto alle attività dei system integrator si affianca anche ad attività per divulgare l’approccio low code, che si avvale del lavoro del nuovo centro di sviluppo prodotti a Chennai, in India, inaugurato a metà agosto (sotto la guida di Ramesh Ardhanari, vice president Engineering) che spinge lo sviluppo low code come unelemento che guiderà lo sviluppo dei prossimi anni. La stessa Gartner prevede che, entro il 2024, il 75% dello sviluppo di applicazioni aziendali sarà realizzato in low-code, “ma servono partner che abbiano competenze anche di industry – sostiene Scottoni – ma questo richiede un percorso, in quanto la flessibilità della piattaforma permette di tarare le soluzioni a seconda delle industry e di correggere il tiro. Per questa ragione stiamo mettendo a punto la definizione degli strategic partner che individua con quale partner vogliamo andare su uno specifico mercato”.
Il progetto lanciato ad Appian Word 2022 di Lowcode4all, che spinge lo sviluppo dal basso, rimarca invece l’impegno nel formare sviluppatori per fare crescere la community. Si innestano in questo filone i progetti realizzati con Atos Italia (l’inaugurazione della prima Hyperautomation academy a Bari) e con l’università del Molise, che ha dato vita al master universitario di II livello in Gestione di Sistemi Software Complessi: Nuove Tecnologie e Metodologie, a partire dall’anno accademico 2022/23.
Non va dimenticata la componente dei servizi professionali, che rappresenta il 30% della attività di Appian anche in Italia.“La parte dei servizi professionali permette di triangolare la relazione tra partner, clienti e Appian – conclude Speranza – per assicurarsi che il cliente possa trarre valore dal progetto trasformativo che sta realizzando. I professional services fanno parte della riuscita dell’implementazione”.
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