Quanto le imprese internazionali e italiane commerciano su piattaforme digitali? Quanto vale il commercio digitale b2b in Italia? Quali geografie sono le più convinte?

La risposta arriva dal Netcomm Focus B2B Digital Commerce dal titolo La Trasformazione Omnicanale delle Filiere e delle Relazioni tra Imprese che ha coinvolto a Milano imprenditori e venditori aziendali per approfondire le possibilità di sviluppo di nuovi modelli di commercio digitale. Obiettivo ottimizzare i processi di vendita nel commercio b2b, in tutti i mercati. Emerge un trend chiaro: il commercio digitale b2b è un canale determinante per lo sviluppo delle imprese internazionali e italiane, dimostrato dal valore lordo della merce venduta (Gmv, Gross merchandise volume) che cresce nel digitale in tutte le geografie. Ecco alcuni spunti dal forum.

1 – A livello mondiale il commercio digitale b2b avanza al ritmo di +12% all’anno e ha più che raddoppiato il suo valore rispetto al 2018, arrivando a toccare i 23,4 miliardi di dollari. Un trend che manterrà lo stesso ritmo di crescita anche nei prossimi anni (+12%) arrivando a superare i 37 miliardi di dollari entro il 2027 (fonte: Netcomm – AgileIntel Research e Statista).

Fonte: Netcomm - AgileIntel Research e Statista
Fonte: Netcomm – AgileIntel Research e Statista

2 – Se guardiamo l’Europa, il valore dell’e-commerce b2b ha registrato un incremento negli ultimi anni, in crescita dell’11%, passando da 1,3 miliardi di dollari nel 2022 ai 1,5 miliardi nel 2023, con la stima di toccare 1,67 miliardi di dollari entro la fine del 2024 e arrivando a superare 1,8 miliardi di dollari entro il 2025. Un’Europa che detiene il 6% del valore globale del commercio digitale b2b, in mano per il 79% ai Paesi Apac con la Cina che, da sola, ne detiene più del 40% (Fonte: Netcomm – AgileIntel Research e Statista).

Fonte: Netcomm - AgileIntel Research e Statista
Fonte: Netcomm – AgileIntel Research e Statista

3 – E l’Italia? Il nostro peso a livello mondiale è irrisorio, ma nel contesto italiano, nel 2022 il Digital Commerce b2b ha inciso per il 21% sul totale del transato b2b, indice di uno spostamento molto importante delle strategie di vendita (fonte: Osservatorio Digital B2b della School of Management del Politecnico di Milano). “Nel nostro Paese, dove il settore b2b è tradizionalmente guidato da dinamiche commerciali rigide e articolate, che prevedono l’intermediazione di rappresentanti di vendita nella gestione delle trattative, è necessaria l’introduzione di strumenti innovativi per rispondere alle nuove esigenze dei buyer che, anche a seguito del cambio generazionale, sono sempre più orientati verso esperienze d’acquisto agili e personalizzate – puntualizza Roberto Liscia, presidente di Netcomm -. Queste necessità guidano le aziende italiane che desiderano scalare il loro business verso la creazione di customer experience personalizzate e immersive, la semplificazione delle operazioni e l’automatizzazione dei processi attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale e di innovazioni tecnologiche. La flessibilità garantita dalla digitalizzazione gioca un ruolo determinante per lo sviluppo del settore, consentendo agli attori della filiera di gestire le vendite in modo efficiente e di raccogliere dati e informazioni utili all’analisi operativa e alla pianificazione di future strategie finalizzate alla creazione di relazioni a lungo termine con i clienti”.

La leva per far crescere il settore in Italia sta nella capacità (necessità) di realizzare progetti su misura orientati al b2b, sia in ottica di personalizzazione del processo di acquisto sia dell’offerta di servizi, che sposino le esigenze di aziende venditrici e acquirenti.

Il primo scoglio rimane la digitalizzazione dei percorsi e l’utilizzo di nuove tecnologie, per integrare i sistemi aziendali esistenti e rispondere alle nuove esigenze del mercato. Ma è una storia ricorrente, perché ogni cambio di processo non è solo questione di pura tecnologia ma tocca in modo importante la sfera culturale.

Oggi le aziende sono attente alle potenzialità legate a machine learning, AI e AI generativa ma devono “volereprendere confidenza con piattaforme diverse, per creare un’architettura basata sulla selezione delle migliori soluzioni commerciali in ottica di lavorare con una “composizione” di servizi ad hoc (Composable Commerce).

Il commercio digitale b2b opera nella stessa logica ibrida che accomuna tutte le aziende, dove i modelli di go to market che disintermediano i processi di vendita tradizionali a volte spaventano (un timore che abbiamo visto nel canale con l’avvento del cloud, per capire poi che il canale ha dovuto acquisire nuove competenze ma non sparire). La strada anche nel mondo b2b è quella di un e-commerce omnicanale e ibrido, in cui sarà richiesta una trasformazione anche alla figura del venditore che è sempre più un brand ambassador grazie all’acquisizione di nuove competenze finalizzate alle vendite ibride. Ottimizzazione dei processi a e delle tecnologie digitale, multicanalità e integrazione fra i diversi canali sono i tre ambiti per la crescita dell’e-commerce b2b. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Condividi l'articolo: