La Toscana è conosciuta in tutto il mondo per i suoi beni culturali, oltre che per i paesaggi, le città d’arte e per essere stata la culla del Rinascimento italiano. In tutte le stagioni meta ambìta di turisti italiani e stranieri oggi è anche culla dell’eccellenza scientifica e dell’innovazione per il settore lifescience.

Tra le iniziative in corso in questa stagione il progetto T-Power vede la regione varcare la scena internazionale e trasferirsi nel cuore del Padiglione Italia all’Expo 2025 di Osaka, attraverso un progetto coordinato dall’Università di Firenze e promosso nell’ambito del Tuscany Health Ecosystem (The), rete integrata di realtà che unisce ricerca, alta formazione, imprese, sanità e territorio per affrontare in modo sistemico le sfide della salute e del benessere.
Università di Firenze – alla guida di un partenariato composto dagli Atenei di Pisa, Siena, Università per Stranieri di Siena, Scuola Normale Superiore e Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto Nazionale di Ottica (Cnr-Ino) – ha pensato T-Power non semplicemente come una vetrina di tecnologie avanzate, quanto piuttosto come espressione di una visione strategica che pone al centro la persona, e che intende coniugare rigore scientifico, innovazione tecnologica e impatto sociale, portando nel contesto globale dell’Esposizione Universale la sintesi della cooperazione accademica e scientifica sviluppatasi in Toscana grazie ai finanziamenti del Pnrr – Next Generation EUEntriamo nei dettagli. 

Il contesto e la proposta

Il Tuscany Health Ecosystem è uno degli undici ecosistemi dell’innovazione finanziati dal Pnrr – Missione 4, Componente 2, e l’unico in Italia interamente dedicato al lifescience. Con un budget di 110 milioni di euro e la partecipazione di dodici istituzioni tra università, enti di ricerca e imprese, The si pone l’obiettivo di fare della Toscana una vera e propria regione della salute. Guidato dall’Università di Firenze, il progetto si articola in dieci nodi tematici – dagli approcci radioterapici avanzati alla medicina preventiva, dalle nanotecnologie alla robotica per la salute – ciascuno con una specifica guida e una rete di partner affiliati. È in questo contesto che T-Power si pone come obiettivo di presentare all’Expo il contributo concreto della ricerca toscana alle tre sfide individuate da Osaka 2025: Saving Lives, Empowering Lives, Connecting Lives. Colonne portanti del progetto sono quindi l’innovazione in diagnostica di precisione e la medicina personalizzata, le tecnologie robotiche e le soluzioni assistive, oltre a progetti per il benessere sociale e l’inclusione.

Debora Berti
Debora Berti, prorettrice dell’Università di Firenze

Fulcro di T-Power è la salute come bene condiviso, da preservare attraverso soluzioni che combinano approcci clinici, sociali, tecnologici e culturali. L’Università di Firenze, promotrice del progetto, definisce la salute e il benessere come orizzonte strategico della propria ricerca avanzata, in particolare su due assi portanti: la medicina personalizzata e predittiva, e le tecnologie per la salute, come robotica assistiva e dispositivi wearable. Così sottolinea i diversi aspetti Debora Berti, prorettrice dell’Università di Firenze: “T-Power incarna la sfida dell’invecchiamento attivo e della medicina di precisione, trasformandola in un’opportunità di innovazione e cambiamento sociale, grazie anche all’approccio interdisciplinare e alla sinergia con iniziative come il centro di ricerca Age-Florence e il partenariato esteso Age-IT”. 

Il metodo e le soluzioni

Nel Padiglione Italia, il progetto T-Power si articola in due momenti principali: una mostra permanente e una serie di eventi e workshop che animano gli spazi. Il racconto dell’innovazione si snoda attraverso installazioni interattive, dimostrazioni tecnologiche dal vivo, video narrativi e tavole rotonde con esperti italiani e giapponesi. La mostra curata da Università degli studi di Firenze propone un filmato immersivo che restituisce la ricchezza e la complessità del modello toscano, attraverso una narrazione che integra elementi storico-artistici, scientifici e culturali. Un vero viaggio nelle lifescience come suggerisce il titolo stesso: Life Sciences Made in Tuscany – Innovating for Saving, Empowering, and Connecting Lives. L’interazione è garantita dalle demo e dalla disponibilità di prototipi che i visitatori possono esplorare. In particolare si parla di simulazioni chirurgiche in realtà aumentata, esoscheletri per la riabilitazione, pelle artificiale per la robotica collaborativa, totem tattili multisensoriali, sistemi robotici per il monitoraggio del benessere cognitivo e soluzioni 3D per la formazione medica.

