Oggi essere agili per le aziende significa riuscire a gestire le criticità in rapidità. Quelle in grado di farlo riescono a sfruttare dati e insight approfonditi e, in fase di ripartenza, si rivelano più veloci nell’adattarsi a sostenere la trasformazione e tradurre le opportunità che si presentano in vantaggi competitivi. Per aiutare le aziende a capire quali i punti critici e le priorità per favorire l’agilità, modellare la data strategy e superare le sfide, Pure Storage ha commissionato ad Insight Avenue la stesura del report Rapid Agility, sulla base di una ricerca condotta nell’area Emea su 504 responsabili IT appartenenti ad aziende europee – 50 delle quali in Italia – con oltre 500 dipendenti.

La ricerca è stata condotta nei mesi di aprile e maggio 2021. Copre Italia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Regno Unito, Spagna e Svizzera ed esamina quali siano le priorità per diventare agili, ma anche temi annosi come la mancata collaborazione tra le funzioni aziendali ed il reparto IT, come ricomporre questa frattura facendo leva sul potenziale dei dati e l’adozione di un’infrastruttura dati moderna, puntare su una strategia improntata alla collaborazione ed allo sviluppo delle competenze. Con un primo dato significativo: oltre tre intervistati su quattro concordano nel sostenere che l’emergenza sanitaria abbia reso più urgente per la propria organizzazione rivedere del tutto l’infrastruttura dati, non solo migliorarla o aggiornarla.

Allineamento tra IT e business, meglio ma…

Puntiamo la lente sui dettagli offerti dai numeri e notiamo che l’allineamento tra IT e business continua a rappresentare una vera sfida con cui le aziende fanno i conti ma sono stati compiuti sostanziali miglioramenti nell’arco degli ultimi dodici mesi. Oggi i Cio stimano che l’allineamento tra responsabili IT e il business sia passato da una media del 46% di due anni fa al 63% attuale. Con l’IT, sempre più, oggi in grado di fornire supporto al business.

ll 44% dei responsabili IT afferma infatti che l’infrastruttura tecnologica presente è molto robusta, e il 38% considera i processi e la cultura IT all’interno dell’azienda agili nel sostenere le esigenze dell’organizzazione. Nell’arco degli ultimi dodici mesi, il 58% dei responsabili IT si è dimostrato soddisfatto perché l’IT stessa ha comprovato le proprie potenzialità per la business continuity e quasi 8 responsabili su 10 sono soddisfatti dell’impatto prodotto. L’IT oggi in poco meno di 6 casi su 10 ha voce strategica in azienda e nella stessa proporzione i responsabili IT sono incentivati dal collegamento diretto tra i cambiamenti tecnologici e i risultati di business.

Le priorità dei leader IT per i prossimi dodici mesi (fonte: Agility Report)
Le priorità dei leader IT per i prossimi dodici mesi (fonte: Rapid Agility report, Pure Storage)

Allo stesso tempo meno di un quarto degli intervistati si rivela entusiasta della tecnologia in sé, dato che andrebbe letto però come segnale di una crescente attenzione a favore dell’innovazione, dell’aggiunta di valore alla propria azienda e del sostegno alla trasformazione digitale. E tra le principali priorità per i prossimi dodici mesi, i responsabili tecnologici indicano: la trasformazione digitale ad incrementare l’accelerazione della trasformazione digitale (83%); il miglioramento dell’esperienza digitale nel lavoro ibrido e remoto (79%); l’attenzione verso l’esperienza digitale del cliente/ottimizzare il customer journey (79%) e l’accelerazione per integrare maggiore agilità nei processi (77%).

Mentre per quanto riguarda gli obiettivi strategici sostenibilità, potenziamento dei team e centralità dell’IT (upskilling) catturano l’attenzione con percentuali rispettivamente del 63%, del 50% e del 44%. Proprio per quanto riguarda il tema della competenze, i responsabili IT intendono concentrarsi, nei prossimi mesi, sullo sviluppo delle stesse. In particolare la priorità va alla focalizzazione sui risultati nel supportare il business da parte dell’IT, per il 52% degli intervistati; il 50% vuole invece dedicarsi a vision e pensiero strategico ed il 37% alle metodologie sperimentali/agili con un altro 37% focalizzato sulla “gestione dei team IT dispersi”.

Cosa motiva e demotiva gli IT leader
Cosa motiva e demotiva gli IT leader (fonte: Rapid Agility report, Pure Storage)

Offre così un’interpretazione dei numeri Mauro Bonfanti, Regional VP Emea di Pure Storage: “Quando è scoppiata la pandemia, i responsabili IT hanno avuto l’immensa responsabilità di riuscire a far proseguire le operazioni e isolare le aziende da ogni problema di tipo fisico e finanziario. Durante l’ultimo anno questa pressione si è evoluta, e oggi il focus è sulla definizione di una panoramica strategica del cambiamento delle esigenze aziendali. Guardando avanti è essenziale che le necessità del business vengano bilanciate e prioritizzate affinché i Cio possano continuare a fornire la tecnologia necessaria per creare un impatto significativo sugli utenti”.
In un contesto che vede ancora alcune criticità, perché i responsabili IT dichiarano di sentirsi frustrati dalla mancanza di riconoscimenti per essere stati un fattore chiave del cambiamento all’interno delle aziende nel corso della pandemia. Uno su due sostiene che i rispettivi risultati non sono stati riconosciuti.

Ed altri motivi di insoddisfazione derivano da priorità contrastanti e dalla risoluzione reattiva dei problemi (quasi in un caso su due), mentre, per il 35% del campione, continua la pressione per spingere ad innovare ma tagliando al contempo i costi. Serve una visione strategica per portare senso alle decisioni tecnologiche a lungo termine.

Mauro Bonfanti, Regional VP Emea di Pure Storage
Mauro Bonfanti, Regional VP Emea di Pure Storage

“La vision dei responsabili IT può essere tenuta al palo dall’infrastruttura che si trovano davanti – conclude Bonfanti -. Allo scopo di ottenere l’agilità, il focus sul cliente e l’innovazione che rappresentano le loro priorità, i responsabili IT devono essere in grado di fruire della tecnologia in maniera flessibile scalandola verso l’alto e verso il basso a seconda delle esigenze ]…[. La voce strategica che i Cio hanno fatto in modo di far sentire in maniera più forte deve essere salvaguardata insieme alla possibilità di stringere collaborazioni solide con il resto dei direttivi aziendali”. Significativo a questo proposito il fatto che i responsabili IT sono intenzionati a consolidare, tra gli altri, i rapporti di collaborazione con Cpo (48%), Coo (46%) e Ceo (40%).

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