Il mercato degli asset digitali è cresciuto ed oggi comprende una serie nutrita di soluzioni e servizi che fanno leva sulle tecnologie blockchain. Una survey sulle aspettative dei consumatori, condotta dalla Banca Centrale Europea nei sei più importanti Paesi dell’area euro, già un paio di anni fa segnalava la diffusione di cripto-asset in almeno una famiglia su dieci, senza tuttavia nascondere come alcune diffuse cattive abitudini avessero contribuito a “raffreddare” gli entusiasmi al riguardo e alla crescita della sfiducia in queste economie. Rispetto anche solo al 2020, ora il mercato è più maturo e i sistemi di tokenizzazione incontrano l’interesse delle persone sulla base anche di più solide competenze. Reply, sulla scorta di analisi di studi di settore, articoli scientifici, brevetti, documenti e contenuti b2b pubblicati nel corso degli ultimi mesi – integrati con esperienze concrete dei suoi clienti, e registrati dalla piattaforma Reply Sonar – propone ora uno studio ad hoc che esamina le principali tendenze legate ai digital asset.
E’ possibile trasformare in un bene digitale tutto ciò che è “rappresentabile” ed archiviabile in forma binaria, una volta assegnato un valore ed una specifica proprietà. In particolare, allora, lo studio identifica quattro macrotipologie di asset digitali: i token di pagamento, i non-fungible token (Nft), gli utility token ed i security token.

I digital asset secondo Reply
Le quattro tipologie di digital asset, secondo Reply

Blockchain abilita la possibilità di tokenizzare diverse tipologie di beni, e generare token è ala base di qualsiasi processo di trasformazione del valore degli asset in digitale. Consiste nel portare beni e strumenti del mondo reale (non solo finanziari) su blockchain. Parliamo di un’opportunità prima non realizzabile, soprattutto per gli oggetti tradizionalmente di natura non liquida (per esempio le opere d’arte di particolare valore, ma anche determinate opere pubbliche). E’ possibile quindi sviluppare un network peer-to-peer senza intermediari che funge anche da rete decentralizzata, che consente tracciabilità end-to-end del bene, con possibilità di dimostrarne la proprietà in qualsiasi momento, potendo contare su registri “contabili” che documentano e semplificano ogni aspetto di conformità.

Gli Nft, acronimo che svela i Non-fungible token, sono quindi una rappresentazione digitale di beni reali o di beni nativamente digitali da collezionare o utilizzare in mondi virtuali. Questa economia trova già applicazione in diversi settori, tra cui la sfera della gestione degli asset ed il mercato delle opere d’arte. Al momento è davvero scarsa la regolamentazione in questo mercato che trova la maggior espressione del proprio potenziale all’interno del metaverso e che deve in parte la sua fortuna e conoscenza anche al mondo dei videogiochi, dove gli Nft sono conosciuti da diversi anni.

Timeline e hype dei digital asset (fonte: Reply, 2022)
Timeline e hype dei digital asset (fonte: Reply, 2022)

Il suo sviluppo – è facile immaginare – è direttamente legato anche alle conoscenze che il pubblico ha maturato relative ai pagamenti con le criptovalute e gli stablecoin: parliamo quindi della seconda macrocategoria individuata da Reply, ovvero quella dei payment token. In questo caso si tratta di valute non ancora emesse dai governi o altre istituzioni finanziarie, ma monitorate e organizzate su una rete decentralizzata che serve anche come libro mastro immutabile per ogni transazione.

Il rapido aumento della circolazione di questo tipo di asset, per il quale però solo nel corso del prossimo anno entreranno in vigore le prime cogenti regolamentazioni – ne abbiamo parlato in alcuni contributi – ha spinto nel tempo le banche centrali ad esperire la possibilità di generare le proprie valute digitali, ed anche la Banca Centrale Europea ha avviato lo sviluppo di progetti pilota di euro digitale, come digital currency.

Filippo Rizzante, Cto di Reply
Filippo Rizzante, Cto di Reply

Ulteriore applicazione delle tecnologie blockchain nella sfera della tokenizzazione sono gli utility token. Permettono di operare su una specifica blockchain per esempio nel caso delle operazioni di Initial Coin Offering (Ico). Oggi il loro più importante utilizzo si lega al riscatto di servizi e di prodotti digitali in uno specifico ecosistema (per esempio proprio il gaming online).

La perfetta rappresentazione digitale di un bene finanziario tradizionale è resa possibile infine dai security token. Si pensi ad azioni, obbligazioni, derivati: la loro rappresentazione digitale offre una serie di vantaggi tra cui una maggior flessibilità nel processo di creazione e distribuzione (interessante per esempio nei progetti di Pmi e startup).

La piattaforma Reply Sonar identifica tuttavia un interesse crescente per l’utilizzo dei sistemi di tokenizzazione anche in ambiti originali come la digitalizzazione dei crediti di carbonio che riguardano un mercato tipicamente poco trasparente e inefficiente. Spiega Reply in questo caso che “la tecnologia blockchain potrebbe rivoluzionare il lato monetario del ciclo di vita di una compensazione di carbonio tokenizzandone i crediti”. Filippo Rizzante, Cto di Reply: “Oggi Reply sta già supportando le richieste di diverse istituzioni finanziarie, così come alcuni importanti player della sanità, dell’energia, della moda o della pubblica amministrazione, nell’adozione di asset digitali abilitata da una crescente maturità del quadro normativo e dall’intenso lavoro delle banche centrali sulle proprie valute digitali”. Si parla sì di un’economica in crescita per quanto, dati alla mano, all’interno dei sistemi finanziari globali, gli scambi di digital asset rappresentino ancora meno dell’1% degli scambi dei sistemi finanziari nella loro totalità.

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