Rinnovamento organizzativo, dei processi e dei modelli di business. Sono tre aspetti chiave oggi con cui le banche devono fare i conti se vogliono continuare a competere e rimanere  dinamiche, a fronte anche della continua evoluzione del comparto fintech. L’analisi del mercato oggi fotografa il proseguimento del processo di consolidamento già in atto prima della pandemia attraverso fusioni e contrazione delle filiali fisiche, in calo del 34% rispetto al 2012, ma anche l’accelerazione della digitalizzazione di processi e servizi e un ruolo di rilevanza strategica assegnato alle tecnologie digitali.

Entriamo allora nel dettaglio di scenario, a partire dai numeri. Negli ultimi dieci anni, il numero di istituti di credito si è notevolmente ridotto da 533 nel 2012 a 141 per effetto di operazioni di fusione, in linea con le tendenze osservate negli altri principali paesi dell’area dell’euro (fonte: Relazione Banca d’Italia, 2022). Attraverso le operazioni di merge e acquisizioni si ricerca una maggiore efficienza operativa, si cerca di sfruttare le economie di scala e di scopo, legate alla diversificazione del modello di business. Al calo del numero degli intermediari bancari è corrisposto un incremento dell’attivo medio per banca o gruppo bancario, che è salito da circa 5 miliardi nel 2012 a oltre 24 nel 2021, considerata la dimensione degli operatori coinvolti nelle fusioni.

L’innovazione digitale favorisce l’evoluzione fintech

A fine del 2021 in Italia la quota di clienti bancari con accesso ai canali digitali è aumentata del 29% rispetto ai dieci anni precedenti, raggiungendo il 79%. Nello stesso periodo, il tasso di utilizzo di strumenti di pagamento elettronico è aumentato, così come attesta la crescita del numero di Pos adoperati per i pagamenti elettronici, quasi triplicato, da 1,5 a 4,1 milioni (fonte: Banca D’Italia, 2022).

E’ l’innovazione digitale ad avere trasformato lo scenario in cui operano le banche con l’entrata nel mercato di fintech e startup innovative e società tecnologiche, anche di grande dimensione (big tech), spesso in grado di offrire servizi in concorrenza con quelli degli intermediari tradizionali e in altri operano invece in collaborazione.

A questa evoluzione dei canali digitali corrisponde anche un incremento dei servizi e dei prodotti offerti online, dai prestiti ai servizi di consulenza e di trading e, non ultimi i servizi assicurativi.

L’innovazione digitale offre opportunità e vantaggi, ma pone di fronte le banche anche a diverse nuove sfide cui le banche devono far fronte: i rischi operativi e cibernetici (anche per l’estensione del perimetro e della filiera), ma anche la corretta gestione e il trattamento dei dati personali degli utenti, mentre dal punto di vista normativo la digitalizzazione richiede di ridisegnare il quadro regolamentare o da parte delle autorità centrali, europee e nazionali.

Gli investimenti in tecnologie digitali hanno rappresentato una delle principali risposte alla situazione di incertezza determinata dalla pandemia (66,7% dei rispondenti) non solo per supportare la transizione a nuovi modelli di lavoro ibridi, in cui lo smart working rappresenta dal 30% al 50% delle ore lavorative, ma anche per abilitare nuovi modelli di business e operativi. Lo dicono i numeri della Cio Survey, condotta intervistando i Cio di 11 dei principali gruppi bancari italiani, numeri che evidenziano come i piani industriali dei principali gruppi bancari attribuiscono alla digitalizzazione un ruolo strategico puntando su cloud, intelligenza artificiale e canali digitali per sviluppare un nuovo modello di banca e migliorare l’esperienza del cliente adeguando percorsi e offerta alle sue esigenze e aspettative.   

Banche e fintech, quali priorità per gli investimenti IT

Il settore bancario ha investito 8,7 miliardi di euro in Ict e anche nei prossimi due anni crescerà la spesa da parte della maggior parte dei Cio intervistati, non per effetto di un aumento della spesa per la gestione, ma per progetti innovativi. Soluzioni per il digital customer e cybersecurity sono le principali aree progettuali di investimento per le banche italiane. Il rafforzamento della strategia in ambito cybersecurity rappresenta un imperativo ineluttabile per tutte le aziende per contrastare la crescita delle minacce e garantire la sicurezza delle transazioni. 

