Ha integrato l’Indice dell’economia e della società digitale (Desi Index) il primo Rapporto sullo stato del Decennio Digitale 2023, elaborato dalla commissione europea per misurare i progressi dell’Europa in tema di trasformazione digitale e valutarne la postura come continente digitalmente sovrano, resiliente e competitivo”.

Un rapporto (frutto di un monitoraggio annuale) che, oltre a fotografare lo stato di fatto, dà raccomandazioni ai singoli Paesi su come raggiungere gli obiettivi comuni definiti dal Piano Europa 2030 e dal Digital Decade Policy Program (Ddpp). Essenzialmente con quattro impegni: accrescere le competenze digitali per avere popolazioni e professionisti digitalmente qualificati, realizzare infrastrutture digitali sicure e sostenibili, attuare la trasformazione digitale delle imprese e la digitalizzazione dei servizi pubblici. “L’Europa mira a dare potere alle imprese e alle persone in un futuro digitale incentrato sull’uomo, sostenibile e più prospero” recita la Dichiarazione europea sui diritti e principi digitali (approvata nel dicembre 2022), che il Rapporto monitora.

Come ne esce l’Europa dal Report on the state of the Digital Decade 2023? E come ne esce l’Italia?

Partiamo dall’Europa

1 – Infrastruttura digitale – Rispetto all’obiettivo 2030 (connessione sicura e copertura Gigabit disponibile per tutti con reti 5G performanti in tutte le aree popolate) attualmente le reti in fibra – fondamentali per fornire connettività Gigabit – raggiungono solo il 56% delle famiglie, mentre la copertura 5G si attesta all’81% della popolazione, scendendo al 51% nelle zone rurali (che nel 55% dei casi non sono ancora servite da nessuna rete avanzata e nel 9% neanche da rete fissa). Il 5G non è ancora all’altezza delle aspettative degli utenti finali e delle esigenze del settore.
Servono per la piena copertura ulteriori investimenti fino ad almeno 200 miliardi di euro, e l’impegno degli stati membri a mappare i propri divari di connettività ed esplorare finanziamenti privati in aree che non sono commercialmente sostenibili, comprese le aree rurali e remote.

Il punto sui progressi verso il 2030 - Fonte: 2030 Digital Decade - Report on the state of the Digital Decade 2023
Il punto sui progressi verso il 2030 (fonte: 2030 Digital Decade – Report on the state of the Digital Decade 2023)

2 – Semiconduttori: Rispetto all’obiettivo 2030 (raddoppio del valore della produzione globale di semiconduttori per arrivare a una quota di mercato del 20% rispetto all’attuale 10%), gli stati europei dovrebbero promuovere politiche e investimenti nella produzione di chip nazionali, seguendo le raccomandazione dell’European Chips Act, entrato in vigore il 21 settembre 2023, per sviluppare l’ecosistema di semiconduttori in Europa in tutti i settori.

3 – Digitalizzazione delle imprese – La situazione è molto distante dai tre obiettivi fissati da Ddpp per favorire la digitalizzazione delle imprese al 2030 (almeno il 75% delle imprese con servizi di cloud computing, big data e/o intelligenza artificiale; il 90% delle Pmi con almeno un livello base di intensità digitale; il raddoppio degli unicorni, aziende con una valutazione superiore a 1 miliardo di euro). 
Stando ad oggi, entro il 2030 solo il 66% delle aziende utilizzerà il cloud, il 34% i big data e il 20% l’intelligenza artificiale. Inoltre, solo il 69% delle Pmi dell’Unione raggiunge un livello base di intensità digitale, con progressi disomogenei e insufficienti tra gli stati membri. Per migliorare l’adozione della tecnologia, i Paesi dovrebbero sensibilizzare l’opinione pubblica sui vantaggi della digitalizzazione delle imprese, nonché promuovere e sostenere i poli europei dell’innovazione digitale (Edih). Il dato degli unicorni è interessante: il numero di aziende con sede nell’UE è aumentato, ma con forti differenze con le altre economie avanzate. A inizio 2023 si contavano 249 unicorni con sede nell’UE, rispetto a 1.444 negli Stati Uniti e a 330 in Cina.

