Arriva puntuale a inizio luglio la presentazione del Rapporto Anitec-Assinform, lo studio dell’Associazione di Confindustria delle principali aziende dell’Ict che fotografa la situazione del mercato digitale in Italia, da ben 46 anni. E arrivano non solo consuntivi e previsioni, numeri passati e futuri, ma anche un’analisi attenta del momento che stiamo vivendo (come paese, aziende, cittadini, PA) e delle potenzialità del digitale sull’andamento dell’economia, alla luce dello scenario di incertezza attuale.
“In questo quadro il 2022 è stato per il mercato digitale in Italia un anno di transizione, di passaggio – esordisce Giancarlo Capitani, presidente di NetConsulting cube che ha realizzato la ricerca – perché seppure la crescita del mercato ci sia stata a ritmi meno intensi del 2021, è rilevante osservare il cambiamento della natura della spesa stessa. Si è passati da una fase di digitalizzazione accelerata di natura reattiva e resiliente, caratterizzata da acquisti consistenti di pc e di cloud in risposta all’emergenza Covid (che aveva visto il mercato crescere del 5,3% nel 2021, ndr) ad una fase di digitalizzazione più strategica, governata e matura, che registra una crescita del 2,4% nel 2022, con un valore complessivo del mercato digitale pari a 77,1 miliardi di euro”.

Digitale per Crescere 2023
Digitale per Crescere 2023

E’ la situazione economica generale e il contesto geopolitico a preoccupare. “Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da eventi eccezionali e inattesi: la pandemia e lo scoppio del conflitto in Ucraina hanno portato con sé, da un lato, misure straordinarie come il Next generation EU, dall’altro l’aumento dei costi dei prodotti energetici, la crescita dell’inflazione e il rialzo dei tassi – esordisce Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform -.

Digitale per Crescere 2023 - Marco Gay, presidente Anitec-Assinform
Digitale per Crescere 2023 – Marco Gay, presidente Anitec-Assinform

Un contesto complesso al quale ogni giorno famiglie e imprese fanno fronte erodendo la voce investimenti nei bilanci. Nonostante ciò, il 2022 ci consegna un mercato digitale in aumento, che ha raggiunto un valore superiore a 77 miliardi di euro. La trasformazione digitale si conferma una leva economica significativa e il suo ruolo nella ripresa economica del Paese è stato e sarà sostanziale, soprattutto adesso. Dobbiamo spingere su interventi anticiclici, portando avanti le riforme e le politiche pubbliche che consentano all’innovazione di fiorire, in un contesto competitivo, dando spazio ai giovani e ai loro talenti”.

La crescita digitale di qualità

Una crescita più modesta rispetto al 2021 – anche inferiore al Pil nazionale +3,7% – perché il Pnrr non ha dato il contributo atteso e i segmenti dei dispositivi-sistemi e dei servizi di rete hanno subìto importanti rallentamenti. Il primo perché, dopo la crescita impazzita del +9,1% nel 2021 per l’acquisto di tecnologie legate allo smart working, ha registrato un calo dell’1% nel 2022 (20,9 miliardi di euro) mentre il secondo non ha fatto che confermare un trend di decrescita legato alla competizione tariffaria che ci assilla da anni (-2,7%, 18,2 miliardi di euro, anche se con una percentuale migliore rispetto al 2021).

Digitale per Crescere 2023 - Giancarlo Capitani, presidente NetConsulting cube
Digitale per Crescere 2023 – Giancarlo Capitani, presidente di NetConsulting cube

Se guardiamo i trend positivi, la crescita del 2,4% è dovuta essenzialmente a quattro driver: una diffusa migrazione al cloud, sia infrastrutturale che applicativo, che cresce oltre il 20% e traina la crescita dell’8,5% dei servizi IT; gli investimenti in cybersecurity; le soluzioni innovative per la customer e l’employee experience; l’utilizzo di strumenti avanzati per l’analisi dei big data in uno scenario in cui al dato viene assegnato un valore sempre più strategico. “Un tasso di crescita 2022 meno intenso del 2021 ma con maggiore qualità sottolinea Capitani.

“Se guardiamo ai settori economici per capire quali hanno contribuito alla crescita del mercato digitale – continua – vediamo che il settore della PA, essendo meno influenzato da variabili congiunturali rispetto al privato, è stato quello in cui la spesa e gli investimenti in digitale sono cresciuti maggiormente, con un aumento del 10,5% nella PA centrale e del 9,6% nella PA locale, con +10% in sanità”.

Digitale per Crescere 2023
Digitale per Crescere 2023

Buoni incrementi anche in altri grandi settori (banche +7%, assicurazioni +6,5%) ma rimangono confermati i forti gap interni tra grandi e piccole imprese. Se per le prime la spesa è cresciuta del 5,9%, per le piccole solo del 2,5%. Allo stesso modo la spesa digitale nel settore finance cresce in media del 7% ma con grandi differenze tra grandi e piccole banche. L’industria ha senza dubbio subito un rallentamento della crescita per effetto del conflitto russo-ucraino e in particolare per l’aumento dei prezzi energetici e delle materie prime ma ha retto il colpo (+4,4% e 8,9 miliardi di euro).  “Usciamo da anni di crisi praticamente permanenti, ma l’industria ha retto il colpo come testimonia anche il record di export (+9%) – precisa Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria -. Stiamo lavorando sull’accorciamento delle filiere che chiamano in causa il digitale perché le tensioni geopolitiche hanno dimostrato la necessità di differenziare gli approvvigionamenti, di creare micro supply chain flessibili a livello regionale per minimizzare i rischi di interruzione di materiali.

Digitale per Crescere 2023 - Vincenzo Boccia
Digitale per Crescere 2023 – Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria

Le aziende hanno adottato un approccio agile e flessibile per proteggere le filiere integrate. Il digitale ha da anni avviato questo trend che accompagna la trasformazione dei modelli di business”. Più i contesti organizzativi aumentano di dimensioni, maggiore è la spesa destinata alla digitalizzazione: nel 2022 l’incremento è stato del 2,5% per le piccole imprese, del 4,1% per le medie e del 5,9% per le grandi, a conferma della correlazione tra dimensioni aziendali e spesa digitale.

“Questi andamenti mostrano con grande evidenza come la capacità di resilienza attraverso il digitale sia stata molto differenziata tra grandi e piccole organizzazioni e come la fase emergenziale abbia ulteriormente aumentato il ritardo di digitalizzazione di queste ultime, delle piccole – aggiunge Capitani -. Le stesse dinamiche si sono registrate a livello territoriale, tra macroregioni: Nord Ovest e Centro, che rappresentano il 62% della spesa complessiva, registrano una crescita del mercato di circa il 3% contro l’1,7% del Nord Est, territorio nativo di pmi e, particolarmente grave, contro lo 0,5% del Mezzogiorno. Sarà dal basso che si dovranno sviluppare le condizioni di sviluppo del futuro”. 

Digitale per Crescere 2023
Digitale per Crescere 2023

Transizione digitale e responsabilità

Per trarre un primo bilancio, l’emergenza ha lasciato come eredità un Paese dove il 41% delle imprese ha aumentato il proprio grado di digitalizzazione, ma nel 43 % delle imprese il tasso di digitalizzazione è ancora basso, addirittura molto basso nel 29,6% delle realtà. “C’è ancora molto da fare per aumentare il grado di maturità digitale del nostro Paese – sostiente Capitani -. Per questo definisco il 2022 un anno di transizione tra patrimonio acquisito durante il Covid e il potenziale avvio di un nuovo ciclo di investimenti digitale a supporto dello sviluppo del Paese”. Sviluppo che verosimilmente, considerata l’attuale situazione di incertezza dello scenario macroeconomico ancora fortemente dominato da inflazione, elevato costo del denaro, conflitti internazionali, riesce ancora ad avere una previsione positiva.

“La nostra previsione è ottimistica: il mercato dovrebbe registrare tassi crescenti dal 3,1% del 2023 al 5,5% del 2026, ma a tre condizioni – puntualizza -: che la realizzazione dei progetti digitali previsti nel Pnrr diano un contributo incrementale alla crescita spontanea e organica del mercato; che questa crescita faccia da supporto alla innovazione digitale delle imprese e delle PA ma si estenda in modo diffusivo anche alle Pmi e ai territori in ritardo; che la crescita faccia leva sui prodotti e servizi digitali più innovativi contribuendo a innovare anche i sistemi informativi attuali nella PA e nelle imprese”.

“Servirebbero un grande piano per Industria 5.0 che ha alla base i temi del digitale, non a caso il Pnrr ha molti capitoli in questo ambito – incalza Boccia -. Noi insistiamo da tanto tempo sulla necessità di una operazione verità: stiamo indebitando le generazioni future su progetti che non riguardano la crescita del Paese. La direzione deve essere quella della crescita: per questo il Pnrr deve esse implementato nel modo giusto nei prossimi giorni, non nei prossimi mesi”.

Digitale per Crescere 2023
Digitale per Crescere 2023

Quali tecnologie guideranno il futuro

Le tecnologie Digital Enabler saranno i principali motori del mercato da oggi al 2026 destinati ad essere incorporate nelle innovazioni dei principali processi aziendali, nelle supply chain, e negli ecosistemi che toccano anche le Pmi. Cresceranno in particolari alcuni segmenti già oggi dimensionalmente rilevanti, come il cloud (+24% per 5,2 miliardi di euro), l’Iot e le stesse applicazioni mobile per il mondo business. Ma un’altra leva di crescita del mercato sarà rappresentata dall’ adozione pervasiva di strumenti di cybersecurity la cui spesa è cresciuta del 14,8% nel 2022 per un valore di 1,6 miliardi di euro, a fronte di un aumento del 169% degli attacchi subiti. “Il 7,6% degli attacchi sferrati ha avuto successo, un dato più che raddoppiato rispetto al 2021. Questo fa capire come gi investimenti in sicurezza siano un percorso obbligato che dovrà essere seguito da tutte le organizzazioni, grandi e piccole” precisa Capitani.

Un ruolo ancora più importante sarà giocato dall’intelligenza artificiale che al di là del grande interesse mediatico che sta suscitando in questo periodo, soprattutto nella sua versione generativa, è già oggi al centro dell’attenzione di imprese (soprattutto grandi e pubbliche amministrazioni) che stanno conducendo sperimentazioni in vari ambiti. “E’ un mercato nascente, di dimensioni ancora ridotte, che è cresciuto del 32,4% nel 2022 (435 milioni di euro), destinato a crescere esponenzialmente nei prossimi anni a tassi rilevanti e, dato il suo potenziale dirompente anche per questioni etiche, va regolato entro un quadro normativo ben preciso”. L’AI Act approvato dalla Commissione Europea lo scorso 14 giugno, e che entrerà in vigore nel 2024, è un passo decisivo in questa direzione.

Digitale per Crescere 2023
Digitale per Crescere 2023

Le sfide al 2026

Saranno da colmare i ritardi e affinare gli strumenti per accompagnare le imprese e le PA nel processo di innovazione digitale essenzialmente per fronteggiare tre sfide. La più importante è la sfida delle competenze, il cui gap è crescente in relazione al processo di diffusione della digitalizzazione nel Paese. “Le rare competenze sulle nuove tecnologie sono sempre più contese sul mercato del lavoro e il loro costo crescente le rende inaccessibili alle Pmi, di fatto aumentando il loro ritardo e rallentando il processo di digitalizzazione del Paese – puntualizza Capitani -. Quindi il sistema pubblico della formazione (Università e Its) deve provvedere a innovazioni profonde nei contenuti dei corsi e nelle competenze dei docenti, cosa che avviene con eccessiva lentezza oggi. Occorre anche che la cultura digitale del Paese e le competenze digitali di base compiano un salto di scala”. 

La seconda sfida è quella della trasformazione digitale della PA: oggi esistono molte iniziative innovative in atto ma si configurano più a silos, come sommatoria di singoli progetti. Serve un piano organico e sistemico in cui tutti gli enti convergano, configurando  una piattaforma di innovazione digitale per le imprese e i cittadini. “I progetti in essere come Pago PA, Polo strategico nazionale (Psn), 3-I Spa, Spid, Agenzia cybersicurezza nazionale (Acn) vanno tutti in questa direzione ma la loro convergenza in un progetto sistemico deve essere accelerata eliminando anche le attuali sovrapposizioni che esistono tra competenze in campo tra i vari enti, il tutto supportato da una potente regia, da una forte governance. Perché obiettivo finale è rendere facile l’utilizzo dei servizi da parte dei cittadini, promuovere il citizen engagement”.

Digitale per Crescere 2023
Digitale per Crescere 2023

E infine, sembra ovvio ma non lo è, la sfida più complessa sarà la capacità, ancora oggi scarsa, di utilizzare le risorse del Pnrr finalizzandole a progetti di trasformazione strutturale, anche attivando partenariati pubblico-privato, per mettere a terra le risorse. “Ma questo richiede da subito, a chi guida il Paese, una forte capacità di visione e di governance trasformando i tanti e frammentati progetti finanziabili previsti nel Pnrr in un piano organico che assomigli a un piano di politica industriale, che guidi la crescita del Paese nei prossimi anni, basandola sul digitale”.

Nel 2023 la crescita del mercato digitale aumenterà (+3,1%) e nel 2024 (+4,3%) tornerà a essere superiore a quella dell’economia nel suo complesso. Le stime relative ai tre anni successivi (2024-2025-2026), se le sfide appena dettagliare saranno ben gestire, parlano di una crescita media annua del mercato digitale nel periodo 2022-2026 del 4,5%, fino a raggiungere quasi i 92 miliardi di euro nel 2026.Un mercato che genera occupazione – conclude Gayma richiede competenze larghe, perché il nostro settore ha bisogno di competenze e risorse, con una visione corale e unita che non lasci indietro nessuno. Nel nostro mondo non mancano le opportunità di lavoro, manca un piano di azione che metta nelle condizioni di preparare ciascuno di noi in un mondo che cambia rapidamente”.

L’uso del digitale è un elemento di visione. “C’è un dibattito strano in questo paese. Non ho mai visto leader pessimisti – argomenta Boccia – ma in molti dibattono se sia meglio la recessione che l’inflazione. Io penso che dobbiamo portare il dibattito su un altro livello: non scegliere fra due negatività ma ragionare su come il digitale possa rilanciare il paese. E’ vero: l’aumento del costo dei prezzi delle materie prime e dell’energia accompagnati dall’aumento dei tassi di interesse portano a un effetto recessivo e questo deve aprire un grande dibattito su scelte politiche, monetarie e economiche. Ma anche sul digitale, uno dei driver anticiclici dell’andamento economico”.

Qualche numero aggiuntivo. Nel mercato digitale – che ha consolidato come detto nel 2022 una crescita del 2,4% con un valore complessivo di 77,1 miliardi di euro –  l’aumento più rilevante ha riguardato i Servizi Ict (+8,5% e 14,8 miliardi di euro), sostenuto principalmente dai servizi di cloud computing e di cybersecurity. Andamenti particolarmente positivi si sono avuti nel segmento dei contenuti e pubblicità digitali (+6,3% e 14,5 miliardi di euro) e in quello del software e soluzioni Ict (+6,2% e 8,6 miliardi di euro). I prodotti e i servizi più innovativi, ovvero Digital Enabler e Transformer, avranno un incremento medio annuo nel periodo 2022-2026 di circa il 12,8%.

Leggi tutti gli approfondimenti dello Speciale Mercato Digitale in Italia 2023

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Condividi l'articolo: