La concentrazione di media partnership nel mese di ottobre, per Inno3, è stata davvero alta. E questo impegno ci ha portato (oltre a un carico di lavoro indubbio) a riflettere sull’importanza di stringere partnership editoriali con eventi che hanno nel loro “statuto” l’impegno ad accrescere la consapevolezza del digitale come leva per svecchiare, innovare, trasformare, mettere in sicurezza, innestare grandi trasformazioni (sociali ed economiche) in tutti i settori. Ha senso?

Li elenco, perché visti insieme nel loro complesso questi eventi fanno percepire quanta energia hanno drenato nell’organizzarli, seguirli, moderarli, scrivere, ascoltare, imparare. Raccogliere interviste e insight per le prossime settimane.

Da inizio mese (e siamo solo al 9 ottobre) si sono susseguiti il Cybertech Europe a Roma dove è ormai chiaro a tutti che il tema della sicurezza cyber richiede una regia coordinata tra privato e pubblico per arginare le minacce di un pericolo in crescita; la Milano Digital Week nella nostra città che ha portato temi come AI, inclusione, superamento dei limiti, competenze in piazze, teatri, uffici e scuole; il Canalys Forum Emea a Barcellona che ci ha ricordato l’importanza dell’ecosistema, ma di un ecosistema competente, per dare vita a servizi innovativi e progetti di innovazione, non solo di puro ammodernamento della tecnologia; il Digital Health Summit a Milano che ha posto l’accento – tra Cio e direttori generali – sul tema della sanità digitale come grimaldello per innovare un comparto che è una delle principali missioni sui cui insiste l’Europa.

Tutti eventi che si sono svolti in questi giorni, alcuni ancora in corso.

Ora, mi chiedo: ha senso insistere sulle media partnership, guardando al carico di lavoro e al coinvolgimento di team (analisti, redazioni, marketing) per gestire tutte le sfaccettature che le media partnership richiedono? Me lo chiedo ogni anno ma, alla fine delle maratone media, la risposta che ne scaturisce è sempre un sì. 

Non guardo al ritorno di immagine che la media partner dà (ovviamente importante), ma alla risonanza che media partnership ben curate possono dare ai contenuti, perché si tratta in sintesi di una collaborazione, di un’alleanza tra più parti per dare risonanza maggiore a un “grande” tema, rispetto a quanto si potrebbe fare da soli. Il senso di competizione tra testate concorrenti viene meno tra media partner – ci credo proprio – perché più siamo, più accresciamo la consapevolezza dell’importanza del digitale. Dove c’è spazio per più media il mercato è più sano. Che senso ha il concetto di esclusiva nel nostro settore, su temi cosi cruciali che impattano aziende, sanità, amministrazioni? 

Questa settimana auguro buon Digital Health Summit a tutti colleghi e partner chi ci hanno creduto (anche agli altri media partner che oltre a Inno3 seguiranno la manifestazione). Per la seconda metà del mese, ci aspettano altre media partnership, ahimè ma, ne sono convinta… ne vale la pena.

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