Il punto sui progressi verso il 2030 - Fonte: 2030 Digital Decade - Report on the state of the Digital Decade 2023
Il punto sui progressi verso il 2030 – Fonte: 2030 Digital Decade – Report on the state of the Digital Decade 2023

4 – Digitalizzazione dei servizi pubblici – Seppure in crescita, gli obiettivi fissati di arrivare al 100% della digitalizzazione di imprese e servizi ai cittadini da parte della PA entro il 2030 vedono divari tra stati membri, alcuni ben posizionati per realizzare la completa digitalizzazione dei servizi pubblici e delle cartelle cliniche, oltre che l’introduzione dell’identità digitale per i cittadini. Altri lontani. Sono necessari investimenti per migliorare la disponibilità e il portafoglio europeo di identità digitale che dovrebbe essere completato entro il 2030.

5 – Competenze digitali – L’impegno al 2030 (consolidare le competenze digitali di base in almeno l’80% della popolazione di età compresa tra 16 e 74 anni e raggiungere 20 milioni di specialisti Ict) arranca. Stando ai dati di oggi, solo il 59% della popolazione europea padroneggerà almeno le competenze digitali di base e il numero di specialisti Ict non potrà superare i 12 milioni. Prioritari sono investimenti in istruzione, competenze Stem, fin dalla tenera età.

Fattori chiave per la trasformazione digitale dell’Europa nel 2022 - Fonte: 2030 Digital Decade - Report on the state of the Digital Decade 2023
Fattori chiave per la trasformazione digitale dell’Europa nel 2022 – Fonte: 2030 Digital Decade – Report on the state of the Digital Decade 2023

Focus sull’Italia

Secondo il Rapporto, negli ultimi anni, l’Italia ha compiuto progressi significativi in termini di infrastrutture, ma si colloca al di sotto della media dell’UE per quanto riguarda le competenze e alcuni aspetti della digitalizzazione dei servizi pubblici. Le strategie adottate su cloud, blockchain, intelligenza artificiale e recentemente sulla sicurezza informatica (insieme alle riforme e agli investimenti nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), creano un solido quadro per realizzare una trasformazione digitale sostenibile e inclusiva ma il ritardo è ancora evidente.

1 – Per quanto riguarda le competenze digitali, i progressi dell’Italia rimangono modesti: solo il 46% della popolazione possiede competenze digitali di base, compromettendo la capacità di esercitare la cittadinanza digitale con un impatto negativo sull’inclusività. Sebbene l’importanza dello sviluppo di nuove competenze sia riconosciuta come una priorità, il numero di imprese che offre effettivamente formazione ai propri dipendenti è ancora insufficiente. Inoltre il numero di laureati Ict è molto al di sotto delle ambizioni, poiché il paese non è in grado di soddisfare la domanda delle imprese di professionisti qualificati. Anche se l’offerta formativa si sta allargando nelle discipline Stem, la quota di laureati Ict rimane all’1,5%, un valore insufficiente e significativamente inferiore alla media UE del 4,2%, con una percentuale di donne tra gli specialisti Ict del 16%, ben al di sotto della media UE (18,9%).
L’Italia dovrebbe intensificare gli sforzi in materia di digital skill, aumentare la capacità dei sistemi educativi, migliorare la cooperazione, in particolare con l’industria e la società civile.

Laureati in ICT - Fonte: 2030 Digital Decade - Report on the state of the Digital Decade 2023
Laureati in ICT – Fonte: 2030 Digital Decade – Report on the state of the Digital Decade 2023

2 – Per quanto riguarda le infrastrutture digitali, e nello specifico la rete fissa ad altissima capacità (Vhcn), l’Italia rimane al di sotto della media UE (54% delle famiglie contro il 73% nell’UE), nonostante un salto di 10 punti percentuali tra il 2021 e il 2022. La copertura 5G – sulla banda di spettro 3,4-3,8 GHz – è stata fornita all’80% delle famiglie.

