E’ un lavoro di squadra e ‘trans-nazionale’ quello in fase di avvio per portare la piena connettività nel tunnel del Fréjus. Si tratta di sviluppare l’infrastruttura 5G e di avviare quindi lo studio di fattibilità finalizzato a individuare opere, criticità e costi necessari per garantire una copertura con tecnologia 5G dei due tunnel di collegamento tra il Piemonte e l’Italia con la Francia.

Il contesto e la sfida

Un lavoro articolato e complesso, si può immaginare. La richiesta di una completa copertura 5G e assicurare connessioni di rete in fibra ottica ad alte prestazioni alle reti trans-europee di trasporto (con le tecnologie Vhcn) richiede di assicurare non solo la copertura di strade e autostrade ma anche delle gallerie – sia ferroviarie che stradali – che fanno parte delle ‘arterie logistiche’ che collegano i vari Paesi europei. in particolare lo studio per il traforo del Fréjus, che fa parte del corridoio Mediterraneo delle reti trans-europee di trasporto (Ten-T), dispone del cofinanziamento europeo al 50% da parte dell’agenzia esecutiva HaDea della Commissione Europea. L’obiettivo principale, co-finanziato dal programma della Comunità denominato Connecting Europe Facility (Cef-2 Digital), è migliorare le infrastrutture per la connettività digitale e promuovere rapida diffusione e adozione di reti ad altissima velocità, compresi i sistemi 5G, all’interno delle infrastrutture di trasporto dorsali in tutti i territori UE. Un tema ‘caldo’ anche nei giorni di Mwc 2024 e riportato all’attenzione anche dal commissario Thierry Breton.

Il metodo

Lo studio per il Fréjus, che dovrebbe terminare a giugno 2024 dopo un semestre di lavoro, fa parte dei progetti assegnati a dicembre 2022. In particolare, l’assegnazione riguarda Cellnex Italia. Con la sede francese, la società del gruppo Cellnex Telecom contribuirà allo studio di fattibilità che coinvolge anche Accenture e Open Fiber, insieme alle società del Gruppo FS Italiane Rete Ferroviaria Italiana e Anas ed in collaborazione con il ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), la Regione Piemonte e l’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (Inrim). Si studieranno le opere necessarie per assicurare connettività 5G sia nel tratto autostradale A32 che comprende il Traforo del Fréjus T4 (per un totale di 12,87 km), sia nel tratto del tunnel ferroviario del Fréjus (il più antico d’Europa, per una lunghezza pari a 13,7 km), con soluzioni 5G aperte a tutti gli operatori di telefonia mobile

La soluzione

Per quanto riguarda la suddivisione degli incarichi sul progetto di studio e le tecnologie,  Accenture lavorerà alla definizione delle implicazioni tecnologiche del progetto attraverso casi d’uso, con valutazioni sull’installazione di sistemi di telecomunicazione sicuri, connessi e digitali che ospiteranno le antenne di tutti gli operatori mobili e altri servizi innovativi, come i sensori IoT, la realizzazione di impianti Das (Distributed Antenna System) e Small Cell dedicati ad assicurare copertura di segnale (dati e voce) all’interno dei due tunnel. Gli impianti Das sono costituiti da una rete di mini-antenne a minimo impatto visivo ed elettromagnetico e forniscono copertura in ambienti indoor, dove il segnale cellulare fatica ad arrivare. Serve utilizzare le tecnologie più recenti in grado di consentire l’utilizzo delle Smart Road e la realizzazione di reti Cooperative Its (C-Roads) V2X per la comunicazione di informazioni di viabilità agli autoveicoli predisposti.

Mauro Giancaspro
Mauro Giancaspro, direttore Technology Innovation & Digital spoke di Anas

“Anas – spiega Mauro Giancaspro, direttore Technology Innovation & Digital spoke di Anas (società del Polo Infrastrutture del Gruppo FS Italiane) – è coinvolta nello studio al fine di valutare e identificare aree dove poter ospitare apparati di telecomunicazione nei tratti stradali che si trovano nelle adiacenze del traforo del Fréjus (SS335)”.
Sulla base della propria esperienza in ambito Smart Road, Anas è coinvolta anche nel supporto per la gestione legale e amministrativa delle installazioni e per la fase di progettazione delle opere civili preliminari alla posa in opera della fibra ottica e all’uso della tecnologia Das, per assicurare connettività in luoghi difficilmente accessibili. 

Lo studio deve riguardare inoltre il monitoraggio dei sistemi radiomobili per la rilevazione dello stato operativo del servizio di chiamata, in particolare all’interno delle gallerie.

Luca Luciani, Cellnex
Luca Luciani, Ceo di Cellnex Italia

Task che richiedono “soluzioni proprietarie come Teze, un Sos virtuale in grado di monitorare i sistemi radiomobili e lo stato operativo del servizio di chiamata di emergenza all’interno delle gallerie – spiega Luca Luciani, Ceo di Cellnex Italia che prosegue – l‘implementazione della copertura 5G servirà, inoltre, a fornire alle zone interessate dallo studio, e ai suoi residenti sia italiani che francesi, la possibilità di ottenere reti di comunicazione a basso impatto ambientale, più efficienti e con velocità più elevate in grado di ridurre il digital divide esistente e offrire maggiori opportunità di sviluppo e competitività”. 

In previsione si pensa anche a come preparare l’infrastruttura, oggi, in modo che sia in grado di assecondare, domani, lo sviluppo e rendere possibile l’utilizzo futuro delle tecnologie per la guida autonoma. Ed in previsione rientra anche la programmazione con il dovuto anticipo delle tecnologie di comunicazione quantistica in modo da realizzare un’infrastruttura in fibra ottica di collegamento tra l’Italia e la Francia pronta ad ospitare i sistemi che si basano sul calcolo quantistico.

Pietro Asinari Inrim
Pietro Asinari, direttore scientifico Inrim

Un punto questo che Pietro Asinari, direttore scientifico Inrim, riprende così: “La Commissione Europea, con l’iniziativa EuroQci (European Quantum Communication Infrastructure), si è proposta di erogare servizi in questo settore tecnologico entro la fine del decennio. Occorre quindi che gli studi sulle grandi infrastrutture di mobilità possano comprendere anche questo ambito di innovazione”. L’Inrim coordina la realizzazione di EuroQci in Italia con il progetto Quid, che comprende l’attività sulle infrastrutture digitali. “In Italia così come in Francia – prosegue Asinari la possibilità di essere parte attiva nelle reti di comunicazione a più elevato contenuto di innovazione, offrendo all’Unione Europea il presidio del collegamento transfrontaliero con le tecnologie quantistiche nelle grandi infrastrutture continentali è fondamentale”.

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