Le tecnologie

Le università coinvolte – Pisa, Firenze, Siena, Stranieri di Siena – e le scuole superiori Sant’Anna e Normale di Pisa, insieme al Cnr, portano ad Osaka alcune tra le più avanzate tecnologie sviluppate nell’ambito del progetto The. Per esempio simulazioni chirurgiche guidate da realtà aumentata e un modello di artroplastica con legamenti testati biomeccanicamente, simulatori pediatrici ad alta fedeltà, dispositivi riabilitativi interattivi e esoscheletri per terapie robot-assistite, ma anche totem tattili multisensoriali, in grado di trasformare l’esperienza audiovisiva aggiungendo feedback termici e tattili sincronizzati, braccia robotiche dotate di pelle artificiale con sensori fotonici per migliorare la sicurezza nella robotica collaborativa, esempi di medicina di precisione attraverso modellazioni molecolari supportate da intelligenza artificiale, con il Cnr a coordinare le sessioni con workshop, talk e proiezioni su temi che vanno dall’oncologia alla neuroresilienza, dalla cultura del benessere alla radioterapia Flash.

Ricerca e cultura trans-nazionali

Accanto all’innovazione tecnologica, T-Power promuove una riflessione sul rapporto tra cura e cultura anche con workshop dedicati al dialogo transculturale tra studenti e docenti italiani e giapponesi, affrontando il benessere psicologico ed estetico attraverso l’arte, le esperienze termali e le narrazioni identitarie. Come sottolinea Caterina Toschi, prorettrice e delegata alla ricerca dell’Università per gli Stranieri di Siena “la Medical Humanities – contributo portato dalla sua università a T-Power – è una chiave per restituire umanità alla medicina, creando una connessione tra linguaggi della cura e patrimoni culturali”. Allo stesso modo, il progetto vuole restituire la dimensione esperienziale e preventiva della salute, esplorando come stile di vita, relazioni, attività fisica e stimolazione cognitiva possano costituire strumenti scientifici per il benessere mentale a tutte le età.

Gizzi Leonida
Leo Gizzi, Cnr di Pisa, e responsabile Scientifico Cnr progetti T-Power e The

Uno degli obiettivi fondanti di T-Power è quello di favorire nuove sinergie tra università, centri di ricerca e aziende a livello internazionale. I workshop  coordinati dal Cnr vedono la partecipazione di enti giapponesi di alto profilo “come il Sanken Institute dell’Università di Osaka e il National Institutes for Quantum and Radiological Science and Technology (Qst), oltre a ricercatori italiani residenti in Giappone”, racconta Leo Gizzi, Cnr di Pisa, e responsabile Scientifico Cnr progetti T-Power e The. Mentre la tavola rotonda su Oncologia del Futuro esplora approcci emergenti come la radioterapia Flash, appunto, le nanotecnologie e le terapie virali. Altre sessioni sono poi  dedicate alla resilienza cerebrale e alla medicina di precisione, presentando tecniche di modellazione dei recettori Gpcr, target fondamentali per lo sviluppo farmacologico.

Impatti e prospettive

T-Power rappresenta un modello di “comunicazione” e trasferimento tecnologico, che connette ricerca e società, conoscenza e impresa, innovazione e bellezza.

Francesco Cardarelli
Francesco Cardarelli, prorettore al trasferimento, Scuola Normale Superiore di Pisa

Come sottolinea Francesco Cardarelli, prorettore al trasferimento della Scuola Normale Superiore di Pisa, il progetto “valorizza il ruolo della Toscana nelle lifescience e promuove il dialogo tra ricerca, impresa e società a livello globale”, mentre secondo Nicola Bellè referente per il progetto T-Power della Scuola Sant’Anna, la chiave di successo è nella prossimità e nel coinvolgimento del territorio, “portando l’innovazione nei luoghi dove la salute si vive: le aree interne, le case, le comunità. E affrontando anche le sfide più complesse – come quella dell’“ultimo miglio” dell’implementazione – con un approccio sistemico che integra pubblico, accademia, terzo settore e industria”. T-Power si presenta quindi come espressione di una cultura che unisce cura, ricerca, bellezza e coesione sociale. Un’occasione per dimostrare che l’innovazione, quando è realmente condivisa, può generare valore per tutti: per i pazienti, per i professionisti della salute, per la società nel suo complesso. L’augurio, come sottolineato dai promotori, è che il modello toscano non resti confinato a una narrazione d’eccellenza, ma possa ispirare pratiche concrete e collaborazioni globali, a partire proprio dal dialogo avviato a Osaka.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Condividi l'articolo: