In Italia, il 68% dei business leader ha fiducia nella tecnologia e nell’innovazione digitale e più di uno su tre è consapevole dell’importanza della trasformazione in atto, anche se tende a rimandare le decisioni ad altri, mentre quasi l’80% degli executive del nostro Paese riconosce la tecnologia come driver per dare un contributo al miglioramento sia dell’efficienza operativa, sia delle competenze tecnologiche dei leader senior. Sono quindi solo parzialmente lusinghieri i numeri del Technology Proficiency Report commissionato da ThoughtWorks a Maru/Blue.

Alla base della ricerca, in questo caso, vi sono 969 interviste condotte nel mese di febbraio 2021 sulla C-suite e i business decision maker di realtà di 12 Paesi (Usa, Regno Unito, Germania, Cina, Australia, India, Brasile, Singapore, Italia, Romania, Finlandia e Paesi Bassi). Si tratta di aziende di diversi settori per il 60% con più di 1.000 dipendenti e per la restante percentuale di medie e piccole dimensioni (meno di mille dipendenti).

Nel nostro Paese, il 67% delle aziende dichiara di usare già le innovazioni tecnologiche per modernizzare il proprio business, ma tre realtà su dieci manifestano di essere “in una fase di avanzamento nel processo di digitalizzazione”, pur se in ritardo rispetto ai leader di settore.

Enrico Piccinin, head of growth, ThoughtWorks
Enrico Piccinin, head of growth, ThoughtWorks

“In Italia le aziende sembrano acquisire una sempre maggiore consapevolezza delle necessità di investire in tecnologia, ma bisogna migliorare ancora per essere davvero competitivi a livello internazionale, dove in Paesi come Cina, India, Brasile e Stati Uniti i livelli di competenza tecnologica sono più elevati”, commenta Enrico Piccinin, Head of Growth di ThoughtWorks.

Questo in un contesto, evidenziato dal report, per cui il 62% delle aziende italiane si aspetta che il proprio business continui a crescere nei prossimi sei mesi ed è pronto a sostenere la crescita puntando sulla trasformazione digitale. E’ una percentuale inferiore a quello della media globale (71%), ma anche pronta a concentrarsi sulla trasformazione digitale (dall’anno prossimo)  a partire da una strategia basata su dati e customer experience e con l’obiettivo di sempre, come si può immaginare: aumentare la redditività.

In particolare le aziende italiane, che affrontano e discutono temi di tecnologia a livello di consiglio di amministrazione almeno una volta al mese, trattano soprattutto temi quali la modernizzazione delle imprese (49%), la trasformazione digitale (47%), i dati (47%), la customer experience e il design (44%), la carenza di talenti (35%), mentre a livello mondiale le aziende con oltre 1.000 addetti ritengono sia fondamentale concentrarsi per crescere nei prossimi 12 mesi su digital transformation (60%), la customer experience (53%), la data strategy (54%) e il cloud (54%), con queste percentuali che tendono a diminuire con la dimensione delle imprese intervistate. 

La aree tecnologiche che richiedono più attenzione
La aree tecnologiche che richiedono attenzione da parte dei brand per riuscire a fare bene nel prossimo futuro (fonte: Technology Proficiency Report, ThoughtWorks, Maru/Blue)

Miglioramento dell’efficienza operativa, riduzione dei costi, lancio di nuove linee di servizi, l’aumento del numero dei clienti e il trasferimento di una parte maggiore del business online, sono invece le necessità prevalenti che “attivano” circa un terzo delle aziende nazionali intervistate. Le realtà sono consapevoli che la partita, nella competizione di mercato, si gioca sulla capacità di adottare le tecnologie più recenti (41%), l’agilità (39%) e gli aspetti etici (35%).  

Di fatto, in tutti i Paesi, la maggioranza dei 969 leader aziendali intervistati considera la tecnologia fondamentale per raggiungere i principali obiettivi di crescita della propria impresa ma le aziende in Italia hanno una prospettiva di crescita meno vivace rispetto ad Asia, Nord e Sud America, e circa un terzo (30%) delle imprese riporta una crescita stagnante. Un dato più alto rispetto al 21% delle imprese mondiali che dichiara di essere nella stessa situazione.

Per quanto riguarda, infine, la percezione sulla propria effettiva competenza, le aziende italiane si classificano al terzo posto (50%), dopo Brasile (58%) e Cina (54%), per ricerca e fluidità dell’informazione, mentre tra i paesi in cui le imprese hanno giudicato la loro competenza tecnologica superiore alla concorrenza spiccano gli Usa per creatività e innovazione (63%), il Brasile per comunicazione e collaborazione (62%).

Un dato importante, valido a livello globale come per gli spaccati nazionali nelle sue proporzioni: il 67% delle aziende si definisce tecnologicamente avanzata e dichiara di usare le nuove tecnologie nelle attività sia esterne sia interne per ottenere nuovi contratti, aumentare la redditività, gestire sistemi efficienti e attrarre i migliori talenti e di queste, l’82% prevede una crescita del business nei prossimi sei mesi. Tra le imprese che ammettono di fare un uso ancora limitato della tecnologia il dato però scende appena al 39%.

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