Frutto di una partnership allargata tra enti pubblici, società private e mondo accademico il nuovo Agorai Innovation Hub inaugurato a Trieste trasformerà un luogo iconico e storico della città in un hub dove la ricerca nel campo dell’intelligenza artificiale e del data science guiderà le innovazioni di domani. Mischiando passato e futuro.
Trasformerà Palazzo Carciotti, simbolo della Trieste dei mercanti costruito a cavallo tra 1700 e 1800, in un palazzo dal design innovativo, dove ricerca di base e applicata sull’AI saranno ospitate in spazi ripristinati con sensibilità, dopo un progetto di ristrutturazione e restauro conservativo, curato da Generali Real Estate. Progetto che poggerà sulla tecnologia di Google Cloud per spingere ricerca, formare talenti e promuovere la nascita di startup innovative. “Un luogo che da antico spazio commerciale diventerà centro propulsivo di idee, ricerca e tecnologia. Un hub in cui sapere e innovazione si intrecciano per costruire un futuro in cui la trasformazione tecnologica è al servizio dell’uomo”, precisa Philippe Donnet, Ceo di Gruppo Generali che ha fortemente voluto il progetto, con una visione italiana ma anche europea, rispecchiando quell’incontro di culture che fa di Trieste città di frontiera.

Uomo e etica
Il progetto, legato all’acquisto di Palazzo Carciotti da parte di Generali Italia a inizio 2025 (prima sede dell’azienda nel 1831), nasce dalla collaborazione virtuosa tra attori diversi uniti dalla volontà di mettere a fattore comune le diverse competenze: attori pubblici (Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia), privati (Banca Generali, Fincantieri e Fondazione Fincantieri, illycaffè) e accademia (Università di Trieste, Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati, Università di Udine, MIB Trieste School of Management, Istituto Italiano di Tecnologia, con la partecipazione dell’Abdus Salam International Centre for Theoretical Physics). Con Deloitte come business partner per servizi consulenziali, e Goldman Sachs come research partner in area finanziaria. Ognuno contribuirà con risorse economiche, cervelli, know-how e casi di studio.
“Il nome Agorai ricorda l’agorà delle città greche luogo di incontro e richiama il focus sull’AI – precisa Donnet -. Il fatto che questo centro nasca a Trieste, un territorio di grande tradizione tecnologia e scientifica, è fondamentale per la città e la regione. Ma anche per l’Italia intera come punto di riferimento in un settore cruciale”.

La ricerca si focalizzerà su quattro aree: salute e benessere, agricoltura rigenerativa e alimentazione, mobilità e trasporti, finanza e capital markets “L’obiettivo è portare avanti innovazione al servizio dell’uomo e delle comunità, contribuendo al benessere di una società libera, sostenibile e rigenerativa” continua il Ceo. Il claim dell’evento di inaugurazione – HumanAIze the Future – reclama una intelligenza non solo artificiale ma umana, portatrice di una forte trasformazione culturale con la tecnologia al servizio del miglioramento della vita delle persone. Con un affondo doveroso sull’etica.
“Una via italiana all’AI deve essere definita nell’attuale congiuntura internazionale che mette in crisi il modello di globalizzazione esteso – precisa Paolo Benanti, docente della Pontificia Università Gregoriana e unico membro italiano del Comitato Onu sull’intelligenza artificiale -. I tempi recenti ci dicono che la strada non è più quella di esternalizzare quello che serve per essere competitivi. Ma serve perimetrare uno spazio nel quale fare crescere le menti migliori e trovare quelle tecnologie che possono fare progredire. Discipline umanistiche e scientifiche sono la nuova miscela per ridisegnare i processi, e permettere all’uomo di essere la nuova risorsa e non una forma di surrogazione. Se il comparto industriale italiano vuole continuare ad essere ad alto valore, deve rendere l’uomo un elemento centrale della catena, che dà valore all’interazione con la macchina, che l’innovazione ci mette davanti”.
Il ruolo di Google Cloud
Sarà Google Cloud, come partner tecnologico dell’hub, a mettere a disposizione piattaforme e infrastrutture cloud, modelli linguistici Llm con lo sviluppo di soluzioni che sfruttino avanzati algoritmi di AI e le potenzialità dei big data. Tra le tecnologie messe in campo Gemini e a AlphaFold, il sistema di intelligenza artificiale sviluppato da Deepmind, in grado di predire la struttura tridimensionale delle proteine. “Uno studio che abbiamo realizzato con Implement evidenza il valore economico dell’intelligenza artificiale – spiega Raffaele Gigantino, country manager di Google Cloud Italia -. Si prevede che la AI generativa possa generare un aumento del Pil di 170 miliardi di euro nei prossimi 10 anni, ma solo a condizione che non si perda tempo. Agorai è una risposta concreta che parte ora. Google Cloud fornirà tecnologa avanzate su AI, robotica, competenze e formazione per creare tecnologie che possono rendere competitivo il nostro Paese. Si inserisce in un contesto più ampio della nostra strategia che ci ha visto aprire due cloud region a Milano e a Torino per rendere i nostri servizi disponibili sul territorio italiano”.
L’affondo su Gemini Robotics – un modello di intelligenza artificiale progettato per il controllo avanzato dei robot, basato su Gemini 2.0 – lo fa Francesco Nori, direttore Robotics Hub Lead di Google Deepmind. “Gemini Robotics è un modello multimodale che oltre a capire audio, testo e video, genera le azioni per i robot che possono svolgere in uno spazio fisico. Robot che si adattano per la loro generalità a compiti diversi, per la loro interattività al contesto, per la loro destrezza a svolgere più azioni complicate (come comporre un origami)”.

Le due anime di Agorai
Due le anime del progetto: una fondazione che si occuperà principalmente di ricerca di base, e una società per azioni denominata Agorai Innovation Hub che si dedicherà alla ricerca applicata per l’implementare casi studio in vari settori. Precisa Cristiano Borean, Cfo di Gruppo Generali: ”Il progetto dell’hub è sintetizzabile in una frase: il futuro dove tutto è cominciato, ma dobbiamo spiegare bene come procedere. La fondazione e l’hub hanno l’obiettivo comune di sviluppare use case che portino soluzioni concrete nell’ambito della salute, agricoltura, mobilità, finanza. Ma alla ricerca si affiancherà la parte di open innovation per trasformare gli use case in startup. Questo il disegno, ora si deve lavorare”.
Mentre saranno in corso i lavori di restauro di Palazzo Carciotti – su progetto dell’architetto e urbanista Carlo Ratti, direttore dell’MIT Senseable City Lab e curatore della Mostra Internazionale di Architettura 2025 a Venezia – la sede dell’hub sarà a palazzo Berlam, già sede dell’Academy di Generali, ubicato sull’altra sponda del canale grande.

“Abbiamo imparato sulla nostra esperienza al Mit durante il lockdown che le connessione possono cambiare in maniera drammatica in poco tempo – dettaglia Ratti -. Mentre le connessioni forte nelle nostre comunità di parenti e amici (strong ties) si sono confermate solide, quelle che sono cambiate in maniera drammatica sono state le connessioni di deboli (weak ties) che sono fondamentali per la ricerca e la creatività. Sono ponti fra comunità. Abbiamo scoperto che le zone di co-location sono un motore per le nostre reti sociali e per fare cose insieme. La sfida di Palazzo Carciotti è proprio questa: ricreare la magia dell’essere insieme. Trasformando l’interno, di cui al momento non posso mostrare i dettagli, si può ricreare la magia dell’incontro e dell’innovazione”.
Il progetto di Palazzo Carciotti sarà strutturato in tre sotto-progetti: l’innovation hub occuperà 4mila metri quadrati sulla parte fronte mare, la promenade lungo il canale grande ricreerà l’atmosfera di Trieste dei secoli scorsi come luogo di incontro e di confronto, infine la realizzazione di 10mila metri quadrati di spazio residenziale (messo a reddito) per ospitare alloggi e attività moderne. “Palazzo Carciotti ritornerà a rappresentare lo spirito innovatore della città, sarà luogo di incontro tra ricercatori, imprenditori e studenti”
“Siamo all’inizio di un percorso in una regione ricca di centri di ricerca – precisa Massimiliano Fedriga, presidente delle Regione Friuli Venezia Giulia -. Siamo il territorio con più alto rapporto ricercatori e abitanti, ma volevamo fare un passo verso la ricerca applicata, trasformando Trieste in un fulcro europeo per lo sviluppo di nuove tecnologie per le nostre imprese. Abbiamo una opportunità straordinaria, l’AI è una sfida in cui l’Europa rischia di rimanere molto indietro. Se perdiamo il treno dell’AI rischiamo di consegnare ad altre aree del mondo il futuro delle nostre imprese, per questo la regione ha voluto fare parte di questo progetto, ci crede”.
La ricerca di base sarà appannaggio degli enti scientifici, la ricerca applicata sarà condotta dalle aziende, la parte di open academy sarà delegata alle università. Come accennato, le aree di studio ruoteranno intorno a salute e benessere (longevità, machine learning e modellizzazione dell’evoluzione tumorale e della risposta ai farmaci) agricoltura rigenerativa e alimentazione (pratiche agronomiche rigenerative, biodiversità, benessere nelle aree di coltivazione riguardo alla produzione del caffè), mobilità e trasporti (generative design e ottimizzazione della logistica), finance e financial markets (machine learning per gestire finanza, investimenti, risk management in ottica sicura e sostenibile).
Palazzo Carciotti, Trieste
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