3 – Continua il rafforzamento della posizione nei settori delle tecnologie dei semiconduttori e del cloud computing, grazie anche alle eccellenze nel calcolo ad alte prestazioni e nell’informatica quantistica (è in Italia Leonardo, il sistema di supercalcolo mondiale sviluppato in Europa, quarto supercomputer al mondo). 

Diversi operatori stanno iniziando a implementare un’infrastruttura cloud edge più decentralizzata, ma l’Italia dovrebbe intensificare gli sforzi sulle infrastrutture di connettività, in particolare sulla copertura Gigabit.Sarà cruciale massimizzare la disponibilità per migliorare la copertura della connettività fissa e consolidare i risultati significativi ottenuti nella connettività mobile, in particolare per le applicazioni avanzate. Le misure adottate dall’Italia nel campo dei semiconduttori, dei nodi edge e dell’informatica quantistica dovrebbero continuare per aiutare l’UE a diventare un forte attore di mercato in questi settori” dettaglia il Rapporto.

Adozione della banda larga mobile - Fonte: 2030 Digital Decade - Report on the state of the Digital Decade 2023
Adozione della banda larga mobile – Fonte: 2030 Digital Decade – Report on the state of the Digital Decade 2023

4 – Per quanto riguarda la digitalizzazione delle imprese, la maggior parte delle Pmi italiane ha un livello base di intensità digitale in linea con la media UE (70% rispetto alla media UE del 69% nel 2022). I progressi sono stati particolarmente forti nell’uso delle fatture elettroniche, superando la media dell’UE con il 95% (nel 2020), così come la percentuale del fatturato delle Pmi derivante dall’e-commerce ha raggiunto il 14% nel 2022. Tuttavia, si potrebbe fare di più in relazione all’aggiornamento delle tecnologie digitali avanzate: mentre, nel 2021, il cloud è stato utilizzato dal 52% delle imprese (ben al di sopra della media UE del 34%) il quadro è diverso per big data e intelligenza artificiale, utilizzati nel primo caso solo dal 9% delle imprese nel 2020 e nel secondo solo dal 6% delle aziende nel 2021.

5 – Per la digitalizzazione dei servizi pubblici, il punteggio è inferiore alla media UE nella fornitura di servizi ai cittadini (punteggio 68 contro 77) e alle imprese (punteggio 75 contro 84) ma nonostante i ritardi accumulati negli ultimi anni, sono stati compiuti sforzi in relazione a disponibilità, efficienza e sicurezza delle infrastrutture digitali, cosi come per implementare l’interoperabilità di dati e informazioni tra le pubbliche amministrazioni, l’utilizzo dell’identità digitale e della cartella clinica elettronica. 

Il Rapporto invita l’Italia a intensificare gli sforzi per digitalizzare i servizi pubblici dal momento che il digitale nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dell’Italia dedica 48 miliardi di euro (25%) alla trasformazione digitale e di questi 42 miliardi di euro dovrebbero contribuire agli obiettivi del Decennio digitale. “L’Italia ha già realizzato diverse misure digitali, come la riforma Cloud First e Interoperabilità,  la riforma degli appalti Ict, l’adozione di un Piano Nazionale per le Nuove Competenze e le misure di connettività, ma siamo solo all’inizio”.

PS: Vi invito a “giocare” con il configuratore dell’Indice Desi incluso nel Rapporto, per mettere a confronto i vari indicatori misurati (servizi digitali per le imprese, competenze, adozione del cloud, utilizzo dell’e-government, fatturazione elettronica….) e scoprire nella rappresentazione in istogrammi le classifiche dei vari Paesi. L’Italia, spesso ma non sempre, nelle retrovie. Molto utile leggere i grafici.

Servizi pubblici digitali per i cittadini - Fonte: 2030 Digital Decade - Report on the state of the Digital Decade 2023
Servizi pubblici digitali per i cittadini – Fonte: 2030 Digital Decade – Report on the state of the Digital Decade 2023

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