Ci sono un paio di eventi che in questa prima metà di giugno meritano attenzione lato pubblica amministrazione. Hanno tutti i presupposti per poter accelerare la modernizzazione e il processo di trasformazione digitale della PA: da una parte si parla del tema evergreen della facilitazione dei rapporti tra cittadini e stato, dall’altra dell’impegno preso dalla PA verso il cloud, per svecchiare infrastrutture nazionali e mettere in sicurezza sistemi, dati e applicazioni. 

Andiamo per ordine.

1 . Il 6 giugno è nato Inad, l’Indice Nazionale dei Domicili Digitali. Di che si tratta? Di una piattaforma sulla quale ogni cittadino può registrare il proprio domicilio digitale, un recapito virtuale dove ricevere tutte le comunicazioni ufficiali da parte della pubblica amministrazione, valido ai fini delle comunicazioni elettroniche aventi valore legale. In pratica dove ricevere rimborsi fiscali, detrazioni d’imposta, accertamenti, verbali di sanzioni amministrative…
Per attivarlo, cittadini maggiorenni, professionisti non organizzati in ordini, albi o collegi, enti di diritto privato devono collegarsi al sito https://domiciliodigitale.gov.it (accedendo con Spid, Carta d’Identità Elettronica o Carta Nazionale dei Servizi) e inserendo il proprio recapito certificato, attivato in precedenza (ad esempio un indirizzo Pec). “Un canale semplice e immediato per ricevere le comunicazioni ufficiali da parte della PA, con un risparmio significativo di tempi e costi”, precisa Alessio Butti, sottosegretario della presidenza del consiglio dei ministri con delega all’innovazione tecnologica.

Inad – nato dalla collaborazione fra Agid, Dipartimento per la trasformazione digitale e Infocamere che ha realizzato la piattaforma – invierà tutte le comunicazioni della pubblica amministrazione con valore legale direttamente nella casella di posta indicata dal cittadino, con conseguente risparmio di tempo e documenti cartacei, e garantirà alla PA un sistema di comunicazione centralizzato più efficiente, automatizzato e sicuro. “Il domicilio digitale – continua Butti – insieme alla Piattaforma Notifiche, ci consentirà di compiere un passo avanti fondamentale per la digitalizzazione del Paese e la semplificazione dei rapporti tra cittadini, imprese e pubblica amministrazione”.

Fra un paio di settimane, a partire dal 6 luglio, le PA inizieranno ad utilizzare il domicilio digitale per tutte le comunicazioni con valenza legale (se il soggetto a cui inviare la comunicazione è presente nell’elenco) e chiunque potrà consultare il registro dall’area pubblica del sito, senza necessità di autenticazione, inserendo semplicemente il codice fiscale della persona di cui vuole conoscere il domicilio digitale. Il registro sarà inoltre consultabile dalle PA attraverso apposite interfacce, rese fruibili mediante la Piattaforma digitale nazionale dati (Pdnd), attualmente in ambiente di test.

Inad
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2 – Il secondo fatto di questo inizio mese riguarda la migrazione verso il cloud da parte della PA centrale.
Sono oltre 40 le pubbliche amministrazioni che hanno inviato la richiesta di partecipazione all’avviso promosso dal Dipartimento per la trasformazione digitale, per migrare in cloud dati e servizi, facendoli atterrare nel Polo Strategico Nazionale (Psn), dopo il completamento della prima fase di strutturazione del Psn avviata lo scorso dicembre (Pnrr, Missione 1.1 Infrastrutture digitali). “L’importante adesione delle pubbliche amministrazioni centrali  a questo primo avviso dimostra che il sistema Paese è pronto per compiere un cambio di passo chiave nella gestione dei dati e dei servizi pubblici – incalza Butti -. Continueremo a lavorare al fianco del Psn per potenziare le amministrazioni italiane con tecnologie cloud innovative, semplificando la vita di cittadini e imprese attraverso servizi digitali più moderni e sicuri”.

La Missione 1.1 del Pnrr mette a disposizione 900 milioni di euro per la messa in sicurezza degli asset strategici della PA e per la migrazione nel Polo Strategico Nazionale di PA centrali e strutture sanitarie. Le 40 strutture pubbliche potranno usufruire ora di 157 milioni di euro per migrare i propri sistemi, applicazioni e dati, mentre i restanti fondi previsti saranno erogati in fasi successive fino alla completa assegnazione dei 900 milioni di euro. “I risultati conseguiti grazie a questo primo avviso segnano una ulteriore tappa del percorso intrapreso da Psn nell’ambito della strategia Cloud Italia commenta Emanuele Iannetti, amministratore delegato di Polo Strategico Nazionale. Si è lavorato intensamente con le PA coinvolte dal primo avviso sviluppando progetti di trasformazione digitale che produrranno benefici rilevanti in termini di impatto sulla sicurezza, l’innovazione e la sostenibilità.
Il tema della modernizzazione della PA è complesso, soprattutto da un punto di vista culturale e di change management. Lo sappiamo. Ma cogliamo i passi avanti quando ci sono. 

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