Le soluzioni per il digital customer, citate dal 77,8% del campione, rappresentano una risposta alle attese dei clienti che chiedono alle banche un’offerta in linea con le proprie esigenze di mobilità. Non significa solo sviluppare nuove funzionalità su mobile app e home banking, ma adeguare i processi di onboarding e costruire nuovi prodotti che siano più semplici da sottoscrivere sui canali on line, integrando nell’offerta anche servizi di terze parti, ad esempio sul digital lending o sul money management, attuando il concetto di open banking. Decisamente interessante l’importanza attribuita agli investimenti progettuali negli advanced analytics dal 66,7% del campione, accompagnati da progetti di data governance e ridisegno dell’architettura dati. Ottimizzazione della proposizione commerciale per costruire offerte personalizzate, gestione dei costi operativi, compliance al risk management sono le finalità perseguite. I progetti in ambito big data e analytics rappresentano anch’essi un ambito di investimento con priorità strategica, tanto che l’88,9% delle banche dichiara di avere già in atto una strategia in ambito big data e advanced analytics e l’11,1% la sta sviluppando  

La transizione al cloud, già iniziata da qualche anno, riguarda un numero crescente di banche, con oltre il 55% dei Cio intervistati che dichiarano di adottare servizi di cloud IaaS e PaaS e il 44% orientato verso i servizi SaaS. Il progetto di migrazione, tuttavia, è lungo e complesso e richiede anche una progressiva modernizzazione delle applicazioni legacy che non sempre può avvenire attraverso la sostituzione con applicazioni SaaS, ma a seconda dei casi si potrà optare per la reingegnerizzazione o la containerizzazione, citata dal 55,6% del campione in quanto strumentale alla semplificazione dell’architettura, all’offloading e all’adozione di piattaforme di orchestrazione.

La trasformazione digitale comprende anche soluzioni per lo smart working e Rpa (Robotic Process Automation). Rappresentano importanti fattori per abilitare la trasformazione digitale. In particolare, l’adozione di Rpa e di soluzioni per l’automazione attraverso piattaforme di intelligent process automation consento di semplificare processi time consuming come l’erogazione del credito e la gestione della compliance, automatizzando task ripetitivi e riducendo i tempi di esecuzione.

Sono la valorizzazione del patrimonio dei dati e la definizione di una puntuale data governance che consenta di gestire il ciclo di vita del dato in tutte le sue fasi a dettare l’agenda. L’esigenza di implementare un’architettura che garantisca l’ownership e la quality del dato e la disponibilità di skill adeguati rappresentano per il 55,6% delle banche la principale problematica nell’attuazione della data strategy.  A tale proposito nei piani strategici si evidenzia l’esigenza di costruire degli hub di competenze sul mondo dati all’interno dell’organizzando, in considerazione dell’elevata strategicità che queste ricoprono per l’azienda.

Digitalizzazione e competenze

L’assunzione di nuove figure in diversi ambiti del digitale è una delle azioni previste per internalizzare competenze considerate strategiche per la nuova banca, questo perché competenze tecnologiche e risorse umane rappresentano uno dei fattori indispensabili per perseguire i progetti di innovazione e di digitalizzazione. In un contesto critico: i numeri di NetConsulting cube evidenziano come i gap di competenze tecnologiche per traguardare gli obiettivi digitali siano considerati ampi e diffusi dal 66,7% dei Cio intervistati e la cybersecurity resta tra gli ambiti in cui la mancanza di competenze è considerata maggiore.

Si tratta di un’area che è cresciuta molto in termini di investimenti e di esigenze negli ultimi anni, per cui si avverte l’esigenza di dotarsi di risorse interne. Cloud, governanceartificial intelligence/advanced analytics, gli altri ambiti in cui il gap resta importante per cui molte banche stanno investendo ritenendo questi, ambiti strategici in cui il knowhow debba essere costruito all’interno.

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